BENEDIZIONI ALLE FAMIGLIE 2025

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BOLLETTINO PARROCCHIALE NR.379 NATALE 2024

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ORARIO SANTE MESSE

Orari Sante messe :

 

Feriali: ore 18,30 Lunedì, Martedì, Giovedì e Venerdì  

             ore 20,00  Mercoledì  

Prefestiva: ore 18.00   

Festiva: ore 09.45 e ore 11.00

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CALENDARIO LITURGICO SETTIMANALE

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Tutti i mercoledì

  

 

SANTA MESSA ORE 20.00 E A SEGUIRE LA RECITA DELLA CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA 

TUTTE LE DOMENICHE

 

 

 

ALLE ORE 16.00 ADORAZIONE EUCARISTICA E RECITA  DEL SANTO ROSARIO

IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

PREGHIERA DELLA SETTIMANA

Preghiera del 16.febbraio 2025

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LA FOTO DELLA SETTIMANA

La  foto del  16.febbraio 2025

CANTARE INSIEME FA BENE!

CORO SAN GIACOMO
CORO SAN GIACOMO
Cantare in coro fa bene perchè stimola la creatività, le relazioni sociali e affettive, sviluppa l'ascolto, l'attenzione, l'espressione e la comunicazione e fa' apprendere un nuovo linguaggio, quello musicale.
Nel coro non ci sono differenze, alti e bassi, grassi o magri, giovani e meno giovani, tutti sono ugualmente importanti e ognuno contribuisce con la propria voce a creare un suono magico e meraviglioso, il suono del CORO.
Il Coro S. Giacomo di Piumazzo, presente in parrocchia da 25 anni anima le celebrazioni liturgiche della comunità e organizza concerti e attività culturali e musicali.
Stiamo cercando nuove voci, femminili e maschili, e una potrebbe essere proprio la tua!
Per informazioni rivolgersi a don Remo o alla direttrice Maria Teresa. Ti aspettiamo! 
Elenco dei prossimi appuntamenti del Coro S. Giacomo: 

Vedere Dio

(Bruno Ferrero, Il canto del grillo)

Una volta un re, convocò tutti i maghi, i sapienti e i sacerdoti del suo regno. Li minacciò dei castighi più terribili se non gli mostravano Dio. Quei pove­retti si disperavano e si strappavano i capelli senza saper cosa fare, quando arrivò un pastore che annun­ciò a tutti di essere in grado di risolvere il problema. 
Si affrettarono a presentarlo al re. Il pastore allo­ra condusse il sovrano su un terrazzo e gli indicò il sole. 
«Guardalo!», disse. 
Dopo un istante, il re abbassò gli occhi, gridan­do: «Vuoi accecarmi?». 
«Mio Signore», disse il pastore, «il sole è solo una piccola cosa del Creatore, neanche una scintilla del suo splendore... come puoi pensare di posare gli oc­chi su Lui in persona?». 

Ogni giorno il discepolo poneva la stessa doman­da: «Come posso trovare Dio?». E ogni giorno ri­ceveva la stessa misteriosa risposta: «Devi deside­rarlo». 
«Ma io lo desidero con tutto il mio cuore, no? Al­lora perché non lo trovo?». 
Un giorno, il maestro si stava bagnando nel fiu­me con il discepolo. Spinse la testa del giovane sot­t'acqua e ve la tenne mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi. 

PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO

Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza

2.febbraio 2025

Spirito santo, guidi persone semplici a cercare e trovare colui che è Luce delle genti e gloria di Israele

Il popolo primo dell’Alleanza sia sempre più fedele alla chiamata a cui Dio non viene meno, e collabori per costruire il regno che vuole coinvolgere nella gioia tutti i popoli della terra.

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

NON DI SOLO PANE NR.1168

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PREGHIERA IN FAMIGLIA

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Riflessione Vangelo: III DOMENICA DI TEMPO ORDINARIO ANNO C

VIDEO VANGELO PER I BAMBINI

 

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 1,1-4; 4,14-21
Oggi si è compiuta questa Scrittura.

   

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Parola del Signore

IL VIDEO DEL MESE

Per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa - Il Video del Papa - febbraio 2025

Il video con l'intenzione di preghiera di Papa Francesco per il mese di febbraio 2025: Per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. A cura della Rete Mondiale di Preghiera del Papa - Apostolato della Preghiera. In lingua spagnola con traduzione e sottotitoli in italiano.

NOTIZIE DAL MONDO

La storia. La suora con la sclerosi multipla: vorrei essere un segno di speranza

Con i Vespri di stasera presieduti dal Papa nella Basilica di San Pietro alle 17, avranno inizio le celebrazioni per la XXIX Giornata mondiale della vita consacrata. La ricorrenza, che viene celebrata ogni anno il 2 febbraio nella festa della Presentazione di Gesù al tempio, è un’occasione nella quale la Chiesa si stringe attorno alle donne e agli uomini che hanno deciso di donare la propria vita interamente a Dio. La Giornata di quest’anno si inserisce nel cammino che consacrate e consacrati stanno percorrendo in vista del Giubileo che si celebrerà a livello mondiale in ottobre. Le loro storie mostrano la varietà dei modi in cui è possibile testimoniare questa offerta totale di sé vivendo da monache, monaci, frati e suore. Come testimonia la vicenda di suor Maria Daniela Solustri.

Dal fidanzamento unito al sogno di insegnare Lettere, alla vita monastica nel Carmelo di Sutri e dal 2019 in quello di Cerreto di Sorano, in provincia di Grosseto, dove ha chiesto di essere trasferita per motivi di salute. Suor Maria Daniela Solustri, 53enne originaria di Roma, da 12 anni è affetta da sclerosi multipla e il Signore in un certo senso l’ha via via allenata alle sue «irruzioni di grazia» che sembrano scompaginare i suoi giorni e invece danno luce, un senso ancora più profondo al suo cammino esistenziale e spirituale. Le hanno chiesto di riassumere la sua testimonianza nel volume “Adesso basta” (Effigi editore) «per incoraggiare gli sfiduciati a prendere in mano la loro sofferenza e viverla come nuova apertura alla vita. Perché Dio ama e si prende cura di tutti, in modalità sorprendenti che confermano la nostra povertà e la sua grandezza».

Il titolo viene da una frase che si è sentita ripetere spesso da bambina e che è diventata «un gioco equivalente all’esortazione evangelica a farsi piccoli: non tanto il peso di un divieto, quanto la leggerezza di lasciare ciò che pesa troppo o tira troppo la corda». Scrive: «Il dolore – in Cristo – non è forse un passaggio necessario per far nuove tutte le cose? Vorrei cantare che è bello, utile e necessario esplorare fatiche e sofferenze in modo coraggioso, tanto quanto le gioie e le affascinanti avventure che ci attendono in ogni fase della vita. Si affina l’attenzione a quello che realmente consente di prendere il largo».

Nel 1999 il suo direttore spirituale le consiglia la lettura di “Storia di un’anima”, di santa Teresa di Lisieux: «Lei parla di vita quotidiana, di come reagisce per costruire relazioni con le sorelle e con il Signore in maniera semplice. Da qui a discernere che il Signore mi chiamava alla vita contemplativa c’è voluto un anno. Mi attraeva il desiderio di fare il volontariato negli ospedali, di essere impegnata in un servizio alla sofferenza, stare in un ambiente dove un gruppo di persone strappano dalla morte alla vita. Ma l’esperienza di preghiera in monastero a Sutri mi ha stravolto: quando si riconosce una spiritualità famigliare, avviene come un abbraccio che sorprende», ricorda suor Daniela, entrata come postulante il 14 novembre 2000, «memoria di tutti i santi carmelitani e data del mio Battesimo. Ho percepito il valore della dimensione fraterna nella comunità religiosa. Ognuno di noi desidera vivere la relazione con Dio e con il prossimo: si trova la strada per viverla nel modo migliore, per restituire l’amore ricevuto nella forma più feconda».

Nella comunità di Cerreto ha maturato «la modalità più affine alla mia indole per portare consolazione, ispirata dal carisma che in questa terra – visitata dall’alto per un’apparizione della Vergine addolorata – si esprime con particolare delicatezza». Il filo rosso della sua vocazione, quindi, resta quello di «fare rete con delle persone per trasmettere vita: una forma di maternità per portare Cristo e annunciarlo attraverso la mia esperienza di preghiera per portare la consolazione e la speranza di un’esistenza unita con Dio», precisa. «La malattia possiamo vederla come una serie di problemi o come punto di forza – aggiunge suor Daniela, che è anche giornalista e direttrice dell’Ufficio per le Comunicazioni di Pitigliano-Sovana-Orbetello –. Mi colpisce che persone con la mia malattia pensino all’eutanasia o si lascino andare; per me è un’opportunità per vivere con più intensità e un’occasione di speranza ed evangelizzazione».

IL LIBRO DELLA SETTIMANA

Spera. L'autobiografia di papa  Francesco (Jorge Mario Bergoglio)

Descrizione

 

Per volontà di papa Francesco questo eccezionale documento avrebbe dovuto in un primo momento vedere la luce solo dopo la sua morte. Ma il nuovo Giubileo della Speranza e le esigenze del tempo lo hanno risolto a diffondere ora questa preziosa eredità. "Spera" è la prima autobiografia mai pubblicata da un papa nella storia. Un'autobiografia completa, la cui stesura ha impegnato gli ultimi sei anni, che procede dai primi del Novecento, con le radici italiane e l'avventurosa emigrazione in America Latina degli avi, per svilupparsi attraverso l'infanzia, gli entusiasmi e i turbamenti della giovinezza, la scelta vocazionale, la maturità, fino a coprire l'intero pontificato e il tempo presente. Nel raccontare con intima forza narrativa le sue memorie (non tralasciando affatto le proprie passioni), Francesco affronta senza alcuna dissolvenza anche i nodi cruciali del pontificato e sviluppa con coraggio, schiettezza e profezia i più importanti e dibattuti temi della nostra contemporaneità: guerra e pace (compresi i conflitti in Ucraina e Medio Oriente), migrazioni, crisi ambientale, politica sociale, condizione femminile, sessualità, sviluppo tecnologico, futuro della Chiesa e delle religioni. Ricco di rivelazioni, di aneddoti, di illuminanti riflessioni, un memoir emozionante e umanissimo, commovente e capace di umorismo, che rappresenta il "romanzo di una vita" e al tempo stesso un testamento morale e spirituale destinato ad affascinare i lettori di tutto il mondo e a incarnare il suo lascito di speranza per le generazioni future. Il volume è arricchito da alcune straordinarie fotografie, anche private e inedite, provenienti dalla disponibilità personale di papa Francesco.

DIOCESI DI BOLOGNA

Per seguire le celebrazioni del cardinal Zuppi collegarsi a questo link:   www.youtube.it/user/12portebo

Prossimi appuntamenti

LE PAROLE DEL PAPA

Il bene, se non si investe, si perde: la grandezza della nostra vita non dipende da quanto mettiamo da parte, ma da quanto frutto portiamo.


UDIENZA GIUBILARE CATECHESI DEL SANTO PADRE FRANCESCO Aula Paolo VI Mercoledì, 12 febbraio 2025

Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. I. L’infanzia di Gesù. 5. «È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,11). La nascita di Gesù e la visita dei pastori

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel nostro percorso giubilare di catechesi su Gesù, che è la nostra speranza, oggi ci soffermiamo sull’avvenimento della sua nascita a Betlemme.

Il Figlio di Dio entra nella storia facendosi nostro compagno di viaggio e inizia a viaggiare quando è ancora nel grembo materno. L’evangelista Luca ci racconta che appena concepito andò da Nazaret fino alla casa di Zaccaria ed Elisabetta; e poi, a gravidanza ormai compiuta, da Nazaret a Betlemme per il censimento. Maria e Giuseppe sono costretti ad andare nella città del re Davide, dove era nato anche Giuseppe. Il Messia tanto atteso, il Figlio del Dio altissimo, si lascia censire, cioè contare e registrare, come un qualunque cittadino. Si sottomette al decreto di un imperatore, Cesare Augusto, che pensa di essere il padrone di tutta la terra.

Luca colloca la nascita di Gesù in «un tempo esattamente databile» e in «un ambiente geografico esattamente indicato», così che «l’universale e il concreto si toccano a vicenda» (Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, 2012, 77). Dio che viene nella storia non scardina le strutture del mondo, ma vuole illuminarle e ricrearle dal di dentro.

Betlemme significa «casa del pane». Lì si compiono per Maria i giorni del parto e lì nasce Gesù, pane disceso dal cielo per saziare la fame del mondo (cfr Gv 6,51). L’angelo Gabriele aveva annunciato la nascita del Re messianico nel segno della grandezza: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32-33).

Tuttavia, Gesù nasce in un modo del tutto inedito per un re. Infatti, «mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,6-7). Il Figlio di Dio non nasce in un palazzo reale, ma nel retro di una casa, nello spazio dove stanno gli animali.

Luca ci mostra così che Dio non viene nel mondo con proclami altisonanti, non si manifesta nel clamore, ma inizia il suo viaggio nell’umiltà. E chi sono i primi testimoni di questo avvenimento? Sono alcuni pastori: uomini con poca cultura, maleodoranti a causa del contatto costante con gli animali, vivono ai margini della società. Eppure essi praticano il mestiere con cui Dio stesso si fa conoscere al suo popolo (cfr Gen 48,15; 49,24; Sal 23,1; 80,2; Is 40,11). Dio li sceglie come destinatari della più bella notizia mai risuonata nella storia: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,10-12).

Il luogo dove andare per incontrare il Messia è una mangiatoia. Accade infatti che, dopo tanta attesa, «per il Salvatore del mondo, per Colui in vista del quale tutte le cose sono state create (cfr Col 1,16), non c’è posto» (Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, 2012, 80). I pastori apprendono così che in un luogo umilissimo, riservato agli animali, nasce il Messia tanto atteso e nasce per loro, per essere il loro Salvatore, il loro Pastore. Una notizia che apre i loro cuori alla meraviglia, alla lode e all’annuncio gioioso. «A differenza di tanta gente intenta a fare mille altre cose, i pastori diventano i primi testimoni dell’essenziale, cioè della salvezza che viene donata. Sono i più umili e i più poveri che sanno accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione» (Lett. ap. Admirabile signum, 5).

Fratelli e sorelle, chiediamo anche noi la grazia di essere, come i pastori, capaci di stupore e di lode dinanzi a Dio, e capaci di custodire ciò che Lui ci ha affidato: i talenti, i carismi, la nostra vocazione e le persone che ci mette accanto. Chiediamo al Signore di saper scorgere nella debolezza la forza straordinaria del Dio Bambino, che viene per rinnovare il mondo e trasformare la nostra vita col suo disegno pieno di speranza per l’umanità intera.

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