BENEDIZIONI ALLE FAMIGLIE 2025

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BOLLETTINO PARROCCHIALE NR.381 QUARESIMA/PASQUA 2025

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ORARIO SANTE MESSE

Orari Sante messe :

 

Feriali: ore 18,30 Lunedì, Martedì, Giovedì e Venerdì  

             ore 20,00  Mercoledì  

Prefestiva: ore 18.00   

Festiva: ore 09.45 e ore 11.00

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CALENDARIO LITURGICO SETTIMANALE

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Tutti i mercoledì

  

 

SANTA MESSA ORE 20.00 E A SEGUIRE LA RECITA DELLA CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA 

TUTTE LE DOMENICHE

 

 

 

ALLE ORE 16.00 ADORAZIONE EUCARISTICA E RECITA  DEL SANTO ROSARIO

IL PENSIERO DELLA SETTIMANA

PREGHIERA DELLA SETTIMANA

Preghiera del 16.febbraio 2025

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LA FOTO DELLA SETTIMANA

La  foto del  16.febbraio 2025

CANTARE INSIEME FA BENE!

CORO SAN GIACOMO
CORO SAN GIACOMO
Cantare in coro fa bene perchè stimola la creatività, le relazioni sociali e affettive, sviluppa l'ascolto, l'attenzione, l'espressione e la comunicazione e fa' apprendere un nuovo linguaggio, quello musicale.
Nel coro non ci sono differenze, alti e bassi, grassi o magri, giovani e meno giovani, tutti sono ugualmente importanti e ognuno contribuisce con la propria voce a creare un suono magico e meraviglioso, il suono del CORO.
Il Coro S. Giacomo di Piumazzo, presente in parrocchia da 25 anni anima le celebrazioni liturgiche della comunità e organizza concerti e attività culturali e musicali.
Stiamo cercando nuove voci, femminili e maschili, e una potrebbe essere proprio la tua!
Per informazioni rivolgersi a don Remo o alla direttrice Maria Teresa. Ti aspettiamo! 
Elenco dei prossimi appuntamenti del Coro S. Giacomo: 

Vedere Dio

(Bruno Ferrero, Il canto del grillo)

Una volta un re, convocò tutti i maghi, i sapienti e i sacerdoti del suo regno. Li minacciò dei castighi più terribili se non gli mostravano Dio. Quei pove­retti si disperavano e si strappavano i capelli senza saper cosa fare, quando arrivò un pastore che annun­ciò a tutti di essere in grado di risolvere il problema. 
Si affrettarono a presentarlo al re. Il pastore allo­ra condusse il sovrano su un terrazzo e gli indicò il sole. 
«Guardalo!», disse. 
Dopo un istante, il re abbassò gli occhi, gridan­do: «Vuoi accecarmi?». 
«Mio Signore», disse il pastore, «il sole è solo una piccola cosa del Creatore, neanche una scintilla del suo splendore... come puoi pensare di posare gli oc­chi su Lui in persona?». 

Ogni giorno il discepolo poneva la stessa doman­da: «Come posso trovare Dio?». E ogni giorno ri­ceveva la stessa misteriosa risposta: «Devi deside­rarlo». 
«Ma io lo desidero con tutto il mio cuore, no? Al­lora perché non lo trovo?». 
Un giorno, il maestro si stava bagnando nel fiu­me con il discepolo. Spinse la testa del giovane sot­t'acqua e ve la tenne mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi. 

PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO

Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza

2.febbraio 2025

Spirito santo, guidi persone semplici a cercare e trovare colui che è Luce delle genti e gloria di Israele

Il popolo primo dell’Alleanza sia sempre più fedele alla chiamata a cui Dio non viene meno, e collabori per costruire il regno che vuole coinvolgere nella gioia tutti i popoli della terra.

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

NON DI SOLO PANE NR.1168

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PREGHIERA IN FAMIGLIA

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Riflessione Vangelo: III DOMENICA DI TEMPO ORDINARIO ANNO C

VIDEO VANGELO PER I BAMBINI

 

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 1,1-4; 4,14-21
Oggi si è compiuta questa Scrittura.

   

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Parola del Signore

IL VIDEO DEL MESE

Per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa - Il Video del Papa - febbraio 2025

Il video con l'intenzione di preghiera di Papa Francesco per il mese di febbraio 2025: Per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. A cura della Rete Mondiale di Preghiera del Papa - Apostolato della Preghiera. In lingua spagnola con traduzione e sottotitoli in italiano.

NOTIZIE DAL MONDO

La storia. La suora con la sclerosi multipla: vorrei essere un segno di speranza

Con i Vespri di stasera presieduti dal Papa nella Basilica di San Pietro alle 17, avranno inizio le celebrazioni per la XXIX Giornata mondiale della vita consacrata. La ricorrenza, che viene celebrata ogni anno il 2 febbraio nella festa della Presentazione di Gesù al tempio, è un’occasione nella quale la Chiesa si stringe attorno alle donne e agli uomini che hanno deciso di donare la propria vita interamente a Dio. La Giornata di quest’anno si inserisce nel cammino che consacrate e consacrati stanno percorrendo in vista del Giubileo che si celebrerà a livello mondiale in ottobre. Le loro storie mostrano la varietà dei modi in cui è possibile testimoniare questa offerta totale di sé vivendo da monache, monaci, frati e suore. Come testimonia la vicenda di suor Maria Daniela Solustri.

Dal fidanzamento unito al sogno di insegnare Lettere, alla vita monastica nel Carmelo di Sutri e dal 2019 in quello di Cerreto di Sorano, in provincia di Grosseto, dove ha chiesto di essere trasferita per motivi di salute. Suor Maria Daniela Solustri, 53enne originaria di Roma, da 12 anni è affetta da sclerosi multipla e il Signore in un certo senso l’ha via via allenata alle sue «irruzioni di grazia» che sembrano scompaginare i suoi giorni e invece danno luce, un senso ancora più profondo al suo cammino esistenziale e spirituale. Le hanno chiesto di riassumere la sua testimonianza nel volume “Adesso basta” (Effigi editore) «per incoraggiare gli sfiduciati a prendere in mano la loro sofferenza e viverla come nuova apertura alla vita. Perché Dio ama e si prende cura di tutti, in modalità sorprendenti che confermano la nostra povertà e la sua grandezza».

Il titolo viene da una frase che si è sentita ripetere spesso da bambina e che è diventata «un gioco equivalente all’esortazione evangelica a farsi piccoli: non tanto il peso di un divieto, quanto la leggerezza di lasciare ciò che pesa troppo o tira troppo la corda». Scrive: «Il dolore – in Cristo – non è forse un passaggio necessario per far nuove tutte le cose? Vorrei cantare che è bello, utile e necessario esplorare fatiche e sofferenze in modo coraggioso, tanto quanto le gioie e le affascinanti avventure che ci attendono in ogni fase della vita. Si affina l’attenzione a quello che realmente consente di prendere il largo».

Nel 1999 il suo direttore spirituale le consiglia la lettura di “Storia di un’anima”, di santa Teresa di Lisieux: «Lei parla di vita quotidiana, di come reagisce per costruire relazioni con le sorelle e con il Signore in maniera semplice. Da qui a discernere che il Signore mi chiamava alla vita contemplativa c’è voluto un anno. Mi attraeva il desiderio di fare il volontariato negli ospedali, di essere impegnata in un servizio alla sofferenza, stare in un ambiente dove un gruppo di persone strappano dalla morte alla vita. Ma l’esperienza di preghiera in monastero a Sutri mi ha stravolto: quando si riconosce una spiritualità famigliare, avviene come un abbraccio che sorprende», ricorda suor Daniela, entrata come postulante il 14 novembre 2000, «memoria di tutti i santi carmelitani e data del mio Battesimo. Ho percepito il valore della dimensione fraterna nella comunità religiosa. Ognuno di noi desidera vivere la relazione con Dio e con il prossimo: si trova la strada per viverla nel modo migliore, per restituire l’amore ricevuto nella forma più feconda».

Nella comunità di Cerreto ha maturato «la modalità più affine alla mia indole per portare consolazione, ispirata dal carisma che in questa terra – visitata dall’alto per un’apparizione della Vergine addolorata – si esprime con particolare delicatezza». Il filo rosso della sua vocazione, quindi, resta quello di «fare rete con delle persone per trasmettere vita: una forma di maternità per portare Cristo e annunciarlo attraverso la mia esperienza di preghiera per portare la consolazione e la speranza di un’esistenza unita con Dio», precisa. «La malattia possiamo vederla come una serie di problemi o come punto di forza – aggiunge suor Daniela, che è anche giornalista e direttrice dell’Ufficio per le Comunicazioni di Pitigliano-Sovana-Orbetello –. Mi colpisce che persone con la mia malattia pensino all’eutanasia o si lascino andare; per me è un’opportunità per vivere con più intensità e un’occasione di speranza ed evangelizzazione».

IL LIBRO DELLA SETTIMANA

Spera. L'autobiografia di papa  Francesco (Jorge Mario Bergoglio)

Descrizione

 

Per volontà di papa Francesco questo eccezionale documento avrebbe dovuto in un primo momento vedere la luce solo dopo la sua morte. Ma il nuovo Giubileo della Speranza e le esigenze del tempo lo hanno risolto a diffondere ora questa preziosa eredità. "Spera" è la prima autobiografia mai pubblicata da un papa nella storia. Un'autobiografia completa, la cui stesura ha impegnato gli ultimi sei anni, che procede dai primi del Novecento, con le radici italiane e l'avventurosa emigrazione in America Latina degli avi, per svilupparsi attraverso l'infanzia, gli entusiasmi e i turbamenti della giovinezza, la scelta vocazionale, la maturità, fino a coprire l'intero pontificato e il tempo presente. Nel raccontare con intima forza narrativa le sue memorie (non tralasciando affatto le proprie passioni), Francesco affronta senza alcuna dissolvenza anche i nodi cruciali del pontificato e sviluppa con coraggio, schiettezza e profezia i più importanti e dibattuti temi della nostra contemporaneità: guerra e pace (compresi i conflitti in Ucraina e Medio Oriente), migrazioni, crisi ambientale, politica sociale, condizione femminile, sessualità, sviluppo tecnologico, futuro della Chiesa e delle religioni. Ricco di rivelazioni, di aneddoti, di illuminanti riflessioni, un memoir emozionante e umanissimo, commovente e capace di umorismo, che rappresenta il "romanzo di una vita" e al tempo stesso un testamento morale e spirituale destinato ad affascinare i lettori di tutto il mondo e a incarnare il suo lascito di speranza per le generazioni future. Il volume è arricchito da alcune straordinarie fotografie, anche private e inedite, provenienti dalla disponibilità personale di papa Francesco.

DIOCESI DI BOLOGNA

Per seguire le celebrazioni del cardinal Zuppi collegarsi a questo link:   www.youtube.it/user/12portebo

Prossimi appuntamenti

LE PAROLE DEL PAPA

In questi giorni mi sono giunti tanti messaggi di affetto e mi hanno particolarmente colpito le lettere e i disegni dei bambini. Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo!


CATECHESI DEL SANTO PADREPREPARATA PER L'UDIENZA GENERALE DEL 19 FEBBRAIO 2025

Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. I. L’infanzia di Gesù. 6. «Videro il bambino … si prostrarono e lo adorarono» (Mt 2,11). La visita dei Magi al Re neonato

Cari fratelli e sorelle,

nei Vangeli dell’infanzia di Gesù c’è un episodio che è proprio della narrazione di Matteo: la visita dei Magi. Attratti dalla comparsa di una stella, che in molte culture è presagio della nascita di persone eccezionali, alcuni sapienti si mettono in viaggio dall’oriente, senza conoscere esattamente la meta del loro andare. Si tratta dei Magi, persone che non appartengono al popolo dell’alleanza. La volta scorsa abbiamo parlato dei pastori di Betlemme, emarginati nella società ebraica perché ritenuti “impuri”; oggi incontriamo un’altra categoria, gli stranieri, che arrivano subito a rendere omaggio al Figlio di Dio entrato nella storia con una regalità del tutto inedita. I Vangeli ci dicono dunque chiaramente che i poveri e gli stranieri sono invitati tra i primi a incontrare il Dio fatto bambino, il Salvatore del mondo.

I Magi sono stati considerati come rappresentanti sia delle razze primigenie, generate dai tre figli di Noè, sia dei tre continenti noti nell’antichità: Asia, Africa ed Europa, sia delle tre fasi della vita umana: giovinezza, maturità e vecchiaia. Al di là di ogni possibile interpretazione, essi sono uomini che non restano fermi ma, come i grandi chiamati della storia biblica, sentono l’invito a muoversi, a mettersi in cammino. Sono uomini che sanno guardare oltre sé stessi, sanno guardare in alto.

L’attrazione per la stella sorta nel cielo li mette in marcia verso la terra di Giuda, fino a Gerusalemme, dove incontrano il re Erode. La loro ingenuità e la loro fiducia nel chiedere informazioni circa il neonato re dei Giudei si scontra con la scaltrezza di Erode, il quale, agitato dalla paura di perdere il trono, subito cerca di vederci chiaro, contattando gli scribi e chiedendo a loro di investigare.

Il potere del regnante terreno mostra in tal modo tutta la sua debolezza. Gli esperti conoscono le Scritture e riferiscono al re il luogo dove, secondo la profezia di Michea, sarebbe nato il capo e pastore del popolo d’Israele (Mi 5,1): la piccola Betlemme e non la grande Gerusalemme! Infatti, come ricorda Paolo ai Corinzi, «quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti» (1Cor 1,27).

Tuttavia gli scribi, che sanno individuare esattamente il luogo di nascita del Messia, indicano la strada agli altri ma loro stessi non si muovono! Non basta, infatti, conoscere i testi profetici per sintonizzarsi con le frequenze divine, bisogna lasciarsi scavare dentro e permettere che la Parola di Dio ravvivi l’anelito alla ricerca, accenda il desiderio di vedere Dio.

A questo punto Erode, di nascosto, come agiscono gli ingannatori e i violenti, chiede ai Magi il momento preciso della comparsa della stella e li incita a proseguire il viaggio e a tornare poi a dargli notizie, perché anche lui possa andare ad adorare il neonato. Per chi è attaccato al potere, Gesù non è la speranza da accogliere, ma una minaccia da eliminare!

Quando i Magi ripartono, la stella riappare e li conduce fino a Gesù, segno che il creato e la parola profetica rappresentano l’alfabeto con cui Dio parla e si lascia trovare. La vista della stella suscita in quegli uomini una gioia incontenibile, perché lo Spirito Santo, che muove il cuore di chiunque cerca Dio con sincerità, lo colma pure di gioia. Entrati in casa, i Magi si prostrano, adorano Gesù e gli offrono doni preziosi, degni di un re, degni di Dio. Perché? Cosa vedono? Scrive un antico autore: vedono «un umile corpicino che il Verbo ha assunto; ma non è loro nascosta la gloria della divinità. Si vede un bimbo infante; ma essi adorano Dio» (Cromazio di Aquileia, Commento al Vangelo di Matteo 5,1). I Magi diventano così i primi credenti tra tutti i pagani, immagine della Chiesa adunata da ogni lingua e nazione.

Cari fratelli e sorelle, mettiamoci anche noi alla scuola dei Magi, di questi “pellegrini di speranza” che, con grande coraggio, hanno rivolto i loro passi, i loro cuori e i loro beni verso Colui che è la speranza non solo d’Israele ma di tutte le genti. Impariamo ad adorare Dio nella sua piccolezza, nella sua regalità che non schiaccia ma rende liberi e capaci di servire con dignità. E offriamogli i doni più belli, per esprimergli la nostra fede e il nostro amore.