A LOURDES IN BICI, PER LA VIA TOLOSANA: 14-24 APRILE 2013
Ringrazio San Giacomo, per questo dono, nato dal desiderio di raggiungere la sua tomba a Santiago di Compostela partendo da casa. Da questo sogno è fiorito il “sogno nel sogno”, la possibilità di un pellegrinaggio mariano, nell’anno della fede, pieno del senso del sacerdozio cristiano, con la gioia di invocare una nuova Pentecoste comunitaria e il dono di sante e numerose vocazioni sacerdotali. Don Remo Resca
Partenza
“ O Signore, nostro Dio, come è grande il tuo nome, su tutta la terra!”
Con la benedizione dell’Arcivescovo Caffarra, domenica pomeriggio 14 Aprile 2013 parto in auto verso Ventimiglia. Là ero già arrivato a piedi, in due distinti momenti: da Piumazzo a Genova, nell’estate 2011; poi da Genova a Ventimiglia nel gennaio 2012. L’intenzione è proseguire il Cammino di Compostela, per la Via Tolosana. Varie circostanze fanno optare l’uso della bicicletta, più scorrevole, ma sufficientemente lenta, fisica e meditativa, come si addice ad un pellegrinaggio. Il cielo è sereno, alle spalle lascio una bella domenica di fede, una situazione famigliare sufficientemente tranquilla, una serie di affettuosi e preziosi saluti, da parte delle Suore e di tante persone amiche. Il viaggio in auto è lungo e sonnolento, eppure l’anima è tesa in una preghiera continua, nella gratitudine per il dono che sto ricevendo. A Ventimiglia, dopo molte peripezie, sistemazione in un B&B “La terrazza dei Pelargoni” al terzo piano di una vecchia casa nel centro storico, strapiena di oggetti, tappeti e vasi di fiori. Dormo poco e male, per la stanchezza e la tensione, inesperto della organizzazione di un viaggio con bici e borse al seguito. In un locale al Porto la pena aumenta davanti ad un pasto sgradito. “Alla sera sopraggiunge il pianto, al mattino ecco la gioia”. La gentile colazione, l’aria limpida del mattino, la bellezza del mare, le preghiere del pellegrino e per le vocazioni, cambiano tutto. Il luogo da cui parto si chiama “piazzetta del Canto”.
L'itinerario: oltre 800 km
Ventimiglia – Cannes. Km 68, lungo il mare, attraversando Montecarlo, Nizza, Antibes
Cannes – Le Thoronet. Km 83, attraverso St. Raphael, Frejus, Le Muy, Vidauban.
Le Thoronet – Aix en Provence. Km 86, attraverso Vins sur Caramy, Brignoles, St. Maximin la Ste Baume, Puyloubier, Le Tholonet.
Aix en Provence – Arles. km 78, attraverso Eguilles, Salon de Provence, Sain Martin de Crau
Arles – Montpellier. Km 81, attraverso Saint Gilles, Vauvert, Lunel, Baillargues
Montpellier – Beziers. Km 75, attraverso Laverun, Cournonterral, Montagnac, Pezenas
Beziers – Castelnaudary. Km 142, attraverso Capestang, Carcassonne, Bram, Pexiora.
Castelnaudary – Tolosa. Km 64, lungo il Canal du Midi, accostando Avignonet e Villefranche
Tolosa - Saint Gaudens. Km 92, attraverso Muret, Carbonne, Saint Martory
Saint Gaudens - Lourdes. Km 75, verso Monterjeau, La Barthe, Escalidieu, B. de Bigorre
Percorso risultato perfetto, strade tranquille, adatte alla bicicletta, in luoghi tutti molto belli. Anche la divisione in tappe assai sapiente, a misura di ciclista medio-scarso, ma specialmente a chi non vuole fare solo dello sport, ma dedicare tempo a liturgia, meditazione e cultura.
La Francia meridionale
“ Tutto è nostro, noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio”
Mentre in Italia la parola “meridionale” può avere qualche più o meno giustificata accezione negativa, in Francia è titolo di onore. Il più importante quotidiano locale si chiama “Midi Libre” e l’appellativo “du Midi” viene abbinato alle realtà locali più significative. Attraverso tre regioni: la Provenza, la Linguadoca e la Pirenei du Midi, dove appunto si trova Lourdes. E’ tutta una terra bellissima: le spiagge della Costa Azzurra, le colline dell’interno, le montagne innevate a fine percorso. In Francia non c’è vera pianura, ma un terreno a conformazione particolare, che sembra pari, ma in realtà sono lunghissime salite o lunghissime discese. Il vento soffia abbastanza forte, tutto l’anno, se ne ha conferma dai numerosi parchi eolici, con le pale rivolte a ovest. Il nostro viaggio andrà controvento, da est a ovest e la difficoltà più grande saranno proprio i giorni di tempo perturbato, ancora più probabili in primavera. Conoscevo già Nizza e Cannes, la sorpresa è venuta dalla bellissima costa dell’Esterel, specialmente per i ciclisti, numerosissimi e St. Raphael che unisce la dolcezza delle città sunnominate a maggior naturalezza ed eleganza. L’interno è di una grazia speciale, pieno di coltivazioni, boschi, ma anche improvvise e alte catene montuose, come il Pic du Vittoria, che ispirò tanto il pittore Cezanne, alle porte di Aix en Provence. Il paesaggio, non so se del Midi o di tutta la Francia, ha il suo specifico nei solenni viali di platani. Nel mio sguardo, la Francia corrisponde all’albero del platano. Specialmente per il viaggiatore in bicicletta, attraversare queste gallerie naturali, di verde tenero, sormontate su chiare colonne, è una esperienza fantastica e pressoché continua. I francesi sono bravissimi a curare gli spazi pubblici: strade, viali, parchi, giardini, piazze, tutte splendide, pulite, arredate, con aiuole fiorite, che fanno da sfondo ad architetture straordinarie, in gran parte religiose. Oltre alle grandi città, anche i piccoli paesi hanno sulle loro sommità chiese-castello davvero notevoli. Numerose e comode le ciclabili, alcune addirittura lussuose, come quelle fra Nizza ad Antibes, o fra Laverun e Cournonterral. Un capitolo speciale spetta a quella cosa strana e mirabile che è il Canal du Midi. Ho cercato sempre di evitare le strade Provinciali, costruendomi un percorso alternativo, risultato alla fine perfetto, allungando un poco le distanza, ma riservandomi calma, piacevolezza, meditazione e incolumità.
Durante il viaggio ho sempre mangiato bene, in modo semplice, non disdegnando il gusto locale per le salse, che fanno molto “francese”. Di giorno entravo nelle mitiche Boulangerie, i forni-pasticceria, per panini o Pain e Rize (focaccia dolce con uva passa) spesso vi servivano anche il caffè (nei bar invece si trova di rado qualcosa da mangiare ). Alla sera nelle Brasserie una Salade Nicoise con Entrecote (insalata e bistecca ai ferri) era la cena normale. Senza disprezzare le pause nei Mc Donald, presenti all’ingresso di ogni città, anche piccole: con la loro aria prevedibile, i tavolini ordinati e comodi, il cibo dal gusto noto e sempre uguale, offrono al viandante solitario istanti famigliari e di riposo, anche interiore. Unica variante di lusso, ad Arles in un locale davanti all’Arena, una Soup de Poisson, gradevole cena di pesce e a Tolosa la Cassolette, specialità del luogo, buona, piatto popolare con fagioli e maiale, molto calorico, proprio adatto in mezzo a tanti chilometri. Pernottamento in Hotel economici, prenotati giorno per giorno su booking.
Motivi di preghiera
Sono partito con tre motivi spirituali ben chiari: 1. pregare per il proprio sacerdozio, offrendolo a Maria, chiedendo il dono della sua maturità. 2. invocare su tutta la parrocchia il dono dello Spirito Santo, per una nuova Pentecoste comunitaria. 3. chiedere al Signore attraverso la Madonna il dono di vocazioni sacerdotali. Pregare per le vocazioni, aiuta molto a capire qual è la natura, la forma giusta, del sacerdozio cristiano, soprattutto l'essere ordinato in un modo semplice, totale, umile e puro ai tre grandi sacramenti, dell'eucarestia, del perdono e della parola. Il sacerdote che attrae vocazioni, non è il sacerdote "in gamba", ricco di doti umane, che possono confondere l’umano col divino, ma il sacerdote "alto" è una persona semplicissima, umile, che mette col suo agire in risalto non se stesso, ma Dio, attraverso una totale confidenza e dedizione alla Parola, all'Eucaristia e al Perdono. Già nel mio primo viaggio a Lourdes, come seminarista a 18 anni, chiesi alla Madonna il dono della "maturità umana e spirituale". Ora ritorno da Maria, per ringraziare e innovare questa richiesta, sicuro di essere esaudito, come pure la richiesta di una nuova Pentecoste, effusione dello Spirito, per la salvezza delle anime, in una comunità missionaria, fervida, potente; pur essa umilissima, come Maria. Durante questo pellegrinaggio è mancata molti giorni la messa feriale. Per averla ad Aix en Provence ho partecipato ad una Messa in latino della Comunità S. Pio X° i Lefevriani. Meditando ogni giorno le letture, tutte incentrate sull'Eucaristia, ne derivava una più intensa preghiera vocazionale, non solo per Piumazzo, l'Italia, ma anche per la Francia, per il mondo intero. Confermando sempre di più il valore della Eucaristia, nello stesso tempo sereno, consapevole di essere io stesso "tempio dello Spirito Santo". Non era indispensabile allora trovare chiese aperte, perchè Lui sempre è con me: la “apertura” è la fede e la preghiera. Questo non toglie valore alla Eucaristia, ma lo rafforza. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui”. Ho vissuto giorni costantemente alla presenza di Dio, senza distrazioni, aiutato dal pellegrinaggio, dal movimento, dai luoghi, dagli incontri, dai pensieri, anche delle fatiche, moltissimo dalle fatiche, come occasione per volgersi a Dio, per vedere segni della sua azione, della sua bontà, della sua potenza. Per questo sono stati giorni perfetta gioia, di piena fede, nella continua e dolce tensione di mettere da parte me stesso, per lasciare spazio a Dio, convinto della sua presenza, della sua azione, del suo desiderio di bene verso di me e verso ciascuno. Preghiera pastorale, per la comunità, confermata dalla soave immagine d'uomo di Dio dipinta su una casa e dalla miriade di greggi di pecore, simbolo dolcissimo incontrato spesso durante il cammino.
Pellegrino in bicicletta
Cara compagna di cammino, la bicicletta si presta bene al pellegrinaggio, umile, silenziosa, impegnativa. Si può pregare in bicicletta, soprattutto l'esercizio meditativo e la preghiera di ringraziamento e intercessione. Rispetto al cammino a piedi, non permette la lettura, richiede attenzione alla strada e vigilanza a non entrare troppo nello spirito sportivo: andare forte, fare chilometri, ecc. Una volta improntato lo stile giusto, riesce facile e fruttuoso per anima e corpo il procedere. Il senso dinamico del paesaggio eleva l'anima e nasce una preghiera speciale: "Ti ringrazio Signore della mia bicicletta, affidabile, servizievole, divertente. Ti ringrazio di non avere avuto guasti, nè forature, e chiedo se possibile non averne mai, perchè tu sai, non sono un bravo meccanico e officine da bici ne vedo poche".
Tutte le marche di bici hanno un modello da viaggio. Di solito è un adattamento di un modello da turismo cui vengono aggiunti portapacchi e tripla. Solo due marche hanno studiato una bici appositamente per i lunghi viaggi: la americana Kona con la Sutra e la tedesca Cube con la Katmandu. Robuste, scorrevoli, comode. Il viaggio a Lourdes è stato fatto con una Cube nella versione economica Dehli, assai soddisfacente.
Il Cammino di Santiago in Francia
La tradizione Jacopea è profondamente radicata in Francia, fin dal Medioevo e tuttora vivace. Ci sono almeno quattro cammini importanti, ciascuno dalle principali regioni. Il più famoso e frequentato è quello centrale, che parte da Puy le Velain. Ma anche il Midi ha un suo Cammino, la Via Tolosana, che si collega alla Francigena, verso Roma, e ufficialmente parte da Arles e arriva al passo pirenaico del Somport. Da qui si congiunge col Cammino Aragonese, dal Somport a Puente la Reina.
Ho incontrato molti segni di questo cammino, pur non avendo fatto esattamente lo stesso itinerario, preferendo un tragitto più razionale e ciclistico, rispetto a quello tradizionale, tortuoso, a misura di camminanti. Una gioia immensa comunque trovare ovunque rimandi e specialmente pellegrini di Santiago veri in carne ed ossa: a S. Maximine del la Saint Baume un gruppo di giovani; a Saint Gilles un pellegrino solitario; sul Canal di Midi una numerosa famiglia tedesca, con conchiglia ben esposta; verso Lourdes una coppia di ciclisti.
Momento speciale nel viaggio francese il rapporto con San Rocco, venerato pellegrino, nato a Montpellier, morto a Voghera e sepolto a Venezia. Ho visitato nella città natale la grandiosa Basilica (chiusa) ma specialmente ho vissuto uno dei momenti di preghiera più belli in una piccola cappella a lui dedicata (aperta) alle porte di St. Raphael. Il mio casco, davanti al Tabernacolo e a fianco la statua di San Rocco, saranno uno dei simboli più significativi del cammino.
La Francia e la fede
Il Cammino in Francia lascia nello sguardo del pellegrino la visione e il ricordo di innumerevoli e meravigliose chiese, in maggior parte monumentali, di pietra, in stile romanico-gotico, abbinate a strutture massicce, con campanili arditi, visibili da lontano, incastonati in piazze non meno solenni e belle. A fronte di questo positivo stupore, la amarezza di vederle quasi tutte chiuse, sia nelle città che nelle campagne, con ricorrenti avvisi a ingresso dei paesi, con l'orario della unica messa domenicale, talvolta neppure quella. La messa feriale è quasi inesistente: nella città di Arles, 70,000 abitanti, il giorno del mio arrivo di giovedì, una sola messa, al mattino alle 8,30, naturalmente da me persa. Cattedrali gremite di turisti durante il giorno, alla sera chiuse come comuni musei. Così i grandi solenni Monasteri incrociati, la Abbazia di Le Thoronet, la Abbazia di Valmagna, la Abbazia di Escalidieu , tutte senza più vita religiosa, trasformate in relais, ristoranti tipici, o luoghi "di interesse storico culturale", restaurati, messi a disposizione del pubblico, con depliant e biglietti di ingresso, ma senza preghiera, senza sacerdoti, senza fede. Ho considerato che forse queste espressioni della fede, non sono esattamente quelle che Dio, in un modo più alto e definitivo, vuole, che a Dio fa più piacere abitare nel cuore vivo di una persona viva e di una comunità, che non in un pur mirabile tempio di pietra, il quale rischia sempre di divenire cosa umana, una opera nostra, un idolo dunque. "Lascia pure che i meravigliosi monasteri divengano alberghi, che tutto questo mondo decada dalla sua origine, ma fa che nelle anime, nei poveri, nei credenti, abiti Dio, con la semplicità della fede di Maria". Così diceva la voce del cuore. Ho visto paesi nuovi, graziosi, come La Fauga, dopo Tolosa, cui non mancava nulla per stare bene: case ordinate, giardini, parchi, asili, cimiteri, ma dove la chiesa non viene neppure più costruita. Questa è la Francia di oggi, un paese meraviglioso, ma che popolarmente si è allontanato dalla fede cristiana . Eppure al centro di quasi tutte le antiche piazze, rimangono innalzati monumentali crocifissi, ricordo di Missioni passate ... C'è dunque in Francia il ricordo di Gesù e di Maria (Lourdes). Si aspetta l'arrivo una anima santa, come il Curato d'Ars o S. Teresa del Bambini Gesù, che faccia risorgere queste vestigia e le trasformi in fede viva, popolare, missionaria.
Cammino di Paradiso
Uscendo dalla strada provinciale, vicino ad Equillet dopo Aix en Provenne, davanti ad una strada in lieve salita, circondata da campi colorati di verde e di giallo, mi rendo conto della dimensione paradisiaca del cammino che sto facendo. Viene in mente tutta la traversata della Costa Azzurra, innumerevoli paesi, con i porticcioli di barche, le case belle, colorate, i negozi e tutta la gente in festa camminare nel lungomare, di Nizza, di Cannes. L'azzurro sereno del cielo, gentile nelle bianche nuvolette della Provenza, la grande pace del cuore, la gioia nel pensare al proprio passato e al proprio futuro, le montagne del Pic di Vittoria, fiumi, torrenti, laghi che incrocio in continuazione, la felicità di quel pedalare senza fine, fa proprio sentire in Paradiso. Spesso i salmi con cui prego invitano al canto e alla lode. Allora con entusiasmo intono tutte le canzoni che conosco, prima di tutto “Tout le matin nous prenons le chemin” canto dei pellegrini francesi sul Chemin de Chompostelle. Per moderare quella gioia proprompente, per vivere nella temperanza, cerco di ricordare lo scopo della venuta di Gesù sulla terra, che è il perdono dei peccati: questo porta ad una beatitudine paradisiaca non meno vera, ma più contenuta e più profonda.
Il giorno del vento
Beziers, domenica mattina. Dopo un buon sonno, lascio felice la meravigliosa città, nutrito dalla eucaristia nella Messa prefestiva. Parto nel buio della notte, fotografo dal basso la Cattedrale illuminata e attraverso Pont Nuev pieno di speranza. Da due giorni tira vento contrario, stamattina il cielo pare quieto. Con facilità esco dalla città imboccando la provinciale deserta. Ma all’alba inizia di nuovo a spirare un vento contrario, piuttosto forte. Sono ancora pieno di energia, spero che duri poco, fiducioso procedo. In realtà quel forte vento contrario mi accompagna tutto il giorno, in quello che è la tappa più lunga: 135 km. fino a Castelnaudary. Penso a Gesù che fece il miracolo di calmare la tempesta sul lago, perché anche a lui “ il vento e il mare obbediscono”. Poi penso alla fatica come segnale di “essere io degno di questo prova”, condizione per dare alla preghiera una forza speciale. Penso anche che il vento è il segno dello Spirito Santo e inizio a guardarlo con amore: “Grazie, Signore, del vento, che fa danzare tutto il creato; grazie, Signore, del vento, che semina i pollini e dona la vita; grazie, Signore, del vento, che mi rallenta e invita alla umiltà”. Questi pensieri d'amore aiutano a procedere con più fiducia, però continuo a lottare contro la forza contraria, talmente intensa, che in discesa quasi mi fa stare fermo. Arrivo a Carcassonne con tre ore di ritardo e ci sono ancora 40 km da fare. In quel momento di fatica immane, comincio a ripetere le parole del Salmo della liturgia domenicale: “il Signore è buono, il suo amore per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione” Questa frase, come una litania ripetuta a modo di rosario, per opporre all’apparenza penosa una lettura di fede, in una sofferenza sempre crescente, fino alla fine. Arrivo alla meta esausto, il volto è una maschera di fatica, lo stomaco non ha più voglia di cibo, ma soprattutto l'anima è prostrata quando m'accorgo d'avere perso il taccuino degli appunti, caduto dalla borsa inavvertitamente. E' il colpo di grazia per il cuore. A quel quadernetto avevo affidato i ricordi dettagliati del mio cammino; ora ho perduto tutto, l’energia e la memoria, come se tutto il mio viaggio fosse cancellato, inutile, morto.
Canal du Midi
La provvidenza regala un sonno profondo, un buon risveglio mattutino, un saluto affettuoso a Katia la ragazza della reception e l'incontro sorprendente col Canal du Midi . Un singolare parco, nastro interminabile di acqua, platani, barche e dolcissime sponde. Gentile non è solo il luogo, ma tutta la gente che lo frequenta. Normale salutarsi tutti, come sul Cammino: " Bonjour" “Bonjour”. Ci sono coppie, famiglie con bambini, persone solitarie, a piedi, in bicicletta, sulla barca, anche le anatre, i pesci e tutte le creature sembrano partecipare di questa letizia. Dopo la giornata della “grande prova”, ringrazio Dio della consolazione, della tenerezza, di questo ambiente e di questa giornata. Mi fermo incuriosito alle “chiuse”, nel vedere le navi superare i dislivelli delle acque, un sistema tanto ingegnoso, quanto curioso e spettacolare. E’ un'opera che non si capisce bene perché sia stata costruita. Si ha l'impressione sia stata fatta per puro divertimento, per bellezza, per la gioia di mostrare quale meraviglia può portare il Creato unito all'Ingegno dell'uomo. Lungo le sponde del Canal du Midi entro in centro a Tolosa e mi pare che tutta la città sia rischiarata dalla gentilezza questo percorso. In realtà Tolosa in se stessa è una città bellissima, sia nella parte storica, monumentale, sia nella parte moderna. Sono molto contento che, per condividere una cosa bella con Massimo, che poi non ha potuto venire, abbia allungato la strada, attraversando questa mirabile città e spettacolo della natura … troppo naturale! Per tutti i 60 km del percorso sul Canal non incontrerò neanche un bar, neanche un negozio e patirò un po’ di fame. Dal giorno dopo nelle borse, o nel portapacchi, non mancherà la mitica baguette
L'arrivo
Dopo Tolosa, anche il percorso lungo il fiume Garonna fino a St. Martory e poi Lourdes è pieno di serenità, di gioia. Il paesaggio meraviglioso, fino quell'incanto che offre il Pic de Midi di Bigorre. Zona di montagna con paesaggio che ricorda molto le Dolomiti, ma a ben vedere è il bel paesaggio del Pirenei in primavera. Ai greggi di pecore dei giorni precedenti, si sostituiscono le mucche al pascolo; ai campi coltivati i boschi di larici e le vette innevate. In questo contesto il cuore si prepara all'incontro con Maria. Per arrivare presto a Lourdes parto alle tre di notte da Saint Gaudens. In alto la luna piena rischiara la strada; il lungo allenamento e l'entusiasmo della meta aumentano le energie. L’ingresso a Lourdes avviene alle 11 del mattino, in modo tranquillo, naturale: c'è il sole e ed è piacevole il caldo, dopo una notte in cui ho patito tanto freddo. Attraverso Rue de la Grotta, fino alle Esplanade, scendo dalla bicicletta e lentamente a piedi mi avvio verso la grotta, chiedendomi quale preghiera dire, come dire, quali emozioni provare. E il cuore, sicuro, suggerisce: “fai una preghiera semplice, recita la avemaria, il rosario, in un modo naturale, non aspettarti speciali sentimenti, emozioni, rivelazioni. Siì semplice e questo sarà il massimo, il modo più gradito a Dio e a Maria, il più potente per vivere la grazia”
Così avviene. Mi fermo, col casco in testa e la mia bicicletta appoggiata al muretto sul Gave, per una preghiera semplice e devota, in gioia raccolta, intima, grata, proprio per questo altissima e vera . Una guardia, con fare severo, mi dice che non si può entrare in bicicletta e intima l’immediato allontanamento; io faccio un po' il furbo e mi porto sempre con la bicicletta dall'altra parte del Gave, di fronte alla Grotta. Credo che la Madonna sia contenta di vedermi con la mia bicicletta. Poi obbedisco alle regole, esco, mi porto alla Stazione a comprare il biglietto di ritorno e al pomeriggio, senza bici, di nuovo davanti alla Grotta. Santa Messa alle 17, riuscendo a partecipare un poco al rosario delle 18,00 durante il quale mi vedono da casa su Sat 2000. Rimango anche alla fiaccolata, portando del cuore questo insegnamento: che la preghiera più grande, gradita a Maria, come quella di Maria è quella più semplice, naturale, l'avemaria e i piccoli sacrifici, soprattutto per la conversione dei peccatori.
Conclusione
Ti ringrazio, Signore, di questo nuovo mirabile pellegrinaggio. Ti ringrazio del progetto grande di arrivare alla tomba dell'apostolo Giacomo, partendo da casa. Ormai il sogno è quasi completamente realizzato: quello che manca non mi fa più premura, lo tengo in serbo per momenti speciali, di grande bisogno, o di grande gioia, per ringraziare. Nessuna fretta di realizzare quel poco che manca. Mi hai fatto passare giorni bellissimi, come ogni cammino, confermando una dolce vocazione, dal segno di tanti pellegrini incrociati per strada e al ritorno.
Dieci giornate di solitudine, senza quasi mai parlare con nessuno, non conoscendo la lingua francese, eppure senza mai sentirmi solo, anzi, vivendo un senso di pienezza, di pace, nel dialogo ininterrotto con Te, Santissima Trinità, che abiti nel cuore e parli in continuazione, coi vangeli e gli eventi straordinari che ogni istante capitano in un pellegrinaggio. In bicicletta, oltre 800 chilometri, nel creato e nella cultura, attraversando mari, colline e città e soprattutto la mia storia personale, per un sacerdozio lieto, umile e grandissimo, alla luce ed esempio di Maria.