Diario, dalla Pasqua 2016
24 Marzo 2016 GIOVEDI SANTO
Giorno speciale, per me e per la chiesa: istituzione del Sacerdozio, della Eucaristia, del comandamento dell'Amore. Lo vivo con animo sereno e "pieno". Capisco che il dono che possiamo offrire a Dio, ha come tre "gradi". Il primo è la preghiera di gratitudine, quando tutte le cose vanno bene, salute, lavoro, umore. Il secondo è quando ci sono dei problemi e offriamo la nostra preghiera di intercessione "con insistenza". Il terzo, il massimo, è quando offriamo il nostro dolore, in unione alla Passione di Cristo. Piccolo quale sono, vivo il primo gradino, quello della pace e gratitudine.
Terminato il mio mese in Facebook. Una grazia e una prova. Naturalmente non superata. Sono caduto nel tranello della dissipazione, unitamente alla esperienza di una grande relazionalità. L'ho vissuto da sacerdote, anzi da sacerdote novellino, con tanto entusiasmo e ingenuità. Facebook occorre saperlo usare e non è facile. Ti prende la mano, è lui a dominarti. Come del resto è il pericolo di tutta la modernità. Sfida dell'eccesso, che diventa dispersione e disgregazione. Importanza allora di una vita spirituale che ti riporti sempre al centro. Facebook ti insegna il linguaggio della comunicazione: si impara ad essere veloci e vitali, con un supplemento di anima, a dire molto in poco tempo e in poco spazio. L'arte di mettersi in piazza, accanto alle migliaia di altre voci. In questo è educativo; conduce a sincerità, umiltà e verità.
Giovedi Santo 2016 sotto il segno delle stragi di Bruxelles. Sconcertano e confondono. Non si sa se meglio aspettare o agire, parlare o tacere, contrapporsi o andare incontro. Nel cuore sento che la cosa più importante è difendersi dalla paura, perchè lo scopo del terrorismo è seminare la paura. In Gesù raccogliere ogni dolore; in Gesù raccogliere ogni speranza. "Io sono la via, la verità e la vita". Colpisce particolarmente la lezione dell'Ufficio: "Gesù è colui che coprì di confusione la morte e gettò nel pianto il diavolo, come Mosè il Faraone".
Ore 23,00. Celebrazione "In Coena Domini" molto bella. Tanta gente, clima composto e raccolto. Jasmin si ingegna molto a fare in modo che non manchi nulla, così le Suore e tutti. Avverto di "avere qualcosa da dire", come mai in passato. Bella anche la adorazione preparata dai giovani. Gioia del sacerdozio, qui, ora. Le Suore, nel nuovo colore grigio, stanno proprio bene!
25 Marzo 2016 VENERDI' SANTO
La festa della Annunciazione di Maria è liturgicamente rimandata al 4 Aprile, comunque ispira vivere questo Venerdì Santo in modo mariano, pregando col rosario e riprendendo in mano le catechesi di Padre Gasparino sulla preghiera ( n 37 in youtube).
Andando a Bologna, da Andrea, il cuore si chiede: "Cosa cerchi?"
"Gesù e la Croce". Esperienza intima di pace e forza.
La preghiera e i sacramenti sono prodigiosi, ma non magici. Richiedono la nostra collaborazione. Cambiano la vita solo se vissuti con fede. Preghiera e Comunione privi di consapevolezza sono inutili, forse anche dannosi. Impegno nel Venerdi Santo di vivere il rapporto con Gesù, attraverso la Liturgia, con consapevolezza.
Durante la liturgia del mattino, realizzo quanto sia adatta per accompagnare il fine vita, riempiendolo di senso e di forza. Abituarsi al breviario perchè risplenda di luce speciale nel tempo della vecchiaia e della prova. Anche in quella stagione comunque, Gesù apprezza lo si ringrazi, che si offra il dono della propria gioia. Tanto più preziosa la gioia, quanto difficile e scarna. Come il vino Picolit, le cui uve radissime offrono un prodotto sublime.
Davanti alla Eucaristia leggo "L'abbraccio benedicente" di Nouwen, libro bello, prestatami da Sabrina Malaguti. L'autore si incontra col quadro "Il figliol prodigo" di Rembrandt e fiorisce un esame struggente della sua vita e in qualche modo della vita di tutti. Ci si identifica progressivamente con ciascuno dei personaggi, in modo originalissimo, vivo, al di là di ogni piatta interpretazione comune.
"Hai cercato amici per tutta la vita; hai desiderato ardentemente affetto da quando ti conosco; ti sei interessato a migliaia di cose; hai chiesto attenzione, apprezzamento e affermazioni a destra e sinistra. E' venuto il tempo di affermare la tua vera vocazione - essere un padre che può accogliere con calore i loro figli senza far loro alcuna domanda e senza volere niente in cambio. Guarda il padre nel tuo dipinto e saprai chi sei chiamato ad essere. Noi e la maggior parte delle persone attorno a noi, non abbiamo bisogno di te come un buon amico e nemmeno come un fratello generoso. Abbiamo bisogno di te come un padre disponibile a rivendicare per sè l'autorità della vera misericordia" (Pag 38)
Anche io sono stato sia il figlio bravino ma invidioso, che il figlio scapestrato ma penitente; alla fine grato della bontà educativa del padre; il figlio che si rende conto di avere ricevuto tutto, ogni bene desiderabile, ogni soddisfazione, sia in cose che possibilità. E' giunto ora il momento di essere "padre", non più centrato su di me, ma sugli altri, da vedere, aspettare, soffrire, accogliere, rallegrarsi, educare ... Rembrandt muore a 63 anni, questa età mi dice qualcosa ...
26 Marzo 2016 SABATO SANTO
Ogni pensiero che non abbia la forma della preghiera è come perduto. Dio ha profonda compassione per quelli che non sanno pregare, perchè sono i più poveri di tutti. Un povero che prega è ricco, un ricco che non prega è poverissimo. Pregare significa pensare tutto davanti al volto di Dio. Egli sempre "benedice", cioè "dice cose buone". Anche chi prega "dice sempre cose buone", cioè benedice.
Nella giorni scorsi parecchi operai lavoravano nel Cantiere della chiesa: pontisti, muratori, imbianchini, elettricisti. Già tolto il ponteggio esterno della cupola, nella parte più alta. Il Giovedì Santo, tolto anche il grande ponteggio centrale, interno alla chiesa. La volta irradia per la nuova garbata tinteggiatura. "In un mese e mezzo finiremo i lavori in tutti i tetti della chiesa" assicura Stefano, il capocantiere. Come un malato cui vengono pian piano tolte le bende.
27 marzo 2016 DOMENICA DI PASQUA
Bella la giornata dl Sabato Santo, con una tranquilla preparazione della chiesa e le confessioni, Non tante di numero, a dire il vero, anche se molto belle quelle celebrate. Spero sia la mancanza di "confessionale" la ragione; comunque obiettivo dell'anno della Misericordia è la riproposizione di questo sacramento. Sempre suggestivo il momento delle benedizione delle uova, folla di bimbi e giovani, per un rito semplice e buono, cui arrivano per tempo, dove si respira clima di attesa. Cerco di corrispondere con una preghiera di senso, non limitata al puro rituale, sperimentando il potere dolce della "benedizione" il "dire cose buone".
Anche la Veglia è bella; folla non tanto numerosa, ma raccolta e attenta. Colpisce la presenza di qualche outsider, come quel giovane parrocchiano che di solito non viene in chiesa e mi chiedo come viva una celebrazione così lunga e "teologica". Due ore circa, non credo per lungaggini, ma per una volontà di celebrazione integrale. L'omelia è un mix di preparazione e improvvisazione. Colgo l'importanza della preparazione remota e dell'animo gioioso e sereno, trasmesso alla assemblea, più del puro dato concettuale.
La giornata del Sabato Santo termina, rileggendo alcune pagine di Diari (del 79). Divo Barsotti diceva che nulla è maggiormente edificante per la sua anima della lettura dei vecchi diari, passaggio di Dio nella propria vita. Quasi un eco delle sette letture della Veglia, "Dio che racconta la sua storia", notte in cui ripercorrere il proprio cammino di grazia.
Risveglio molto presto. Ansia? Stanchezza? Entusiasmo? Un pò tutto, semplicemente Pasqua! Desiderio e proposito di viverla in serena e solerte preghiera, col rosario, cogliendo la "Infinita speranza" di questo giorno.
30 Marzo 2016 Mercoledi della Ottava
Inizio la giornata ascoltando Dio attraverso il santo del giorno, S. Leonardo Murialdo. Vissuto a Torino, ai tempi di S. Giovanni Bosco, fa parte di quel gruppo di sacerdoti piemontesi della carità. Pur meno famoso dell'educatore di Valdocco, ebbe vita intensa, e non meno santa. E'sepolto nel Santuario Nostra signora della Salute, in via Vibò 24 Torino. Lo ammiro per la sua attività pluriforme, intelligenza, azione meno autocentrata di don Bosco. Mi piacerebbe andarlo a trovare in un eventuale pellegrinaggio a Torino. In Fb riporto alcune sue frasi:
"L'uomo che prega è il più potente del mondo", "La preghiera è l'anima e la forza dell'uomo. Sia fatta con umiltà, confidenza, perseveranza. Non basta però pregare, bisogna pregare bene, cioè col cuore", "Carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, dolcezza. Come senza fede non si piace a Dio, così senza dolcezza non si piace al prossimo" (S. Leonardo Murialdo)
Bella la Pasqua e i giorni che ne sono seguiti. Mi rimane la sensazione di una vicinanza a Dio dei parrocchiani, ugualmente forte è il senso della distanza da Lui, mia e di tutti. A Pasqua non erano presenti tanti quanti mi sarei aspettato. C'era gente, ma non una gran folla. Appello ad un lavoro di apostolato, oggi sotto la guida di S. Leonardo.
Un giorno chiesero ad un Padre "è più santo quel monaco che sfugge agli uomini, o l'altro che li abbraccia?". "Entrambi - rispose - Si è giusti in molti modi, a seconda del dono di Dio". In conclusione impegnarsi secondo il proprio carisma, senza confronti, senza pigrizie, con libertà.
"L'opera di misericordia" più urgente oggi? I bisogni "basici", del mangiare, bere, vestire, alloggiare nel mondo rimangono primari. In occidente più forti sono i bisogni "spirituali", da ansia, insicurezza, disorientamento, frammentazione dei rapporti, mancanza di un fine.
Il mondo moderno è caratterizzato dall'"eccesso", dalla ricchezza; anche nei paesi poveri, esiste il fenomeno, di cui godono pochi, di una smisurata ricchezza. La figura guida rimane il "monaco", colui che aiuta a riportare tutto all'unità.
Come essere "monaci" nella complessa e agitata vita che ci ritroviamo? Facendo esercizio di ordine per ritrovare armonia; di sobrietà per ritrovare l'essenziale; di preghiera per ritrovare Dio; di lentezza per ritrovare l'altro; di creato per ritrovare gioia, di intelligenza per ritrovare la verità.
Da una conversazione con Gerry, bevendo il caffè, mi rendo conto della pluralità delle dottrine religiose, intorno ai dati fondamentali della fede. Per esempio il rapporto fra risurrezione e reincarnazione, oppure l'identificazione di Dio con "energia" di tipo "angelico". Mi accorgo che la pluralità di fonti cui tutti attingono (film, riviste, libri, idee personali ...) oltre a formare un multiforme e variegato scenario dottrinale, è spesso in contrasto con le basilari verità della fede cristiana, come l'unicità di questa vita e Dio come una trinità di "persone divine". Che fare? Consapevoli che tutto ciò fa parte di quel fenomeno di "eccesso", da cui confusione e disorientamento, mettere le proprie energie al servizio della "ortodossia cattolica".
La liturgia pasquale del resto celebra la vittoria del bene sul male, e quindi anche della verità sull'errore. Vivere la Pasqua, non significa solo impegnarsi fiduciosi per Gesù, "Via Verità e Vita", ma anche celebrare la certezza del suo sereno e travolgente trionfo .
Con mio padre parliamo dell'ospedale di Castelfranco. Gli dico che non c'è più il Prof. Garoia, che adesso è praticamente un convalescenziario. Mi chiede se "adesso prendono quelli che vanno a morire ... e aggiunge trovo sia una cosa molto brutta, non è giusto togliere ogni speranza al malato" In effetti a Castelfranco stanno per realizzare un progetto simile, un "Hospice" e la conversazione col babbo fa riflettere sulla sua eticità concettuale degli "Hospice". D'altra parte, rimossa la preparazione spirituale alla morte, la cultura laica propone il tema nella veste organizzativa ... Riflettiamo anche su altri temi, sul fatto per esempio che "Il sistema sanitario non va bene perchè in esso si cerca prima di tutto il profitto ... "
Riporto un post che mi ha toccato, di Francesco Gandolfi, condiviso in Fb
Un altro grande italiano è scomparso.
Sono triste per la morte di Paolo Poli: eclettico, dissacrante, istrionico uomo di
teatro con una cultura letteraria sconfinata. Un genio brillante dell'insolito, del ribaltamento situazionale, dell'uso sapiente della tecnica ironica.
Grazie per avermi fatto ridere, sorridere e pensare.
Faccio seguire una mia considerazione:
Grazie alla tua segnalazione, Francesco, cerco di conoscere Paolo Poli. Mi affascina, lasciandomi alla fine una domanda, inevitabile in me prete, sul rapporto profondo fra la sua anima e la fede cristiana. Lui non amava parlarne e sfuggiva elegantemente al tema, con battute. Ma la domanda rimane e mi pare di capire che il suo contributo, alle cose più elevate, stia in una raffinata “leggerezza”.
Sorella della fede è anche la “dissacrazione”. Essa non combatte Dio ma gli idoli. Questi si riconoscono dalla loro pesantezza. L’idolo è sempre ottuso e ignorante, non ha mai il senso dell’umorismo. E’ tanto facile cadere in preda agli idoli! La dissacrazione è un bene, ma le manca la pars construens. Meglio di tutto, allora, è la buona vecchia religione, unione di gravità e leggerezza. “semplici come colombe, prudenti come serpenti”. Grazie Francesco
Proprio mentre sto pensando a quali cambiamenti abbia compiuto in me la Provvidenza, in tutti questi anni, acquisizione di sempre maggiore sicurezza, superamento di tante fatiche e tempeste, iconizzate curiosamente in quel simbolo di giovinezza compiuta, che è la moto, proprio adesso arriva fra le mani il libro bellissimo di Nouwen "L'abbraccio benedicente". Un libro, formalmente, sulla parabola del figliol prodigo, un libro sulla confessione, un libro sulla misericordia nell'anno del Giubileo. Ma è molto di più. A parte la squisita bellezza letteraria, che porta a leggerlo d'un fiato, c'è in questo racconto un supplemento di anima, che nasce da un travaso di esperienza culturale e spirituale. Libro "vero", da tutti i punti di vista, che senza spostarsi da un impianto spirituale cristiano classico, si dona come una storia viva, originale, fino a trovare il Padre e divenire noi stessi il Padre.
31 Marzo 2016 Giovedi
Buon giorno Gesù.
Voglio vivere questo giorno come il primo,
come l’ultimo, come l’unico.
Voglio che sia bello, pieno di opere buone,
di pazienza, preghiera, allegria,
un giorno di libertà, di ascolto, di amore.
Tu lo vuoi per me, io lo voglio per Te.
31 marzo 2016, un capolavoro!
1 Aprile 2016 Venerdi QUARANTORE
Tre sono i miracoli più belli di Dio: il Presepe, con cui ci dona l'umiltà, la Pasqua con cui vince la morte, l'Eucaristia con cui rimane sempre in mezzo a noi". Ispira segnalarvi una catechesi eucaristica di un uomo di Dio, P. Andrea Gasparino. (Catechesi n. 37 Scuola di Preghiera - Youtube ) Fa bene sapere anche solo che esiste! Non vi propongo di ascoltarla tutta ... solo mezzo minuto. Magari in collegamento spirituale con la chiesa di Piumazzo, dove Gesù Eucaristia è esposto. Oggi verranno i bimbi a pregare, metterò una intenzione per tutti gli amici di Fb! E' il 1 Aprile, facciamo scherzetti al diavolo, con sprazzi speciali di fede!
Fb insegna perfino a pregare. Rende attenti alle parole, a cogliere in una frase un mondo. E’ una chiave anche per capire “simpaticamente” le Sacre Scritture. Fb ti abitua a sentire ciò che è vivo, le connessioni molteplici col reale, tuo, degli altri, di Dio. Ai bambini spiego che pregare è stare davanti a Gesù, un po’ come prendere il sole … “e come si sta quando si prende il sole?” “Si sta rilasssati!” risponde un piccolino. Giustissimo.
2 Aprile 2016 Sabato della Ottava
Offriamo questa giornata per i giovani. Tutte le nostre preghiere, sacrifici,
attenzioni, siano per loro. E’ il 2 aprile, 11° Anniversario della morte del Papa S. Giovanni Paolo II. Prima dell'ulteriore aggravarsi delle sue condizioni, all'alba del 2 aprile, il pontefice
venne informato della grande folla presente in piazza San Pietro, composta da molti giovani. Il Papa espresse a fatica il suo ultimo pensiero per i giovani, a lui tanto cari, riuscendo a mormorare le parole: “Vi ho cercato, Adesso siete venuti da me. E di questo vi ringrazio”.
Molti oggi parlano dei giovani, ma non molti, ci pare, parlano ai
giovani. (Papa Giovanni XXIII). Anche noi ci sentiamo di questi. Se siamo poco capaci di parlare a loro di Dio, davanti alla Eucaristia parliamo a Dio di loro.
3 Aprile 2016 Domenica della Misericordia
La giornata inizia bene, pur con fisiologica ansia per la giornata "diversa": messa unica, processione, servizi vari ... Però sento che nel cuore le cose sono a posto, che sto "al centro", c'è un benessere psichico che sovrasta tutto. Durante il viaggio in bici del pomeriggio, "Ciccio" di Formigine confermerà l'importanza di conservare sempre il "benessere psichico", prevenendo i problemi o attrezzandosi per non essere travolti. Tutto si svolge regolarmente e con gioia. La gente è tanta alla Messa, così pure la processione col santissimo Sacramento si svolge in modo ordinato e "vivo". A fine della mattinata è bello dire "grazie" a Dio e a tutti.
Al pomeriggio, giro di allenamento col gruppetto che si prepara per Roma. Siamo solo in otto, perchè molti non possono, ma l'esperienza è assai positiva. Facciamo gruppo, pur così diversi gli uni dagli altri, accomunati da un "senso" che ciascuno vive in modo personale, ma condiviso. Il percorso è delizioso, anche se penalizzante chi aveva la bici da corsa, perchè alla fine si sceglie un tragitto molto country: Piumazzo, San Cesario, S. Anna, Diga del Panaro, S. Damaso, Castelnuovo, Torre Maina e, attraverso la mitica "Siberia", rientro a Spilamberto e Piumazzo. Un pò più di 50 km. Domani sera altra serata a tema Piumazzo Roma
(ore 18,00) Un giorno tutto sarà perfetto. Non ci sarà più dolore, né paura, né solitudine. Non ci sarà più povertà, né malattia. Solo vita e festa. Quel giorno non è lontano. E’ anticipato dalla dolcezza delle piccole cose quotidiane e dalla fede. Nella vita quaggiù accade un miracolo strano, la possibilità di vivere simultaneamente gioia e dolore. Quando si genera, si educa e si guarisce. Là “vedremo il tuo volto”, scopriremo la Santissima Trinità, continuando ad essere uomini. Rassicurati da un amore pieno, continueremo a giocare, lavorare, costruire, scoprire, cambiare, viaggiare, fermarci, stancarci e riposare, senza noia, perché le possibilità della vita sono infinite. Potremo scegliere ogni giorno, e forse avremo un po’ di nostalgia delle scelte possibili solo qua, fra credere e non credere, sperare e non sperare, amare e non amare. Qui è il tempo della semina, là del raccolto. Pur tragica e drammatica la vita che sia, ha una possibilità unica e straordinaria: generare. Che è quasi più bella che quella di godere.
Lunedi 4 Aprile 2016 ANNUNCIAZIONE A MARIA
(ore 6,00) Se manteniamo lo sguardo fisso in Gesù anche il nostro sguardo agli altri sarà più ricco. Vogliamo essere padri e madri con tanto da offrire ai figli. Maria ha dato il massimo, ha concepito Gesù con la sua fede. Imitiamola e ringraziamola.
(ore 18,00) La sera è l’ora delle domande. Nessuna fretta per le risposte. Una buona risposta può spuntare all’improvviso, come un fiore dopo il silenzio e il buio dell’inverno. "Importante è non smettere mai di domandare. La curiosità ha il suo motivo di esistere. Non si può fare altro che restare stupiti quando si contemplano i misteri dell’eternità, della vita, della struttura meravigliosa della realtà. È sufficiente se si cerca di comprendere soltanto un poco di questo mistero tutti i giorni (Albert Einstein). Non fare mai mancare alle preghiere la ricchezza delle domande, specie quelle che farebbero i bambini.
5 Aprile 2016 Martedi
(ore 18,00) “Il vento soffia dove vuole, ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va, così è chiunque è nato dallo Spirito” Gv 3,8. La vita in Dio è qualcosa di misterioso e delicato, come il vento che spinge le vele, gli alianti, gli aquiloni, impollina i fiori, asciuga i panni, toglie lo smog. Del vento senti la presenza sulla pelle come carezza, sul corpo come potenza, nelle orecchie come musica. La vita in Dio ti frena o ti spinge, a seconda che la Provvidenza dispone. Se resisti può anche sfiancarti, se la assecondi ti fa volare.
6 Aprile 2016 Mercoledi.
Trascrivo gli appunti di quella bella meditazione, nel contesto di un Corso di formazione Caritas sul tema delle "emozioni". Don Giuseppe Ferretti legge il vangelo della Visitazione e il Magnificat. Maria, dopo il saluto dell'angelo, "si alzò e partì in fretta". Era per lei un momento meraviglioso, ma non lo vuole gustare da sola, nel silenzio e solitudine, si fa azione e incontro. Questa è una legge della vita cristiana, che la fede diventa sempre subito carità. La fede non è una teoria cui segue la pratica, è essa stessa un contatto che si irradia. "Il cristiano è posto sempre su questo confine: fare dell'impossibile il possibile, attraverso l'obbedienza alla Parola di Dio". Tutte le azioni iniziano da una fede, dal contatto col Cristo nella carne, da riconoscere ogni istante, nella Eucaristia, nelle masse di profughi, diseredati, umiliati ...
Rifuggire da un approccio moralistico: "Non facciamo abbastanza, siamo incoerenti ..." Il rapporto con gli stranieri è oggettivamente difficilissimo. Per noi è impossibile una profonda relazione con loro e viceversa. Troppe le tradizioni, le differenze. Anche nelle città antiche si formavano i quartieri, i ghetti. Nella esperienza moderna anche dopo generazioni ci si sente stranieri in un nuovo paese. Incontrarsi a livello di "persone", e non solo di "cose", è difficile. L'unità è un cammino da compiere. E Dio ha dato in Cristo un principio di questa unità. La Chiesa diviene sacramento di unità nel suo rapporto col Cristo.
L'occidente non è migliore di altri popoli. Non siamo più aperti, più sensibili, più intelligenti. Se la nostra cultura è rifiutata c'è una ragione. Una cultura senza valori non può essere desiderata. L'occidente è una cultura cristiana, cui è stato tolto il Cristo, il principio vitale. Il senso fondamentale della persona, che ha portato Gesù, si è trasformato nell'individualismo.
Maria va in fretta, non c'è in questo agitazione, ansia, ma sollecitudine. Nel nostro mondo l'ansia del successo, dei numeri; invece in Maria la sollecitudine dell'incontro, che si fa gioia e profezia.
Maria porta Gesù secondo le caratteristiche sue proprie, "umiltà e mitezza". E' difficile per noi superare il muro che ci divide, allora ci si avvicina con l'amore. Sentiamo un po di disagio a questa parola, che sa di generico, di dolciastro, remissivo, accondiscendente ... ma cosa è l'amore? Facciamo alcuni cenni a questo grande tema:
1. "L'amore è lo Spirito Santo riversato nei nostri cuori". Noi ne parliamo pochissimo e poco lo invochiamo. Il principio della nostra persona non è nel nostro io, ma lo Spirito Santo che è in noi. Questa consapevolezza è il vero passaggio della conversione.
2. Quando il nostro rapporto si fa buono e amabile, l'opera dell' amore arriva al compimento.
3. Le persone vanno seguite fino in fondo, il rapporto deve essere totale. La nostra non è una economia dei numeri o del successo, ma di verità. La vita cristiana può fallire in tutto, ma non fallisce in un punto, il rapporto d'amore pieno.
Alla domanda sul rapporto fra carità e verità, risponde: Gesù ha detto "Io sono la verità" essa prima che essere una dottrina, un insieme di leggi, è un rapporto vivo con la persona di Gesù, la "verità" è sempre relativa a lui.
Sulla domanda del rapporto fra carità e annuncio, risposta col detto di S. Francesco: "Se potete annunciare annunciate, se no date l'esempio"
Infine sul rapporto fra carità e debolezza di mezzi e capacità risponde: "Noi diciamo sempre che siamo deboli e inadeguati, ma è proprio in questo momento che diamo il meglio di noi stessi".
8 Aprile 2016 Venerdi
Un ragazzo di Spilamberto, che gioca in cortile con alcuni amici di Piumazzo, al saluto mi viene incontro dicendo: "E' sua quella moto?" "Sì" dico io leggermente imbarazzato, dall'essermi fatto notare, dal timore che la cosa sia sconveniente ... " Ho visto che ha una croce sul serbatoio ... l'ha fatta mettere lei?". Mi commuove che la prima reazione a pelle, di un giovane sconosciuto, corrisponda alla "lettura" che faccio io, sincera, anche se fortemente "di parte", un modo forse esagerato di cogliere significati spirituali, in cose solo materiali. Partito col "cerco Gesù Crocifisso", quel filo rosso, che ricorda "il sangue di Gesù" ... ora perfino il logo a forma di croce!
Durante la preghiera, in chiesa, mi viene in mente un nuovo significato, nel numero della targa EF 94020. EF sta per Efesini. Siccome la lettera di S. Paolo non ha 9 capitoli, si impone una lettura rovesciata: Efesini 2,4-9. "Dio, ricco di misericordia, per il grande amore che ci ha portato, 5. da morti che eravamo per il peccato ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. 6. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli in Cristo Gesù, 7. per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. 8. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9. nè viene dalle opere, perchè nessuno possa vantarsene".
10 Aprile 2016 Domenica
"Non aspirate a cose troppo alte ma piegatevi a quelle umili". Dio è contento quando noi siamo contenti. Vuole che ci convertiamo, non ad un diverso futuro, ma ad un amorevole presente. Non ci chiede nulla di più di quello che sappiamo fare. Ci vuole attivi secondo le nostre capacità e sereni. Se ci sono difficoltà, impedimenti, ansie, trasformare anche quelli in atti di amore. "Quando mi sento debole e inadeguato è il momento in cui do la parte migliore di me stesso"
Pur con qualche assenza, molto bella la riunione di verifica dell'anno catechistico. L'impegno per il catechismo elementare è stato uno dei doni più belli dell'anno e pur in mezzo a tanto problemi, dà speranza anche per altri settori della vita parrocchiale. Penso ai giovani, alla carità, alla liturgia. i lavori alla chiesa procedono bene e anche questo è motivo di ringraziamento.
Grande gioia nel ricevere la Esortazione Apostolica "Amoris Laetitia". Ascolto la Conferenza stampa di presentazione, specialmente le parole del Card Cristoph Schonenborg di Vienna. Uno sguardo nuovo, di grande amore e stima per la famiglia, per ogni famiglia, il cui cammino va contemplato, sostenuto, alla luce dell'amore misericordioso di Dio. "Discernere, accompagnare, integrare" le tre parole chiave di questa esortazione e di ogni azione educativa.
Nel pellegrinaggio verso Markl am Inn, paese natale di Papa Benedetto XVI, porto con me due libricini di Giacomo Biffi: raccolte di omelie nelle Feste del 13 luglio: "L'eredità di S Clelia" e del 29 Giugno: "Pietro mistero di forza e debolezza". Meditazioni sulla santità, sia nel versante dei pastori che delle pecorelle. Sintonia fra Biffi e Ratzinger.
San Pietro è il protagonista del vangelo di oggi.
A. "Io vado a pescare" dice agli amici. Questo proposito corrisponde alla sua indole impulsiva e al mandato di Gesù. Fa quello che sa fare. Anche se Gesù gli aveva parlato di diventare "pescatore di uomini", lui comincia da quello che sa fare, pescare pesci. E' un invoto alla azione, che trascina anche gli altri, pur in tutte le difficoltà "in quella notte non presero nulla"
B. Nella potenza della risurrezione Gesù ti aspetta, ti si avvicina, anche se non lo riconosci, ti incoraggia: "Gettate le reti dalla parte destra della barca" e la "rete si riempi di pesci". Alla fine quello che è più meraviglioso, non è solo la gran quantità di pesci. ma la scoperta della sua presenza: "E' Lui!" "Nessuno osava domandargli chi sei, perchè sapevano bene che era il Signore".
C. Gesù a Pietro chiede l'amore. Non gli chiede la potenza, la abilità, ma l'amore per Lui. Un amore più degli altri, anche dopo l'esperienza del peccato. Gesù usa la ferita del rinnegamento, per inculcare un amore più grande. Sa qui l'incarico di "pascere le pecorelle". Amando Gesù, lasciandosi amare da lui, sarà capace di amare le pecorelle. Fino alla fine. Nessun momento della sua vita sarà inutile, anche da vecchio, malato e morendo, potrà glorificare Dio.
"Seguimi". Comincia un nuovo cammino per lui. Così oggi per noi.
21 Aprile 2016 Giovedi
Il Viaggio Pellegrinaggio in Austria è stato molto bello, sereno, sia per me, che per famigliari e parrocchiani. Il diario di quella esperienza lo sto stendendo pian piano, dai miei appunti. Il rientro è stato sereno, quasi più delle altre volte. Pur stanco del lungo viaggio in treno, da Salisburgo a Piumazzo, c'è stato un segno che inequivocabilmente ha indicato come il cuore fosse a posto.
Appena varcata la porta di casa, prima ancora di salutare i genitori, mi sono accorto che nel sottoscala mancava la bici da corsa Pinarello, immediatamente capendone la ragione. Era stata rubata, senza che neppure i miei se ne accorgessero. Per non rovinare il rientro, per non farli sentire in colpa, non ne ho parlato fino al giorno dopo. Nel cuore accanto ad un grande dispiacere, anche una accettazione. "Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia lodato il nome del Signore". Mi chiedo cosa significa nella sua Provvidenza questo fatto, accaduto per la malvagità di qualcuno ...
La vita parrocchiale ricomincia col funerale del centenario Elio Casarini. In una stessa settimana partono i due centenari di Piumazzo: Elio e Vito Trenti. Quando mi annunciarono la morte di Vito, ero a messa a Innsbruk, nella cattedrale di S. Giacomo, e seguendo la messa con la traduzione nel telefonino, ho colto in diretta la notizia.
Pian piano riprende il rapporto con le varie realtà, il catechismo, la Scuola Materna, gli ammalati, preparandomi al mese di Maggio e al vicino Ottavario alla Madonna della Provvidenza. Vedo con soddisfazione procedere bene i lavori nel cantiere chiesa, con l'impianto di illuminazione ormai terminato, i tetti e la tinteggiatura, che procedono bene nei vari interventi.
Vivo intensamente dei drammi: le tragedie dei migranti, quei cinquecento morti annegati davanti alle coste dell'Egitto, più da vicino varie famiglie, sfrattate da casa e che per le loro condizione economiche precarie, faticano a trovare chi offra e firmi un nuovo contratto. La parrocchia, o io personalmente, si può aiutare un pò, e di fatto lo si fa, con esposizioni non piccole, anche con un coinvolgimento della Caritas diocesana, ma fare da garanzia economica indeterminata, non lo possiamo fare. Nè sarebbe giusto. Ci si trova di fronte a molti "poveri" che non si sanno gestire, e l'aiuto diviene problematico.
La vita di preghiera procede bene. Ovviamente mai bene del tutto, ma sento che il pellegrinaggio mi ha illuminato, specialmente per alcuni incontri esemplari, come il parroco di Imsteberg, la cui figura mi ha toccato profondamente il cuore. Realizzo che il sacerdozio, vive di una potenza che supera i dati meramente esteriori (condizione sociale, maturità umana, capacità operative) ma si fonda sul contatto vivo col vangelo e i sacramenti. Un sacerdozio più umile esteriormente, ma più legato ai doni di Dio, più di fede. Anche l'incontro con Bruder Konrad, con Benedetto XVI e con la Madonna di Altotting, hanno avuto lo stesso effetto. Traduco tutto questo in una vita semplice, orante, piena di benevolenza, innanzitutto col babbo e la mamma, e di ordinato e lieto servizio, nelle "piccole" cose della parrocchia.
6 Maggio 2016 Venerdi
Da un pò non scrivo. Il ritmo incalzante delle giornate lo impedisce. Riporto due note sul 25 aprile. La prima riguarda le celebrazioni civili, cui mi sono presentato su invito, condividendo una scelta di partecipazione attiva, comune a don Remigio, pur consapevole delle tensioni non sopite legate a questa data. Non fu solo una pagina gloriosa, ma anche ambigua e contraddittoria, come tutte le cose di questo mondo. Di solito mi presento con rispettoso distacco, ma questo anno sono stato colpito dalla "valenza culturale", che non mi aspettavo, al che ho capito il valore del cercare di capire, studiare, informarsi, non solo per comprendere la cosa, ma come metodo di vita, di responsabilità. Il 25 Aprile mi sono trovato di fianco ad un Arnaldo Ballotta, rimasto vedovo da poco, coinvolto dall'alone che lo circonda, facendomi a proposito tante domande, sul senso civico, sulle responsabilità pubbliche che abbiamo ...
Il pomeriggio del 25 lo dedico ad un viaggio a Torino, per una faccenda che aspettava da tre anni la realizzazione. E' la moto a renderla possibile. Oltre a espletare le incombenze accennate, visito anche il Santuario della Madonna della Creta, a Castellazzo Bormida, (Alessandria) patrona dei centauri e poi visito e prego San Giovanni Bosco e San Leonardo Murialdo.
Il percorso moto ha raggiunto il suo compimento. Sono molto contento di questo dono della vita, simbolo di libertà e gioia, che la Provvidenza ha voluto misteriosamente riservare a questo suo sacerdote, timido e insicuro. Per confermarlo nella fiducia che nulla è inutile, che le pene passate sono funzionali ad un frutto futuro, che non solo le cose cambiano, ma che sono belle anche nel loro faticosissimo nascere. La moto è come la chiusura di una parabola di iniziazione, compimento della "gloria di figlio", per divenire finalmente e totalmente "padre" ...
Capisco che "sto cercando una strada" dalla smania di riordino che mi prende. Metto in atto il metodo "Marie Kondo", nel settore vestiti e libri. Si comincia sempre dal più facile per arrivare al più importante. E' un lavoro colossale, quello del riordino vero, che vorrei proseguisse con le "zone alte e basse" della casa, i magazzini, i solai, per finire con le carte e i documenti. Cè un bisogno enorme di sistemare e curare l'archivio, aspetto importante, che trascuro totalmente. In prospettiva una rinnovata cura della liturgia, collegata alla nuova chiesa.
Nell'orizzonte parrocchiale ci sono parecchi problemi, concreti, non urgenti, ma tali da preoccupare per il futuro. Da qui "la ricerca della strada", per la quale una risposta positiva verrà da un comune cammino, da una concertazione di pareri, da una condivisione di responsabilità, non di meno dal dovere delle decisioni. Conosco la mia fragilità a proposito non di meno la risorsa di una esperienza.
Leggo con una passione il libro di Andrea Brugnoli: "Parrocchie da incubo". Lo trovo stimolante, intelligente, vivo, chiedendomi quanto sia condivisibile quella visione e quelle indicazioni. Stimola comunque cercare un rinnovamento, in rapporto con la mia realtà e quella della chiesa. E' un libro utile e ispirato, anche se pecca un pò di presunzione. E' un giovane prete che lo scrive e si sente. Non è un difetto. Cè' quella compiacenza e quel fervore giovanile che fa bene. Dice di non giudicare, ma di fatto giudica. La novità va cercata, oltre in queste letture di "pastorale", soprattutto nella dimensione "materna" della chiesa, come Zuppi proclama in questi giorni di celebrazione della Madonna di S. Luca. "Maria, Madre di Misericordia". Alla messa fra i preti, cerco "volti di santità" e alla fine lo sguardo mi va sicuro su di lui, su "don Matteo", il vescovo, magrissimo, claudicante, gioioso, pieno di luce e di Spirito.
"Ecco la via della santità, quella che produce "grandi opere", nascoste al mondo, ma visibili ai piccoli e a Dio. Quella che all'esterno sperimenta persecuzioni, incomprensioni, chiacchiere, disprezzo, ma all'interno sa vivere una gioia, una pace ... "beati quando vi perseguiteranno". La via della santità, che non ama essere proclamata, ma preferisce il silenzio, la fatica, il lavoro, la preghiera, la gentilezza. La santità che consiste nel sentirsi l'ultimo di tutti, eppure contento, sereno, infinitamente fiducioso. Perché è non mettere al centro se stessi, ma dire con tutto se stessi Gesù, senza spostarsi di li"
7 Maggio 2016 Sabato della Ascensione
Papà ha la febbre alta e abbiamo passato la notte con la mamma ad assisterlo. Sempre più debole, sofferente, eppure la sua presenza di malato crea in casa un clima raccolto, tenero. Dice di ricordare ogni giorno il suo amico Fernando e si commuove a nominarlo.
Concluso il bel libro di Brugnoli, debitore di una esperienza ecumenica, di una frequentazione del cristianesimo anglosassone, che stima molto, per alcune scoperte e sottolineature, guardo con entusiasmo i vari worship, le canzoni di Tim Hughes, e mi illumino al pensiero che noi abbiamo, accanto a queste pregevoli esperienze e indicazioni, una Magna Charta del rinnovamento nella chiesa e nelle parrocchie che è la Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Lo riprendo in mano in quel paragrafo del rapporto fra catechesi e kerigma, che mi era completamente sfuggito, trovandolo bellissimo e assai eloquente, concreto. Quando Brugnoli scrisse la sua opera non era ancora uscito Evangelii Gaudium. Ma fa riferimento al testo di Paolo VI Evangelli Nunziandi, che ne è la tappa precedente.
Accanto all'entusiasmo per le strade nuove che si aprono, devo fare i conti con una mai sopita ansia circa il futuro, nelle cose che cambiamo, nelle cose che cadono. Essere guida, comporta la responsabilità di decisioni che costano, oltre a scoprire e perseguire strade nuove, il lasciare morire le vecchie, che che non hanno più vita, ma ne hanno avuta tanto in passato. La incertezza su quanto è giusto lasciare, oppure rigenerare. Rasserena la considerazione che non saremo giudicati su che non abbiamo fatto, o non abbiamo avuto le capacità di fare, ma solo su quello che era nelle nostre possibilità (e non è facile capirlo subito). Anche le cose non fatte, non per pigrizia, ma naturale limite, sono belle, perchè lasciano la possibilità agli altri, o a chi viene dopo, di metterci del proprio. Dunque serenità e generosità, nelle cose che vediamo, nelle azioni che ci appartengono.
Davanti alla salma di Mons. Benito Cocchi, alla Casa del Clero, scrivo questi pensieri, come se fossero da lui suggeriti: "Ci sono tanti tipo di santità, quanti sono gli uomini. Non imitare mai la santità degli altri, ma ammirala, ringrazia, e chiedi luce per realizzare la tua. La santità comincia con l'ascolto delle nostre passioni. Tutte le passioni all'inizio sono ambigue, ma sono la prima importante indicazione che abbiamo. Chiediti come questa passione possa essere rivestita e infiammata dall'amore e dalla fede, come possa essere offerta per gli altri e trasparenza di Cristo. Senza fretta, perchè all'inizio le passioni dicono l'amore di Dio verso di noi, poi si aprono all'amore nostro verso Dio e il prossimo. Ciascuno cerchi lì la propria santità, che è il realizzare se stessi secondo Gesù e il Lui. La mia santità - e non debbo dubitare che esista quella per me - è legata alla gioia dell'ordine, della bellezza, del creato, della sapienza, della gentilezza, della preghiera, del lavoro fisico, della libertà, della umiltà ...
Ci sono mondi che non mi appartengono, infiniti e bellissimi, lasciare che appartengano ad altri, coloro per i quali sono stati preparati. Bastano e sono meravigliosi i miei per me."
10 maggio 2016 Martedi
"Chi mi ama osserva le mie parole". Questa frase di Gesù, all'inizio del vangelo di domenica prossima, Pentecoste, e anche di due domeniche fa, è commentata al nostro incontro sacerdotale. "Osservare", qui non è legato agli occhi - dice Don Stefano - non è "oftalmein", ma "terein", che in greco significa "custodire". Gesù ci chiede di fare conto delle sue Parole, tenerle come fondamento di un rapporto personale con Lui. Se non mettiamo all'inizio della nostra fede la Sua Parola, corriamo il rischio di vivere una religione come proiezione di noi stessi."
Ricevo come una piccola illuminazione. Seguendo la pista della riforma pastorale, sullo sfondo del libro di Brugnoli e soprattutto della Evangelii Gaudium, chiedendomi quale "vision" parrocchiale occorra coltivare e attuare, trovo importante ed efficace il partire dalla Parola. Una pastorale che innanzitutto sia fondata sulla relazione personale di conoscenza e amore con Dio, del ministro, dei collaboratori, dei destinatari, coltivando i mezzi, anche culturali, a questo fine. Si deve vedere una parrocchia protesa a questa "passione per la Parola", che si impegni, si diverta, si entusiasmi, soffra, inventi, si muova, per conoscere e far conoscere Dio e la sua Sapienza.
Poi liturgia e concretizzazione della parola nella vita (carità).
16 maggio 2016 Lunedi
Pentecoste bella. Preparata da una settimana di preghiera, meditando i due "testamenti": di Gesù nel Vangelo di Giovanni cap. 17, e di S. Paolo "discorso di Mileto" negli Atti degli Apostoli cap 20. Fra i libri sul comodino: "Pregare la Parola" di Enzo Bianchi sulla "lectio divina" e Cantalamessa "il Canto dello Spirito" sul tema dei carismi, in preparazione al Ritiro coi ragazzi della Cresima.
Il tema del ritiro alle Budrie è "i sette doni dello Spirito"; ispira trattarlo con un taglio vocazionale. Desiderio di comunicare il dono del sacerdozio: "Tutti i carismi sono belli, da scoprire e ringraziare, ma uno solo Gesù raccomanda di chiedere: quello del ministero apostolico" Non so cosa passi, di quanto intendo, forse sono di scandalo, perchè il timbro dell'anima passa; forse la mia mondanità, la mia superficialità, il mio egoismo, prevale sulla desiderio di edificare. Cerco di vivere quel momento innanzitutto come amore personale, a ciascun ragazzo/a e catechista, prego Santa Clelia per loro, invoco lo Spirito, cerco di mantenermi umile e fiducioso.
Alla fine della presentazione, dovendo tornare a casa, mi dirigo alla moto. L'avevo parcheggiata dietro la chiesa, per discrezione, per non attirare troppo l'attenzione. Grande è la gioia che sprigiona da tutto il mio essere, quando vi salgo sopra. Pur usandola solo per servizio, ne sento la potente voce interiore, manifestazione di un messaggio, che non so mai se mondano o spirituale, certamente tanto umano. Con mia grande sorpresa la trovo circondata da alcuni ragazzi della Cresima, alloggiati nelle stanze accanto, senza che io lo sapessi.
"E' tua?" ... "E' bellissima!" ... "Possiamo fare una foto insieme?" ... E Nadia si offre di eseguire.
Sento essere la più bella immagine che possa sognare: io - la moto - i ragazzi ... Il messaggio vocazionale sembra proprio voler passare per un due cilindri ...
Bella celebrazione delle Prime Comunioni: il cielo sereno, la giornata limpida e luminosa, solo una certa stanchezza fisica per la nottata agitata. Turbamento per la campagna contro il Papa, a seguito della sua affermazione sul "sentimentalismo superficiale, di chi cura di cani e gatti e trascura i vicini in difficoltà". Anche persone cui voglio molto bene ci sono rimaste male. Perchè tanto chiasso per una frase così semplice? Perchè certi temi secondari coinvolgono così tanto l'anima delle persone?
Comunque le celebrazioni riescono tutte bene, merito del grande lavoro delle Suore, dei catechisti, di tanti parrocchiani ... In queste domeniche sento proprio come, con tutti i suoi problemi, Piumazzo sia una bella comunità, unita, attiva, spirituale. Dopo le messe mi accorgo di essere rimasto fuori casa, senza chiavi. Mamma è andata dal babbo all'ospedale, ha chiuso ermeticamente tutte le porte e finestre, io non so come fare. Stanco morto, bisognoso di mangiare qualcosa e riposare, come fare senza casa? Penso di bere un caffè da Gerry e poi andare in bici all'ospedale (l'ingresso è accessibile) a prendere le chiavi di mamma. Lo dico alle Suore che mi propongono di pranzare da loro, poi andare a Modena con la loro auto. Così passo una inaspettata dolcissima Pentecoste, sentendomi "pellegrino", che vive di carità, che assapora il particolare gusto di dipendere dalla Provvidenza, con quel tanto di fatica e gioiosa sorpresa che comporta. A Modena il papà si commuove per i saluti che gli porto, e la vista delicata di Stefano e Valeria. Dalle Budrie le notizie sono tutte positive. Pentecoste meravigliosa!
18 Maggio 2016 Mercoledi
Tutto è utile e benedetto, il bello e il brutto, il facile e il difficile, la virtù e il vizio, anche il dramma e la tragedia. Perchè rivela a te stesso chi sei e dopo puoi decidere cosa voler essere.
Vivo questi giorni, in mondi diversi, parrocchia, ospedale, strada ... L'esperienza della clinica ti fa conoscere la malattia, col risultato che la temi di meno. Intravedo spiragli di luce insospettati. Io che non ho mai toccato mio padre, per rispetto e cultura antica, ora sto diventando un provetto infermiere, so usare le traversine, i letti attrezzati ... Sono contento, lui è contento, una nuova libertà.
Ci sono infermieri bravi e altri no. Ci sono bambini che fanno la prima comunione bene e altri no. Non dobbiamo giudicare, ma migliorare noi stessi, pazientare, fare crescere. C'è un momento della vita in cui tutto sembra in declino; ma non è vero. Dal declino può sbocciare l'anima.
20 Maggio 2016 Venerdi
Durante la confessione a Calcara, in preparazione alle Prime Comunioni, guardo lo splendore di quella chiesa: tutto è perfetto. Il lavoro decennale di don Giuseppe dà i suoi frutti, di armonia, ordine, cultura, fede e bellezza. Belle le forme, i colori, le luci, la liturgia. Nell'ascolto delle anime sento quasi il riflesso di tanta cura esteriore. Ma quale è il confine, e il reciproco influsso, fra esterno e interno? Penso alla nostra chiesa: tolta parte del ponteggio interno e iniziate le prove luce: tutto splendido! Quale futuro ci sarà riservato?
Tornando dall'ospedale del babbo, mi fermo al Mc Donald. Guardo quella struttura, piena di gente, bella, e penso a chi ha avuto quella idea, organizzato una delle più grandi multinazionali, attorno ad un prodotto semplicissimo, il panino. Al Mc Donald vendono pochissime cose, quattro o cinque tipo di hamburgher, patatine, qualche insalata. Hanno portato alla perfezione questa cosa semplice e universale, l'hanno circondato di cura e bellezza. Penso che nella chiesa si debba percorrere la stessa strada: poche cose, semplici e buone, proposte costantemente, nei punti strategici, circondandole di cura e bellezza. I Corsi Alpha di prima evangelizzazione.
22 Maggio 2016 Domenica della SS Trinità
Il secondo gruppo di bimbi della Prima Comunione oggi ha ricevuto il Sacramento. Mi è parsa una celebrazione bella, da tutti i punti di vista. Benchè sfinito, fin dalle prime ore del mattino, per il sabato intensissimo, ad alta tensione emotiva ( i due funerali di Pietro Galletti e del Dott. Giovanni Masini, il rientro del babbo a casa, la messa prefestiva con tutti i bimbi del catechismo) la giornata di oggi è stata serena e ordinata.
Il gruppo B è notoriamente più vivace: durante le prove ci furono motivi di apprensione, invece la celebrazione è stata composta, attenta, gioiosa. Nella omelia indicati i tre doni di oggi: il Segno della Croce (Trinità) la sua potenza contro il male e per il bene; l'Eucaristia come il pane della Pasqua per la nostra crescita in Cristo; la Madonna, dono pasquale di Gesù.
Sabato c'è stato il funerale del dott Masini il farmacista di Piumazzo. La signora Flora alle 10 del mattino chiede se si può fare il funerale all'aperto. Ne capisco l'opportunità di decoro e di accoglienza, anche se mi spaventa il tour de force per preparare tutto, bene, in poco tempo avendo un'altro funerale alle 11,30. Ma ormai sono esperto di questa logistica, nè la fatica mi preoccupa. In effetti ne faccio pochissima, perchè alle 13, quando esco per iniziare i preparativi tutte le suore hanno già portato gran parte delle sedie e degli arredi necessari. Preziose, impagabili, operose, umili, perfette. Il funerale si svolge con grande partecipazione e vivo tutto con grande amore, fede, collegando parole, esperienze, suggestioni, maturate alla vigilia.
Continua la passione per il tema "Evangelizzazione". Dopo l'intervista in youtube di don Pigi, fondatore in Italia dei gruppi parrocchiali di nuova evangelizzazione, inizio la lettura del vangelo, sotto questa luce: come è stato evangelizzatore Gesù? Praticamente tutta la sua vita pubblica era dedicata a questo, partendo, culminando e ritmando il cammino, con la liturgia, e facendosi prossimo a tutte le sofferenze e bisogni. Ma lo scopo, la missione primaria di Gesù è "annunciare il regno di Dio". Preso dal tema e dalle lettura ispira andare di notte nel solaio a cercare fra i miei libri ancora non ordinati il testo base di Paolo VI "Vangeli Nunziandi". Quando lo trovo, in un mare di polvere, e amorevolmente lo spazzo, iniziandone appassionata lettura, nella prospettiva di iniziare una nuova stagione pastorale, feconda, attiva, combattiva, intelligente, generosa, sento quante cose stiano cambiando nella mia vita, come la Pentecoste inizi, e dalla gioia di questa scoperta, di questo cambiamento, dopo anni e anni di inerzia e insicurezza, fiorisce una commossa riflessione sintetica, universale, per la sua natura aperta, adatta anche alla piazza facebook.
I più grandi alleati della nostra vita sono i difetti.
Insoddisfatti di noi stessi, siamo costretti sempre a cercare, e quando sembrano passati invano gli anni, ecco apparire davanti a noi "la perla preziosa". Scopriremo che tutto ha un senso e
quanto tanto valga ciò che è lungamente atteso.
Buona domenica della Santissima
Trinità.
Nel pomeriggio, dopo un salutare riposo, rimango un pò col babbo a fianco del suo letto; vedo che mi ascolta, corrisponde alle indicazione dei medici, piano piano migliora. Vedendolo sereno, ispira andare all'Ospedale di Castelfranco a visitare gli altri malati. Vado in bicicletta, il corpo ha bisogno di movimento, distensione e stando in mezzo ai malati si capisce tanto quanto occorra custodire anche la propria salute. Prego per il Vescovo Zuppi, che gira male, si trascina una gamba, perchè possa capire il segnale chiaro che il suo corpo gli sta mandando, di fermarsi un poco, perchè ha già corso tanto, e le anime per un pò saranno edificate dalla sua umile serenità.
24 Maggio 2016
Il buon dominio sugli altri, l' efficacia della nostra azione, nella vita sociale, lavoro ed educazione,
parte dal buon dominio su noi stessi, in corpo, mente e cuore.
Lo si può fare con la volontà e con la fede. Lasciar spazio al buon dominio di Cristo su di noi, alla forza regale della sua umiltà. Buona giornata da "dominatori"
Barbara Vesco:
bellissimo pensiero anche se la parola dominio mi piace poco..forse non sono in gradi di interpretarla nel modo corretto. mi piace di più influenza e ancor di più presenza. ma il senso è bello e positivo come sempre. buona giornata!!
Don Remo: Hai ragione. Anche Gesù aveva riserve su questa parola. Nel suo senso buono, esprime dignità e responsabilità di una "signoria" ... Alla fine della sua vita, nella sua Passione, Gesù disse: "mi è stato dato ogni potere, in cielo e in terra" ... Abbiamo un immenso potere di bene, e invece ci pare di realizzare così poco ...
Le piccole considerazioni condivise, nascono da risposte personali a temi di vita. In questo periodo mi chiedo come essere
efficace a portare Gesù agli altri. Tanti maestri splendidi, come don Oreste Benzi, riescono con efficacia in questa impresa e mi chiedo quale sia il loro segreto. A loro modo sono dei dominanti,
vogliono incidere, per questo combattono, a volte perdono, tanto vincono. Il commento di Barbara, che ringrazio molto, porta ad entrare più profondamente nel tema della "potenza" di Gesù, che non
ha nulla a che fare col "dominio", ciò la superiorità, il sopruso, la costrizione degli altri. Un giorno disse: "I capi delle nazioni le dominano e i grandi esercitano su di esse il potere, ma
fra di voi non sia così. Il più grande fra voi si faccia si faccia vostro curatore, il prima sia il servo di tutti. Come il Figlio dell'Uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire,
e dare la sua vita in redenzione delle moltitudini" Mc 10,45.
Si, voglio essere vincente, "dominare" come Gesù; allora percorro la via del servizio, che significa lavoro, umiltà, amore, dono di sè ...
Ancora grazie a Barbara. Un "non mi piace" spesso è tanto benefico come un "mi piace"...
Ho fatto un un sogno. In una specie di appartamento accanto alla chiesa, luogo destinato alla accoglienza dei ragazzi, pieno di scale, tappeti e cuscini, un gruppo di ragazzini corre su e giù dalle camere, calpestando tutto, nascondendosi, vivendo il luogo come tana. Vedo anche in un corridoio, coperte da un telo, due vecchie Guzzi, una rossa e una crema. Ci rimango malissimo a questa confusione e di istinto mando via tutta quella gente, turbato dal caos, dalla assenza di responsabili, di un senso a quello che vedo. A fianco, in un altro appartamento, adulti della parrocchia stanno giocando fra di loro, una specie di simulazione di guerra, con costumi e freccette ... Rimasto solo, mi chiedo come mai da tanto tempo non sia entrato in quel luogo parrocchiale, e avverto l'amarezza d'aver mandato via quei pochi ragazzi che erano lì. "Ecco la tua pastorale giovanile", mi rimprovera il cuore, "mandare via la gente, e preservare un posto, piccolo, carino, ma inutile e vuoto".
Al risveglio mi chiedo cosa significhi questo sogno. Lo collego alla ricerca di una via di evangelizzazione e quale posto abbiano i ragazzi in questo sguardo. Mi ispira andare a cercare subito testimonianze di carità apostolica moderna, don Benzi, Madre Teresa di Calcutta, don Daniele Biavati ... Sento quanto urga questa pastorale giovanile, proprio perchè difficile, desertificata, come la sua chiave sia il servizio, la carità misericordiosa, non il dominio, non la soddisfazione dei numeri e delle azioni, non la visibilità, ma la sostanza di un amore personale, di progetti che solo lo Spirito conosce e apre ...
25 Maggio 2016 Mercoledi
Finito il rosario con i bambini della Cresima e famiglie. Bello condividere questa preghiera, ma forse è opportuna una correzione di forma; manca qualcosa di importante, per renderla vera. Metto come intenzione di preghiera la luce dello Spirito sul progetto di pastorale giovanile "Jeunesse Bonheur" ... o Jeunesse Lumiere, di Padre Daniel Ange (youtube). Mi piace quello stile, mi piace quel metodo: una scuola di un anno, per radicarsi, come giovani in Cristo, e portare Cristo ai giovani. Preghiera, formazione, fraternità, missione. Assomigliano tutti questi evangelizzatori giovanili di oggi: Chiara Amirante, Ernesto Oliviero, Frere Rogers Padre Daniel Ange ... Tutti diversi eppure tutti simili, nella gioia, nella libertà, nell'amore a Cristo.
Non sappiamo cosa lo Spirito opererà in noi e attraverso di noi. Sappiamo però quale è lo stile, l'anima, la condizione per renderlo possibile. Subito. Si parte sempre dalla vita interiore nella prospettiva immediata della testimonianza. L'una dà energia e direzione all'altra.
Ho riordinato bene l'ufficio. Quando riordinerò bene tutta la parrocchia e tutta la mia vita?
26 Maggio 2016
La giornata inizia nella suggestione del carisma di P. Daniel Auge: gioia straripante della fede, del servizio, dell'amore, della testimonianza. Lo vivo nella preghiera, nel rapporto col babbo, con le persone che incontro per strada, coi bambini dell'asilo, coi sacerdoti del vicariato, coi penitenti del giovedi, i genitori del nido, i partecipanti alla messa, i giocatori di burraco alla Lupa.
L'incontro sacerdotale, pur non essendo questo il tema, illumina la riflessione sulla evangelizzazione giovanile; Ci sono numerose esperienze vincenti, come i "corsi di Assisi", "le catechesi di Rosini", "il cammino dei 10 comandamenti" ecc. Credo che insegnino uno stile, comunicativo, di profondità. La conclusione è che occorra imparare, lavorare, impegnarsi, investire, e che paghi una personalizzazione parrocchiale. La freddezza in Facebook al presentare grandi esperienze altrui e il calore dimostrato a piccole cose proprie, è una indicazione importante. I buoni esempi fanno bene, i miti no. i grandi personaggi, mettono avanti se stessi oltre ai loro obiettivi, chi è umile solo l'obiettivo. I grandi personaggi sono interpreti di Dio, l'umile è trasparenza di Dio"
Alla riunione sacerdotale in vista delle vicine elezioni diocesane, condivido simpatie per don Mastacchi, mons. Silvagni, don Scotti, don Marcheselli, P. Brena, don Zacchini. Parliamo anche del corso base di teologia; accanto al programma, accattivante serie di testi e autori: R. Respole il pensiero umile; F. Hadiadjd Come parlare di Dio oggi? Anti-manuale di evangelizzazione; E. Castellucci Non temere piccolo gregge, le "piccole comunità" per la nuova evangelizzazione. La mia piccola biblioteca si arricchirà presto di questi testi e la mente di nuovi orizzonti.
27 Maggio 2016 Venerdi
Innalzarci alle altezze di Dio, al cielo, a Lui, alla
Sua opera. Allora vedremo tutto immenso e meraviglioso. Respireremo dignità e amore e tutte le cose della terra appariranno piccole, semplici, facili. Non più timore, nè superbia, nè invidia, ma
sazi di infinito, lotteremo con fiducia, costruiremo con umiltà, lavoreremo con allegria.
Il grande sarà piccolo e ogni minimo passo avrà un
respiro divino. In Cristo.
Buona giornata.
Mentre vado all'ospedale a vistare i malati, di mattina presto, ricordo le parole ascoltate ieri, all'incontro coi genitori del Nido, sui "riti" che " rassicurano e danno continuità" e sugli "oggetti transizionali", cuscini, giocattoli, pelusche, che fanno sentire i bambini a loro agio, aiutandoli nei passaggi, da una tappa all'altra. Penso alla mia moto,"oggetto transizionale" che facendo stare bene, aiuta a svolgere meglio il proprio dovere. Accanto ad un rischio egoistico, gli oggetti hanno questa valenza identificativa, protettiva, per il "bambino che è in noi".
Riguardo ai "riti" penso a come la nostra vita ne sia piena, come forse chiave di risposta della pastorale adolescenziale (il fondo Estate Rgazzi è un "rito") e non solo. A proposito sarebbe giusto fissare un giorno e ora preciso per la visita in ospedale. Tuttavia considero che l'anima, accanto al "rito", ha bisogno anche del contrario, della libertà e imprevedibilità. "Il vento soffia dove vuole, ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va, così è di chiunque è nato dallo Spirito"
29 Maggio 2016 Domenica
Solennità del Corpo e Sangue del Signore OTTAVARIO MADONNA DELLA PROVVIDENZA
Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci lancia e sostiene un progetto di impegno pastorale a 360 gradi, sogno di una parrocchia che pensa a tutto e a tutti.
Gesù sta parlando e curando i malati, una gran folla lo circonda. Così la chiesa, nel suo impegno apostolico intercetta e sta sotto lo sguardo di tantissimi. Anche sociologicamente è innegabile questo. Fra atei e religiosi, credenti e agnostici, di chiesa e di Dio si parla comunque e sempre.
Poi c'è un momento di realismo, di ragionevolezza, gli apostoli che dicono: "congeda questa folla perchè torni alle proprie case", Non si vive di sola religione, occorre tornare alla vita concreta, andare a casa, a mangiare e il resto, perchè materialmente e ragionevolmente noi non possiamo avere tutto per tutti. Qui spunta una visione nuova di Gesù, magari episodica, ma non per questo meno incisiva: "Pensate voi al tutto di tutti" Gli apostoli mettono avanti la irragionevolezza del fatto, in sè, a maggior ragione per il fatto dlele loro poche risorse "Abbiamo solo cinque pani e due pesci" e poi si mettono un istante nella ottiva volontaristica, organizzativa " andiamo a comprare vivere per tutta questa gente ... ma sono cinquemila!" Gesù chiede di fidarsi e pone quattro condizioni: l'ordine, il dono delle proprie povere risorse, la preghiera, la collaborazione distributiva. "Portatele qua, fateli sedere per terra a gruppi, fece la preghiera di benedizione, chiese di distribuire" E' come un manuale di vita pastorale. Come un programma per il prossimo anno e gli anni a venire
Possiamo noi impegnarci per tutte le età, per tutti i problemi della vita, anche quelli fondamentali e materiali? C'è un momento in cui questo diventa possibile e doveroso, a condizione di creare: ordine organizzativo, preghiera, offerta proprie risorse, servizio di distribuzione.
Affidiamo alla Madonna della Provvidenza questo progetto
31 Maggio 2016 Martedi VISITA DI MARIA A SANTA ELISABETTA
Lettura d'un fiato del libretto di Fabrice Hadjadid "Come parlare di Dio oggi - Anti manuale di evangelizzazione". Pur in mezzo ai tanti impegni, alle ansie che mi mette l'Ottavario, l'anima è attratta da questa prospettiva, che dando speranza al futuro, rende vivace il presente.
Il tema della evangelizzazione non mi aveva mai preso fin ora. Ero acceso dalla vita spirituale, convinto che una cura della propria anima fosse sufficiente a fondare positivamente anche una azione esterna. Ero preso pure dalla vita culturale, il sentire l'umano con gli uomini, e poi dalle piccole scoperte di dimensioni personali di vita, come i pellegrinaggi, ecc. Ma il tema della evangelizzazione, come specificamente anche quelli della liturgia e carità, quali settori operativi, mi avevano sempre messo più disagio, senso di inadeguatezza, che entusiasmo.
Non so esattamente l'origine di questo cambiamento. Sicuramente il libro di Andrea Brugnoli, che partendo da un esame critico della vita parrocchiale - tema che mi interessa veramente - ad un certo punto trova una risposta, proprio nella nuova evangelizzazione. Poi la scoperta di un filo rosso, nel pensiero della chiesa, dalla Vangelii Nunziandi di Paolo VI, alla Evangelii Gaudium di Francesco; rilettura della missione di Gesù in questo senso, e finalmente il bel libricino di F. Hadjadid, che unisce il "pensare contemporaneo" al pensare tradizionale" con una serie di prospettive, vivaci, acute, intelligenti, assolutamente condivisibili.
"Il mondo non ha bisogno, per essere salvato, della nostra evangelizzazione, perchè Dio è già presente in tutti e opera sempre in tutti; ma per essere salvati, noi cristiani abbiamo bisogno di evangelizzare, fa parte del nostro essere conformi a Cristo. Se non ne parliamo, significa che non lo amiamo; ecco perchè S. Paolo dice: "Guai a me se non predico il vangelo".
Penso al futuro parrocchiale; all'Ottavario che "da devozione a Maria di tutti i piumazzesi è diventato una devozione a Maria per tutti i piumazzesi", l'amarezza di constatare che quel giorno, la maggior parte dei parrocchiani pensa tranquillamente ad altro, come se nulla fosse ...
Vedere il positivo in questo, il bisogno di una fede nuova, più attenta alle persone che alle forme, più umile e meno trionfale, non per disprezzo delle forme passate, ma per libertà e presenza di Dio eterno, in ciò che continuamente cambia.
Una comunità che evangelizza, le famiglie, i bambini, i ragazzi, i giovani, gli ammalati, i vicini, i lontani, trasformando tutti in evangelizzatori. La parrocchia come un giardino di primule, margherite, gigli, rose e orchidee, belle a vedersi, benefiche nel profumare l'aria. Occorre credere all'uomo, alla vita, tanto più essa è peccatrice, debole, fragile e minacciata. Come gli operai della vigna, chiamare ad ogni ora del giorno; come i vignaioli omicidi, cui mai è sottratta la fiducia; come Gesù nella moltiplicazione dei pani e pesci, che si prende cura di tutto e di tutti. "Date voi stessi loro da mangiare" "fateli sedere a gruppi di cinquanta". Non una mira trionfalistica, ma servizio universale. La prospettiva del numero alto, non come grido di conquista, ma gemito di servizio. Gesù non va a cercare le folle, ma vede le folle che arrivare a lui, e non le rimanda, ma le accoglie, e coi discepoli le serve, anche nei beni primari.
Una parrocchia che continui ad accogliere i bambini a giocare a calcio, le anziani alla tombola, gli adulti a mangiare crescentine e bere birra, mentre i piccoli corrono sul campo da basket. Una parrocchia che non disdegni il ballo o il burraco, ma che al contempo, primariamente, si impegni ad annunciare Gesù, a tutti, a testimoniarne la Presenza, con la azione e soprattutto con la vita. Una parrocchia che preghi, ascolti la Parola, si converta continuamente, viva di Eucaristia e cerchi di amare il mondo in modo intelligente, per capirlo, vedere Cristo in esso, offrirglielo, con un linguaggio vero, dell'incontro, sapendo che, come Gesù, l'esito sarà un duplice particolare successo, quello delle Palme e quello della Croce.
1 Giugno 2016 Mercoledi San Giustino. MERCOLEDI DELLA MADONNA - CRESIME
Durante le confessioni, una giovane dice: "In questi anni lei è stato per me maestro in umanità, ora mi piacerebbe lo diventasse in spiritualità". Oltre a chiedermi cosa mai abbia potuto dare in umanità, così limitato e fragile, immaturo e discontinuo, se non che la vita stessa ci conduce, ci fa scoprire, nostro malgrado, chi siamo e la nostra strada, che la vecchiaia non è maledizione ma una pacificazione ... è bello questo invito a divenire maestro di spiritualità.
Sono "grandissimi e preziosi" (2 Pietro) i doni che il Signore ci ha dato, "della pietà e della conoscenza" ed è molto bella la prospettiva di scoprirli insieme. Una spiritualità non solo intellettuale, ma esperienza di vita, cammino, conversione, nella vicinanza gli uni gli altri. Comincio subito con l'esempio, col mettere al primo posto, in questo ansioso "mercoledi della Madonna", la preghiera, la Liturgia delle Ore e il silenzio.
Tantissime persone, molto più degli anni passati, viene alla Penitenza prima della Festa. Forse la grazia del Giubileo? O veramente qualcosa cambia nell'aria, nella vita della Chiesa, in ordine a questo sacramento? Penso come sia la cosa più importante da fare, prima della inaugurazione della chiesa, una serata delle Confessioni, chiamando altri sacerdoti e interrogandoci come fare con bambini, giovani e adulti a vivere al meglio questo sacramento. Uno studio, una pratica, una evangelizzazione, una missione, una celebrazione. Dopo sarà più bello entrare in chiesa e riprendere leggeri il cammino missionario.
Porsi come obiettivo l'evangelizzazione e una comunità tutta evangelizzante. Finalità espressa con chiarezza, con pazienza, a gradi, step by step. Nello stesso tempo accogliere tutte le altre forme di ospitalità umana, sociale, politica, relazionale ... Il gioco in oratorio, in facebook, nella vita di paese, tornei di basket, ecc, ma puntare con umiltà e determinazione allo specifico della vita parrocchiale. Se si forma un gruppo di ragazzi, o di giovani, dire chiaramente che è per "incontrare Gesù e divenire apostoli come lui". Poi fare pure gavettoni in cortile, o una biciclettata, o un Santiago ... che voglia di fare l'Aragonese! . Settore importante in cui collaborare, sono le associazioni di volontariato, come l'Avis e la Croce Blu ...
Oggi S. Giustino, apologeta, ringrazio per il bel libro moderno di apologetica: Fabrice Hajadid "Come parlare di Dio oggi? Anti-manuale di evangelizzazione" quello che nei giorni scorsi ho divorato d'un fiato. L'apologetica è la scienza teologica filosofica che studia l'approccio alla fede, le ragioni o gli ostacoli culturali al credere. Libricino, a tratti non facile, per la sua originalità linguistica, ma molto importante nella nostra biblioteca.
Oggi è il Mercoledi della Madonna a Piumazzo. Una giornata di preghiera, festa fraterna, accoglienza, gratitudine e pace. Una nuova soave Pentecoste! Ecco il senso profondo del celebrare la Cresima a metà di questa settimana.
4 Giugno 2016 Sabato - Cuore Immacolato di Maria
Sta finendo l'Ottavario. E' andato bene il Mercoledi della Madonna, e tutti i giorni a seguire. La stanchezza si fa sentire, ma fa parte del gioco. Ieri Giubileo dei sacerdoti ... ripartire da qua.
Le fatiche, le stanchezze, i peccati, non ostacolano la potenza gloriosa della fede. Occorre risollevarsi sempre, alzare lo sguardo sempre, camminare sempre, ringraziare sempre.
Ecco parto da questo ultimo punto: ringraziare sempre: uno sguardo alla bellezza del cortile, il prato, gli alberi, i fiori, le composizioni ... il cuore riacquista fiducia.
Il "cuore": oggi Cuore Immacolata di Maria, ieri sacro Cuore di Gesù. quale è il tesoro del proprio "cuore", quello che ostacola l'amore di Dio e del prossimo, quello che dirige ad essi.
5 Giugno 2016 Domenica
Iniziare di nuovo, istante dopo istante,
Il ricordo di ieri trasformato in sapienza
la luce di oggi in direzione.
Gli occhi sono troppo stanchi per vedere il tutto
Cercherò l’infinito nel frammento
aspettando che il vento porti
la polvere in alto.
La Madonna della Provvidenza torna al Santuario
La sua presenza viva resta, per amare e servire.
Molto bella la messa per gli sposi di sabato sera. Si tocca con mano il cammino di una comunità, che con mezzi semplici, evangelici, rende lode a Dio per il dono della famiglia e si fa evangelizzatrice di essa. Molto felice l'abbinamento alla "cena di comunità", per lo spettacolo dei giovani a servire, per il significato della " tavola", in una ottica di attenzione famigliare.
Giornata di lutti sabato. Ilde anzianissima, Massimiliano giovanissimo. Serena e dolce il primo, drammatico e conturbante il secondo. Nell'arco di poche ore, la comunità passa dalla festa alle lacrime, e di nuovo dal silenzio al giubilo. Conoscevo Massimiliano, lasciato troppo solo nel tempo della sua malattia. Tanti modi sono stati messi in campo per sollecitare presenza, ma invano. fa pensare allo scarto fra tanta gente al funerale, sinceramente commossa e quanti pochi accanto al suo letto da vivo.
Non bisogna giudicare nessuno; ognuno ama come può. Anche venire solo al funerale e fare il corteo in moto in suo onore è un bene. Ma chi può, ami completamente. Lo dico per me, per chiedere la grazia di un amore, "senza orari, senza limiti". Chiedo oggi alla Madonna questo amore. Massimiliano era un patito delle Harley. Parlavamo di moto; questo argomento toglieva ai nostri incontri quel che di forzato, lo rendeva amichevole. Gli chiedevo parere, non solo tecnico, ma per quella quella lucidità interiore, sul senso delle cose, propria della malattia. Mi ha incoraggiato a prenderla, "senza curarsi del parere della gente", e gli sono grato ...
Messa bellissima alle 11,00 con tutti gli animatori di Estate Ragazzi. Erano una cinquantina. Un "rito" dolcissimo, vero, grazioso, quello della preghiera dell'animatore e della consegna magliette. Molti di essi, da anni non venivano a messa, chissà cosa hanno provato, a rivivere quel clima degli anni di catechismo; se sia stato uno spiacevole regresso o - come ho pregato accada - un fruttuoso progresso. Ritornare all'Eucaristia, da grandi, coi coetanei, tanti, in una prospettiva di festa e servizio. "Siete un dono di Maria e per Maria" ho detto loro, e li ho affidati alle parole di Gesù: "Non piangere" e "Alzati". Anche i giovani, come tutti, hanno bisogno ogni giorno di risorgere. Grazie! Grazie! Grazie!
7 maggio 2016 Martedi
Dopo l'Ottavario la ripresa è difficile. La stanchezza accumula tossine difficili da smaltire. Ci vorrebbe una vacanza ma non è possibile. Comunque realizzo quanto sia stato bello questo periodo, quanti momenti comunitari di fede e amore! Occorre ringraziare. Il bisogno di portare al mattino documenti in Curia, mi fa gustare la moto; il bisogno di ritirare al pomeriggio materiale a Modena, mi fa riprendere la bici. Strumento carogna: se la trascuri un pò, te la fa pagare.
Cuore compreso dal vangelo delle Beatitudini, quello del mio ingresso a Piumazzo. "Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il Regno dei cieli". BEATITUDINE': Dio ci vuole beati e per i mezzi naturali, la natura, il creato, il lavoro e per quelli soprannaturali, la fede, la grazia. POVERTA': Da un lato non sono per niente povero, ho tanti beni materiali e tanti spirituali. Se anche fossi spogliato completamente dei primi, mi rimarrebbero per sempre i secondi: la cultura, l'educazione, il temperamento. Ma una certa povertà rimane: quella inquietudine, quella insoddisfazione di me, quel sentirmi inadeguato in tutto, questa è la povertà e il Signore mi chiede di accettare, vivendola "nello Spirito". LO SPIRITO indirizza, di volta in volta, al modo più santo per rispondervi: accettazione, impegno, fede in Dio, collaborazione, ecc. Così facendo, si entra nel REGNO DI DIO.
Riunione di "appello" per il pellegrinaggio a Roma. Trentacinque esatti! Le molte iscrizioni arrivate l'ultima settimana, fanno capire che, rimanendo aperti si crescerebbe, ma con gli alberghi, occorre chiudere per tempo e allora basta. Siamo' già un bel numero! Si sta profilando anche la "identità" del gruppo, tutte persone molto disponibili, e tante donne, quasi in numero pari agli uomini. Mi colpisce particolarmente il dialogo avuto con Giacomo, di Formigine, anni 81, forte di gambe e di animo, mite, sapiente, dalla fede profonda e delicata, condivisa con la moglie. Racconta di un pellegrinaggio a Lourdes in bicicletta, per chiedere la guarigione del figlio, avvenuta subito e totalmente. Fuori da ogni fanatismo, da una fede miracolistica, testimonia sottovoce il suo sguardo alla vita, dove, accanto a sport, lavoro e famiglia, è tanto bello "pregare e credere".
L'incontro con Giacomo apre nuovi sguardi al futuro. Mettere al primo posto la preghiera, "credendo". Raccogliere di nuovo le indicazioni date dal papa, al Giubileo dei sacerdoti, come Magna Charta del prossimo anno, sul sacerdozio. Cominciare a preparare il programma pastorale del 2016-2017, con queste direttive: 1. rinnovo della evangelizzazione, sulle suggestioni di Andrea Brugnoli. 2. Circa la nuova chiesa, inizio di una rilettura del Concilio, partendo dalla Costituzione sulla Liturgia "Sacrosanctum Concilium" (per proseguire eventualmente, i prossimi anni, con quelli sulla Parola, sulla Chiesa, sul Mondo); 3. Accoglienza dei ragazzi, in cortile, partendo da Estate Ragazzi e dai vari tornei, cercando di costruire, pian piano, proposte di evangelizzazione per loro. Il Papa chiede di puntare sullo "spirito". Non sappiamo quali opere il futuro ci riserverà, ma sappiamo da quale spirito esse sorgeranno.
8 Giugno 2016 Mercoledi
"Il Signore non permette mai una prova, senza offrire insieme la grazia per superarla. La nostra piccola azione si fa volano del divino attraverso la preghiera. La vita è una danza, fra debolezza e forza, impegno e supplica, apprensione e ringraziamento. Si sta per soccombere e ci si accorge di volare".
Tante crisi all'orizzonte. Devo pregare, lasciarmi coinvolgere, aiutare, se non altro con la semplice presenza. "il diavolo cerca ogni giorno di seminare motivi di turbamento e noi chiediamo sempre a Dio di salvarci" (Papa Francesco). Dal santo Padre viene pure questa considerazione: "Dio ha una debolezza: la preghiera fatta con umiltà. Ad essa non sa resistere! Una preghiera semplice, corta, sincera, dove ci si presenta davanti a Lui, così come si è, senza maschere, o voler sembrare belli, E' la forza di Maria, l'umiltà! Cui Dio non sa resistere" Quindi tutti i nostri problemi, per gravi che siamo, i affrontiamo con l'impegno e la preghiera umile.
Durante il torneo di basket, due mamme dialogano su come favorire la permanenza dei ragazzi delle medie in parrocchia, dopo la Cresima. Sono consapevoli delle difficoltà, della mancanza di modelli vincenti, del desiderio dei bimbi di "allontanarsi", del ritmo intenso, fra scuola, impegni sportivi, compleanni ... Rilanciano la proposta di un doposcuola, che unisca il bisogno delle famiglie, almeno all'inizio della media, al bisogno dei bimbi di ritrovarsi, studiare e giocare.
Una delle scene più graziose è quella di Sr Eufemia e Sr Flora, a guardare il torneo di basket fra atleti disabili, da dietro la siepe del campo. Non pura curiosità, nel qual caso si sarebbero fermate solo alcuni istanti; non pietosa commozione, nel qual caso avrebbero osservato in modo mesto i giocatori in carrozzina; ma partecipazione entusiasta e divertita, ad un momento di gioco e festa piena. Brave suore! La testimonianza più bella della fede è una amorevole gioia.
Ormai la "macchina delle crescentine" è a pieno regime. Anche la Parrocchia di Piumazzo si è messa su questa strada, delle serate con cena. Oltre ad un modo per raccogliere fondi è anche un mezzo per dare senso ai nostri enormi e meravigliosi spazi comunitari. Il clima per ora è sereno, collaborativo, non percepisco invidie, gelosie, dinamiche di "potere". Queste iniziative nascono per il "carisma" di qualcuno, che comunque ne risulta "leader". Farò di tutto perchè il clima rimanga tale, di unità parrocchiale e armonia con le altre realtà associative del paese. Se una identità la parrocchia deve avere, una differenza, non sta nel gnocco, ma in quelle realtà evangeliche, che sono l'anima di una sana e semplice vita comunitaria popolare.
11 Giugno 2016 Sabato
Quando si scontrano correnti calde e fredde nasce una tempesta. Così nel mio cuore questi giorni. Accanto alla gioia di una stagione felicemente conclusa - la riunione di ieri sera coi catechisti elementari, di ringraziamento e progetto, ne è prova -
Nel contempo si profilano all'orizzonte una serie di gravi difficoltà e necessità parrocchiali. Invocare lo Spirito di sapienza, consiglio, fortezza, prudenza, per affrontare i problemi, illuminare le decisioni e traghettare i cambiamenti.
Il nostro cammino è condotto da Signore: molti eventi non ci è chiesto di gestirli, ma di accoglierli e corrispondervi, con la maggior fede possibile. Non siamo soli in questo cammino, altre anime e comunità fanno il nostro stesso viaggio, e che gioie e fatiche, scoperte e soluzioni, siano comuni. Crediamo che in tutto questo ci sia lo spazio per gli errori, i ritardi, le scelte maldestre, ma quando si fanno le cose con coscienza, nella preghiera, sorgono sempre frutti buoni.
Cè un grande cambiamento in atto nella vita della chiesa, come nel mondo. Antiche gloriose istituzioni muoiono e non sempre per colpa di questo o quello. La parrocchia di un tempo, con una fede riconosciuta, quasi naturale, condivisa da generazioni, trasmessa quasi in modo automatico sta mutando. Contesto un tempo più omogeneo, magari meno vivace, più chiuso, ma rassicurante e universale. Allora era facile inventare "riti", "servizi" ... Nascevano ospedali, scuole, asili, oratori e grandi strutture ... La parrocchia di Piumazzo come tante altre.
Ora la sensibilità laica, nello spirito di libertà e autonomia, forte di una competenza e vivacità culturale, desidera sganciarsi da vincoli confessionali. Quello che un tempo era servizio, ora viene visto come privilegio; quello che era aiuto, ora è letto come potere. Scuole, asili, ospedali, nati da spontanea carità, pian piano hanno avuto il bisogno di risorse pubbliche, che ora molti non sono più disposti a offrire. Certi servizi non li vuole più gestiti dalla chiesa. Credo che facciamo bene a non ribellarci, ad accettare questa condizione, anche parendoci improvvida e ingiusta, cercando altre strade di presenza.
Un certo mondo crolla, una rete di relazioni, esperienze, competenze, viene meno. E' una specie di invasione barbarica in atto, inevitabile, epocale, che, come la prima, ad un certo punto finirà e bisogna essere pronti a ricostruire il nuovo. La parrocchia assistenziale crolla, per lasciare il posto alla parrocchia "spirituale". Che non significa aliena da concretezza - come sarebbe possibile? - ma con una finalità più in ordine alla missione di Gesù, annunciare a tutti la misericordia del Padre. "Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce"
17 Giugno 2016 Venerdi
Aria di nuovo inizio. Il progetto di servizio estivo, ancora pienamente in atto, proprio perchè totalmente avviato, lascia nel cuore un desiderio di "oltre". Come la preghiera accompagna il cammino - povera preghiera di chi è sotto peso - ma preziosa proprio per questo, giacchè la più grande preghiera, per il cuore di Dio, sono "le lacrime e i gemiti" dei suoi figli - così la preghiera guida lo sguardo al dopo.
Estate Ragazzi inizia proprio bene. Per la Parrocchia ha un valore particolare, non solo per la quantità di persone che coinvolge, questo anno circa 170 ragazzi, ma il suo significato: un cammino di gioia e di fede, gestito nella chiesa, dai giovani per i loro coetanei. Completamente autonomi nella conduzione, i responsabili realizzano risultati davvero eccellenti: una "prima giornata" perfetta da ogni punto di vista.
Ora si tratta di guardare avanti. Ringraziare, riposare per quello che si può, entrare in un clima di "esercizi spirituali", cioè una vita di preghiera che si concentri sulla propria interiorità, per ascoltare il Signore, "esercitandosi", impegnandosi, con tutte le facoltà in questo.
18 Giugno 2016 Sabato
Dopo giornate intense, di attività liturgiche o in oratorio, nulla di meglio che mettersi sotto uno stand gastronomico, in compagnia di amici, a friggere crescentine per la gente. Il potere rilassante dei gesti domestici, sempre i medesimi, facili, leggeri, circondati dal rumore ovattato della folla, dal via e vai dei camerieri nel prato, dalle chiacchiere delle donne di paese, alle mite luci di una festa popolare, è quanto di meglio un parroco possa desiderare, in una calda sera d'estate.
La gratificazione è tale da rischiare di prenderci la mano. Confondere la serena e umana letizia di una festa, con il fine di una missione altissima. Siamo così facili ad abbassarci! A scambiare gli infiniti doni della grazia, con i finiti risultati delle nostre azione! In definitiva il cristiano, chiamato ad esser "il re dell'universo", deve stare attento, scambiando la possibilità di donare "il pane degli angeli", con alcune buone e indigeste crescentine. Detto questo, è proprio bella questa piccola cosa, che la Provvidenza ci ha riservato.
25 Giugno 2016 Sabato
Si ripete il copione: durante Estate Ragazzi salta tutto. Pur essendoci ottimi responsabili e animatori, la imponente presenza di gioventù in parrocchia (170 iscritti questo anno) occupa ogni energia e anche di più. Che strana la vita! O troppo o troppo poco. L'equilibrio non c'e mai. In più, questo anno, situazione particolarmente critica nella salute di papà. La mia stessa vacilla.
Mancanza della chiesa, stress di un grosso cantiere, peripezie per celebrazioni nuziali e funebri volanti, apparecchiatura e sparecchiatura teatro, caldo, problemi istituzionali all'orizzonte, portano a sfinimento. Neppure si può programmare vacanze. Basta però una buona notizia e tutto si ricompone. La prima buona notizia è la presenza fedele, mite, virtuosa, affettuosa delle suore. La seconda è la presenza di tanti bravissimi animatori, collaboratori, non solo nel fare, ma specialmente nel sentire. La terza, è che talvolta i drammi si volgono in consolazioni.
Avevo salutato il babbo prima di entrare in sala operatoria, commosso dal suo sguardo lucido, le lacrime di angoscia, davanti alla scommessa fra salvezza e rovina. Quelle lunghe ore di attesa nel corridoio antistante, la drammatica visione di un corpo disteso, immobile, intubato, dolorante, che cerca di aggrapparsi, con immane fatica, a un qualche appiglio vitale. Reggeranno il cuore, il respiro, i reni ? Partirà qualche infezione? Si rimargineranno le ferite? Verso sera cominciano a togliere qualche apparecchiatura, il malato parla, anche a lungo, vedi che il dolore cala, la energia di vivere riprende. Mentre prima la preghiera era difficile, come di fronte a qualcosa che non dipende da noi, di fronte ad una persona con del male, che lotta per vivere, ti viene di più di aiutarlo, "lottando con Dio", attraverso una più fervida preghiera.
Festa di S. Giovanni, solstizio d'estate, Il picco della luce. Piccolo voto a S. Giovanni per la salute di papà e a S. Antonio da Padova per l'Asilo. (la situazione critica cominciò il 13 giugno). Proposito di mettere al primo posto la preghiera, in tutto, nonostante tutto. Un pò ci riesco, un pò no. L'Inghilterra esce dall'Europa ... il Papa va in Armenia ... prendo sonno fra i monti Sibillini.
"Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino ecco la gioia".
29 Giugno 2016 Mercoledi - Santi Pietro e Paolo
Oggi finisce Estate Ragazzi. E' anche la finale del cammino di un anno. Tante persone mi dicono "ha la faccia tanto stanca, ... adesso va in vacanza?" Siccome non è possibile, mi chiedo davanti alla coscienza, cosa fare.
Innanzitutto vivere questo momento nella fede, ringraziando, offrendo, chiedendo. Il clima e i motivi della preghiera, li offrono i Santi Pietro e Paolo, festeggiati oggi, complementari in un'azione per la chiesa, ad intra e ad extra, e in un'unica esperienza di comunione con Gesù.
Poi dedicarsi al "magico potere magico del riordino". Il riposo verrà da questa nuova fatica, che avrà il compito di sedare l'ansia, "dialogare con se stessi, attraverso gli oggetti, gli spazi e i tempi riacquistati ". Preparare il cuore a nuova azione, progetti, nella bellezza e nella gioia. Se dedicherò queste due settimane al riordino, mentre il babbo torna dall'ospedale, non sarà impossibile trovare qualche giorno, prima di Roma, per un pò di vacanza, alla mia maniera.
30 Giugno 2016 Giovedi
Festa finale di Estate Ragazzi molto bella, Parrocchia gremita, di gioventù e famiglie, clima "carico", emozionato, cuori carichi di attese. Stanchezza fisica crescente, ma custodendo sempre di più la preghiera, consapevole che il ruolo di parroco è quello. "E bene che io Lui cresca e io diminuisca". Un continuo esercizio di ringraziamento, intercessione, fiducia. Spesso l'ansia ha il sopravvento, prevale il nervosismo, proprio mentre Gesù dice: "Perchè avete paura, gente di poca fede"? Anche la fragilità è benedizione.
E' una generazione che si è formata. Ho messo del mio, ma anche loro hanno messo tanto del proprio. E' stata l'Estate Ragazzi di Alice e Chiara, bravissime, unite, affidabili, relazionali, delicate. Così la presenza di Enrico, Chiara S, Valentina, Luca, Peppo, Claudio, Alberto, Davide, Martina, Erica, Elena ... e tutti i sessanta animatori. Ho sentito tanto la presenza di Valeria, non solo per la sua preziosa opera d'ufficio, organizzativa, amministrativa, ma per la sua impostazione, precisa, seria, data in questi anni, con l'introduzione di alcuni momenti qualificanti, come la "messa della maglietta" e tanti altri. Così il momento importante, di forma e contenuto, dato dal rito iniziale della "scenetta", curata meravigliosamente da Andrea Piccinini. Durante l'ultimo gioco, le qualificazione al Piumazzo Gotts Talent, ho visto tutta la forza creativa, espressiva, gioiosa, vitale, della nostra gioventù, tanto contento che abbiamo vissuto questo pezzettino di vita all'ombra della chiesa, alla luce indiretta di Gesù. Grazie.
14 Luglio 2016 Giovedi
La conclusione di Estate Ragazzi, con cui si "compie" l'anno pastorale, lascia una stanchezza e un vuoto difficile da colmare. Nonostante tutto sia andato bene, e ringrazio, l'anima e il corpo sono prosciugati. La malattia di papà, la stanchezza di mamma, il disagio del cantiere-chiesa nella sua fase concitata di conclusione, i normali problemi pastorali all'orizzonte, tutto si accumula. Credo sia una fortuna avere responsabilità ma ci sono ore in cui i pesi "pesano". Così per sedare l'ansia deciso alcuni giorni di viaggio. Mettersi in strada trasforma l'acqua stagnante o inquinata dalla fatica del nostro quotidiano in un ruscello vivo e stimolante.
Per non andare troppo lontano, e rientrare subito in caso di bisogno, decido di andare in moto nelle Marche e nell'Umbria, unendo mete naturali e spirituali. I Monti Sibillini e l'incontro con una serie di Santi: S. Nicola andando a Tolentino, S. Angela andando a Foligno. In mezzo ci stanno S. Benedetto a Norcia, S. Rita a Cascia, S. Chiara a Montefalco. Francesco di Assisi sullo sfondo.
Viaggiare in moto è bello, a condizione di percorrere strade secondarie, preferibilmente di montagna. Se la moto è vita, entrare in una autostrada è come uscire dalla vita e di fatto cerco di evitarle, o al necessario, trasformarle in una specie di "chiostro", finestra fra il mondo e l'eterno, riempiendo il viaggio di preghiera. Percorro strade bellissime, verso Osimo, Fabriano, Loreto, Recanati, Tolentino, S. Severino Marche, Camerino, Amandola, Castelluccio, Norcia, Spoleto, Foligno, Assisi, Gubbio, per finire nella splendida Urbino. I tratti più belli sono i Sibillini, fra Amandola Montegallo e Castelluccio; la strada che unisce Ascoli a Norcia, attraverso le Forche Canapine; La Valnerina, da Norcia a Spoleto; la Valle da Gubbio a Urbino.
La sorpresa più gratificante è la Gola dell'Infernaccio, fra Montefortino e Montemonaco, remota passeggiata, in luogo fantastico, che sale fino al suggestivo Eremo di S. Leonardo. Poi la famosa fioritura della Piana di Castelluccio, emozionante, ma a mio parere sopravvalutata. Una miriade di turisti, armati di sofisticate attrezzature fotografiche, si danno convegno nella valle, fra auto, moto, camper, per ammirare distese di papaveri, fiordalisi e fior di lenticchia. In maggior parte giovani, mossi da senso estetico e naturalistico, bisogno di semplicità e grazia, che trova in questo luogo un suo speciale Santuario.
Dormo in un agriturismo della zona, nella camera della "nonna" Agnese, una anziana contadina che mi spiega i segreti della fioritura. "E' perchè noi non abbiamo mai usato diserbanti, così quando cresce la pianta nascono erbe infestanti, e sono proprio quelle a dare il colore. I molti fiori rendono cattivo il fieno, ma migliori le lenticchie; poi richiamano il turismo. A seconda del giorno in cui semini le lenticchie, del grado di umidità del terreno, della luna, cresce di più un fiore piuttosto che un altro, e allora vedi campi tutti azzurri per i fiordalisi, o tutti rossi per i papaveri". Colgo il significato simbolico della cosa: da una piccola realtà, povera, come un fiore selvatico, nasce una delle più belle meraviglie del creato, quando si unisce ad altri piccoli fori. Poi la loro diversità, originata da piccolissimi dettagli, ma che portano o in un senso o in un altro.
Torno a casa contento, cogliendo tre significati per il mio sacerdozio: 1. il valore della dignità, compostezza, autorevolezza, rigore (da tre sacerdoti in talare, visti nella chiesa di Loreto e Norcia) 2. Il valore della umiltà, nascondimento, penitenza, senso di sacrificio, propria di tutti i santi e le sante incontrate, conformazione a Cristo e vita buona, dolce e serena per le moltitudini. 3 L'aiuto ai malati, ai poveri e la delicata accoglienza verso tutti i sofferenti (per l'esempio di tutti questi Santi e la lettura del libro compagno di questo viaggio: Eugenio Borgna "La fragilità che è in noi" )
17 Luglio 2016 Domenica
Partenza del Pellegrinaggio in bicicletta a Roma. E' presente anche la RAI che filma e intervista. Dalla soggezione all'entusiasmo. Mi propongo di vivere questa settimana nello spirito del vangelo di oggi: Marta e Maria
Primato del rapporto personale con Gesù, a. affettivo, volendogli bene; b. contemplativo, conoscendo e ammirando le sue opere, specie attraverso il creato, la cultura, e soprattutto la Liturgia delle Ore e Eucaristica c. sapienziale cercando di ascoltare quali indicazioni operative chiede a me, continuamente, per corrispondere, nello Spirito, alle Sue opere.
29 Luglio 2016 Venerdi
Iniziato il lavoro del grande riordino. Prima il portico-barchessa, dove Gianni e Andrea sistemano i banchi della chiesa, poi la sacrestia, liberata dal mare di polvere. Nutrono l'anima le parole di Papa Francesco nella omelia a Jasna Gora, " la tentazione di cercare le cose grandi, visibili, potenti, è tragicamente umana e tocca tutti; invece dedicarsi agli altri abbattendo ogni distanza, nella umiltà e piccolezza, è squisitamente divino. Maria insegna quanto Dio ami ciò che è piccolo, vicino e concreto" .
Rimango molto colpito dalla morte-martirio di Padre Jaques Hamel, sacerdote ottantenne, viceparroco di Sain Etienne in Rouvay a Rouen in Normandia. Vivace, umano, comunicativo, gioia del sacerdozio, un anonimato che l'oscurità della morte violenta trasforma in messaggio e riferimento. Viviamo un'ora tragica, ma, prescindendo dai risvolti politici, che non mi competono, se non attraverso la preghiera, vedo la fede trasformare l'orrore in occasione di amore eucaristico.
PELLEGRINAGGIO IN BICICLETTA A ROMA: Pedalando per Pan Onlus
17 Luglio 2016 Domenica PIUMAZZO - CASTIGLION DEI PEPOLI
In piazza alle 6,30 ci sono già alcuni ciclisti. Alle 7,00 sii raccolgono tutti i 35 membri, la maglia blu-azzurra, con scritto il tema del cammino e il nome degli sponsor, manca solo Andrea Mazzucchi, occupato da RAI 3 in una visita alla sede di Pan Onlus. Durante la benedizione e preghiera del Pellegrino, si coglie la dimensione mariana del viaggio, per il colore delle maglie e la prima sede di tappa, Castiglion dei Pepoli, vicino al Santuario della Madonna di Boccadirio. Dopo la messa delle 10,00 raggiungo il gruppo, arrivando a destinazione alle 16,30, pronto per la Messa d'orario, nella vecchia chiesa di Castiglione, dedicata alla Madonna della Provvidenza. (sic!). E' un momento bellissimo, che ci aiuta a fissare nel cuore il vangelo di Marta e Maria: primato della preghiera, di affetto, ascolto e azione corrispondente. A sera, due giovani pellegrini, Francesco e Pietro, dicono di far fatica, volendo interrompere il viaggio. Subito il gruppo si fa vicino, incoraggiandoli, esortandoli ad avere fiducia e provare a continuare. Tutti siamo gratificati del bel servizio di Rai 3 sulla partenza. Il mattino dopo, anche Pietro e Francesco salgono in bici
18 luglio 2016 Lunedi CASTIGLION DE PEPOLI - FIRENZE
Prima di partire, davanti all'Hotel il Ponte, facciamo il cerchio di preghiera, come imparato nel Cammino di Santiago, per ritualizzare la partenza, dandole uno spessore umano e sovrumano. Per tutta la settimana sarà questo uno dei momenti più dolci, carico della speranza del giorno, premura e gioia del viaggio, lieti di ringraziare, ascoltare, chiedere. Poi partenza per la lunga e bellissima discesa asfaltata, in mezzo ai boschi, fino a Prato. Non avrei mai immaginato fosse tanto bella questa strada. L'attraversamento della città, verso Firenze per Sesto Fiorentino è estremamente difficoltoso: sensi unici, incroci, superstrade, traffico, incertezza del percorso, un quasi ribaltamento di Andrea ... arriviamo all'Hotel Real davvero provati. Ma il cuore pellegrino non molla, ognuno si organizza come crede, per il riposo e la visita alla città: l' appuntamento è in Duomo, per la messa delle 18,00. Io ne approfitto per salire a Settignano a visitare la tomba di don Divo Barsotti. L'animo si scioglie imparando che il 18 luglio è l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale, sento tutta la dolcezza e potenza della sua benedizione, in quel giorno e in quel luogo.
19 luglio 2016 Martedi FIRENZE - SIENA
L'uscita da Firenze è lenta e spettacolare. Attraversato il Parco delle Cascine, suggestivo, pur nel suo stato di parziale abbandono, saliamo a Piazzale Michelangelo, per una foto di congedo da Firenze. Solo alle 10,30 imbocchiamo la via Cassia, zona Certosa, direzione Siena. Strada in ripida salita, con poco traffico, verso S. Casciano Val di Pesa; il gruppo è motivato e sostenuto dalla bellezza del paesaggio, sinuoso, fra boschi, campi coltivati, l'incantevole Toscana! Il caldo è forte, consumiamo litri di bevande. In una salitella mi trovo con Ottavia, Grazia, Adriana e Giacomo di 81 anni. Sono forse più lento di tre donne e un vecchio? Hanno una buona andatura, voglio rimane a ruota. Alla fine della salita, sento una fitta al cuore. Ho spinto decisamente troppo! Spero di non aver subito danni, proponendomi fermamente di andare, da ora in poi, del mio passo: "Con gli altri, per gli atri, ma non come gli altri" sarà il motto. Alle porte di Siena, ad un incrocio perdiamo Andrea. Cè traffico, non ci si può fermare, non è solo, se la caverà. Eppure l'apprensione per l'amico disturba la gioia del paesaggio senese, di una grazia incomparabile, e sento come veramente formiamo gruppo, dove il bene di uno è il bene di tutti, il dolore di uno è il dolore di tutti. La Certosa di Pontignano, nostra meta serale, ci accoglie con uno splendore architettonico ineguagliabile, una gentilezza squisita degli addetti, un sacrestano fervente, che prepara orgoglioso il necessario per la messa. Sotto il chiostro, fresco di aria e profumato di preghiere antiche, ci servono una cena nuziale, per la location e per la qualità e abbondanza del cibo, il vino scorre a fiumi, finiamo la giornata contenti, come gli sposi alle nozze di Cana.
20 luglio 2016 Mercoledi SIENA - BAGNO VIGNONI
Attraversiamo Siena, scortati da una pattuglia della Polizia municipale, cordialissima, rassicurante, protettiva. Tutti i senesi salutano la fila di ciclisti azzurrovestiti, ci sentiamo belli, importanti, contenti della fortuna ricevuta. Il percorso del giorno attraversa le famose crete senesi, giallo abbagliante per i campi tagliati di grano, costellati di macchie scure di cipressi, collocati qua è la da un sapiente artista. Una lunghissima salita, sotto il sole meridiano, mette alla prova il gruppo, che a Monteriggioni, pare cedere alla fatica. Qualche ritiro fa capire la durezza della tappa. Per fortuna abbiamo con noi il camper di Paolo e il pulmino di Cetta, che raccolgono chi è troppo stanco, sostenendo il plotone con bevande, sali minerali e indicazioni del percorso. Ma il miracolo del Cammino sta per palesarsi: l'Hotel delle Terme, di Bagno Vignoni, è un luogo da fiaba, perfezione di arte e grazia, pronto a ristorare i pellegrini con l'eleganza raffinata e raccolta delle sue strutture, invitanti vasche termali di acqua calda e fresca. Luogo frequentato anche S. Caterina da Siena: l'abbondanza delle acque salutari, lo cogliamo come simbolo del Battesimo, che rigenera, conforta, converte.
21 luglio 2016 Giovedi BAGNO VIGNONI - BOLSENA
Ormai siamo un gruppo affiatato. Le diversità divengono ricchezze, le debolezze occasioni di aiuto, il viaggio motivo di ringraziamento continuo. Quale preghiera dire nel cuore? La meditazione riesce difficile, per la fatica, soprattutto per le continue sollecitazioni emotive, di vicini, del paesaggio, che porta a costante attenzione e stupore. La mia preghiera è semplicemente un sincero, incessante, gioioso "grazie"! Bello tutto di quello che vivo, ogni curva, ogni salita, ogni discesa, ogni paese, ogni persona ... Grazie! Grazie! Grazie! A metà percorso c'è sempre un appuntamento meraviglioso, il parco che i nostri accompagnatori immancabilmente trovano, dove fermarsi a consumare uno spuntino insieme. Preparati i tavolini all'ombra, si comincia ad affettare pane, pomodori, salumi, formaggi, si porta frutta, acqua, vino, birra. Spesso a fianco c'è un bar, per il gelato e il caffè, chi o vuole, il bagno ... Questi pranzi meridiani e ruspanti, oltre ad essere di una abbondanza "pericolosa" per il ciclista, sono segni e strumenti dolcissimi di unità del gruppo. Stavolta la meta è Bolsena. Oltre al bellissimo lago, i viali di monumentali platani, il cuore è Santa Cristina e il Miracolo Eucaristico. Capitiamo proprio alla vigilia della sua Festa, partecipiamo alla Novena, dove ci colpisce la particolare preghiera per i giovani, di una santa giovane. Dall'alto del Castello, in un momento di pace serale, mentre guardo il lago, il borgo antico, mi chiedo: "Abiteresti per sempre in un posto simile?" e la risposta è: " Ho attraversato Firenze, Siena, Bolsena, ma il mio cuore non è in Firenze, Siena, Bolsena, il mio cuore è sulla strada". Gioia di essere pellegrini, ma fermi, sempre avanti, verso una meta oltre i sogni.
22 Luglio 2016 BOLSENA - BRACCIANO
Nella preghiera del mattino facciamo una particolare intenzione di ringraziamento per le nostre guide. Andrea Mazzucchi innanzitutto, ispiratore e principale organizzatore del nostro pellegrinaggio. E' colui che sta facendo più fatica fisica, arrivando ogni sera alla meta così provato, da chiedersi ogni volta se sia per lui prudente ripartire. Eppure il coraggio, i prodigiosi recuperi notturni, i massaggi di Rosa, il calore dei compagni, la vicinanza del figlio Giacomo, l'offerta del suo sacrificio e della sua fede, compiono il miracolo. E' proprio vero che, chi ha più difficoltà, è quello che può dare di più agli altri. Poi Paolo, suo fedele collaboratore, solerte in tutto, e tutti gli altri, tutti diremmo. Facciamo una menzione speciale al gruppo di Formigine, capitanato da Ciccio e la moglie Cetta, figure carismatiche nell'universo del ciclismo modenese, forza fisica e morale smisurata, bontà e fede commoventi. Regalano adesivi, col nome di ciascun pellegrino, da apporre alla bicicletta. Anche questa tappa, pur leggermente più pianeggiante, è lunga e impegnativa. Paesaggio sempre bello, strade un pò più impervie, pranzi sempre abbondanti. Arriviamo a Bracciano alle 17,30. Il lago è vicino e l'albergo dotato di una grande piscina. Per la Messa, l'appuntamento è fra mezzora in cima ad una ripidissima e lunga salita. Per pietà verso i pellegrini, sottovoce faccio scorrere l'avviso, pensando: "Prego io per loro, oggi meritano riposo e tranquillità". Con mia sorpresa un grande numero partecipa alla eucaristia. Ugualmente ispira recitare alla sera con tutti il rosario, contenti di dedicare a Maria la vigilia del nostro ingresso in Roma.
23 Luglio 2016 Sabato BRACCIANO - ROMA
Siamo allenati, motivati, vicinissimi alla meta. Il tratto di oggi è breve, meno di cinquanta chilometri. Gli organizzatori fanno percorrere per intero la via Boccea, che da lontano arriva dentro la città, proprio nei pressi della Basilica Vaticana. E' sorprendente come a pochi chilometri dal centro di Roma, si è ancora in aperta campagna. Poi pian piano il flusso del traffico si ingrossa, ma essendo una vecchia strada, a tratti allargata, dà sempre un piacevole senso di continuità. Anche l'alternarsi di salire e discese, curve e controcurve, toglie il fastidioso senso di soffocamento, che prende il ciclista nei ripidi e veloci rettilinei urbani. In definitiva le macchine vanne lente, poco più veloci di noi. Così improvvisamente appaiono le mura dei Musei Vaticani, la mole di Castel S. Angelo e di Via della Conciliazione. Siamo arrivati! Sono le 11,30 del mattino. Dopo l'abbraccio di rito, risaliamo il corridoio dei pellegrini, verso la Piazza e le forze di sicurezza lasciano entrare il gruppo dentro al colonnato del Bernini, per la foto d'arrivo.
24 Luglio 2016 Domenica ROMA Messa e Angelus del Papa
Le biciclette sono partite, col camion di Riccardo Cristoni, oggi con noi c'è una corriera e una ventina di amici di Piumazzo, con i quali abbiamo attraversato la Porta Santa nel pomeriggio di ieri. "Chi è che può attraversare la Porta? Il peccatore, che riconosce il suo bisogno di perdono, chiede l'aiuto di Dio, si sente accolto e riconciliato, proponendosi di fare altrettanto con i fratelli." La domenica è dedicata alla visita di S. Maria della Vittoria, con l'Estasi di S. Teresa del Bernini, poi Piazza di Spagna e Trinità dei Monti. Messa in S. Andrea delle Fratte, dove avvenne una apparizione Mariana e si prega la "Madonna della Conversione". I sacerdoti Minimi, che reggono la Basilica, lasciano presiedere a noi l'Eucaristia. Sentiamo quel giorno, quel vangelo, come il vademecum del nostro pellegrinaggio: pregare sempre, con insistenza, non per convincere Dio ma approfondire la fede, chiedere lo Spirito Santo. Finale del Cammino con l'Angelus. In Piazza ascoltiamo le Parole del Papa sul vangelo del giorno, poi inaspettatamente alla fine, dalle sue labbra sentiamo: "Saluto i membri del pellegrinaggio in bicicletta, da Piumazzo a Roma, arricchiti da un impegno di solidarietà" Il cuore di tutti si scioglie di gioia incontenibile, un torrente di lacrime travolge il gruppo, un intreccio di abbracci li unisce.
Il giorno seguente, 25 luglio, in parrocchia ringraziamo San Giacomo di questo straordinario dono. Nella omelia parlo di alcuni frutti del pellegrinaggio: la gioia della comunione, l'esperienza delle sorprese, un rinnovato amore alla vita. A tutti i pellegrini romani viene consegnata una "compostela". Grazie Andrea, grazie a tutti, buon cammino insieme, con Pan Onlus.
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30 luglio 2016 Sabato (comunicazione in fb nella pagina " Sei di Piumazzo se ...)
L’annunciata chiusura del Bar Gerry suscita diffuso interesse e dispiacere. Significa che è stato importante per la comunità. Personalmente non avrei mai potuto trovare collaboratori migliori: generosi, disponibili, gentili, pazienti, operosi, leali, gioiosi, capaci, onesti. Il Circolo chiude perché non ci sta dentro coi costi. Arrivato alla pensione, un po’ a malincuore, in accordo col parroco, Gerry ritiene opportuno voltare pagina.
Dare il bar in gestione ad altri? Oltre alle difficoltà economiche, che in un locale del genere rimangono oggettive, si è fanno avanti nuovi problemi. La licenza è legata al Circolo Anspi, ma il locale col tempo è diventato Bar privato. Situazione ibrida, tollerata dalle autorità, da risolvere.
Rifondare un Circolo Anspi, richiede volontà condivisa di un numero significativo di persone, progetto ideale e organizzativo, al momento mancanti. Orientarci verso un Bar privato, comporta cambiamenti strutturali e investimenti di fondi, sui quali saggiamente molti manifestano perplessità. Vanno dunque inventate forme nuove di accoglienza e aggregazione per giovani, famiglie, giovani; la fantasia e l’amore non mancheranno. Facciamo a Gerry e a Giusy un applauso immenso, un ringraziamento meritatissimo. A loro l’affetto di tanti amici, convinti che la loro gestione, con i limiti di ogni cosa umana, è stata splendida, perfetta, ineguagliabile. Li salutiamo la sera di domenica 31 luglio, per una serata di gratitudine dalle 20,30, con rinfresco, musica dal vivo di Christian e Yury Apicella. Grazie Gerry e Giusy! Il vostro servizio è stata una musica bellissima!!!!