Diario d. Remo dal 5 Giugno 2017

5 Giugno 2017 Lunedì 

E' il giorno seguente la Pentecoste a conclusione del 143° Ottavario alla Madonna della Provvidenza. Sole e caldo favoriscono celebrazioni e ogni iniziativa. Il ritorno a piedi al Santuario suggella, nella sua eccezionalità, la vivacità della tradizione. Con questa bella esperienza guardiamo avanti. 

 

Papa Francesco incontra l'1 Giugno i rappresentanti della Congregazione per il Clero e raccomanda ai sacerdoti: "Pregate senza stancarvi, camminate sempre, coinvolgetevi col cuore". Prendo come motto della Pentecoste 2017 le sue due parole: "passione e compassione", specie verso la gioventù.  

6 Giugno 2017 Martedì 

Festa di Fine Anno nei cortili della parrocchia  per la Scuola Elementare e Medie. Momento di intreccio positivo, fra istituzioni e persone, bambini, famiglie, insegnanti, volontari, impegnati insieme. Anche la organizzazione è molto curata. Parrocchia madre e casa di tutti.

 

I due presentatori, Valerio e Andrea, pubblicamente ringraziano e insistono perché dica qualcosa al microfono. L'ansia si trasforma in uno sciocco saluto urlato, che rivela la mia timidezza, non meno della gioia sincera. Bastava dire con semplicità: "Oggi godiamo tutti di uno spettacolo bellissimo, ragazzi, genitori, maestre, in un momento di unità e gioia, che sarebbe bello vivere ogni giorno, ma la vita è fatta di momenti eccezionali e oggi ne stiamo vivendo uno". Valerio e Andrea autonomamente mi confidano due loro esperienze di fede, uno legato alla Parola di Dio, l'altra al rapporto con la Madonna. Messaggio di fiducia per il l'impegno futuro coi giovani, unendo le loro forme "rock" ai tesori di sempre. 

 

Continuano gli incontri individuali in preparazione del prossimo anno pastorale. In cantiere per il 2017-2018 un percorso nuovo di evangelizzazione per i bimbi e famiglie 0-6 anni, amplimento della proposta spirituale alle famiglie del catechismo 7-11 anni. Cura dell'intreccio fra pastorale degli adulti, genitori del catechismo e quanto ruota attorno alla Scuola Parrocchiale della Infanzia. Nel rispetto delle autonomie e responsabilità, una parrocchia che respiri unita. 

Oltre al progetto Fatima-Santiago, da realizzare, a Dio piacendo, nel prossimo luglio, nel cuore sta nascendo il sogno del Cammino del Norte, da Lourdes a Santiago, per il 2018. Già il prendere in mano cartine, studiare distanze e luoghi, rapporto fra alloggio e messe, famigliarizzare con città e borghi, logistiche di partenza e arrivo, tutto questo è molto appassionante. 

 

Entusiasmo per il libro di Valerio Massimo Manfredi "Il mio nome è nessuno", sul viaggio di Ulisse. Confrontare i miei piccoli percorsi, col senso epico del "grande viaggio". Il Padre dice che i classici "conoscono quello che è nell'uomo". Il nostro piumazzese dà il meglio di sé proprio quando traduce in linguaggio moderno le storie antiche, coi loro intrecci, nomi e significati.

 

Lettura principe sia sempre la Scrittura. Ora attenzione al libro dei Salmi: "parola dell'uomo, che Dio assume, fa sua e la restituisce all'uomo dandole un senso divino, quasi anticipo della incarnazione del Figlio suo". " I Salmi sono stati la preghiera dell'Antico Testamento, in cui Dio stesso ha ispirato i sentimenti che i suoi figli devono avere nei suoi riguardi, e le parole di cui devono servirsi rivolgendosi a Lui. Sono stati recitati da Nostro Signore e dalla Vergine, dagli Apostoli e dai primi martiri. La Chiesa ne ha fatta, senza modifiche, la sua preghiera ufficiale

 

Domani ritorna a Piumazzo Sr Theresa. Le vogliamo tutti molto bene e desideriamo che il suo rientro sia di pace e gioia. Le suore sono di quei tesori che fanno del nascondimento la loro preziosità, ma è dovere e vantaggio, ogni tanto, evidenziare e cantare il dono che sono. 

9 Giugno 2017 Venerdi.

Non si è potuto partecipare ieri alla Assemblea Diocesana, prima grande tappa pubblica, di un "Ascolto di Dio e degli uomini, nello Spirito". Provo a rimediare informandomi. La vita parrocchiale prosegue nel suo "piccolo infinito", con la preparazione della Festa di fine anno della Scuola Materna, incastonata nell'incontro del nostro Comitato di gestione, con don Gabrile Porcarelli. Momento di riflessione, verifica e proiezione al futuro. Mi colpisce, nel viaggio in auto a S. Agostino, attraversare le terre della mia giovinezza. A fronte dello sgomento per le belle cose che non ci sono più, il sereno paesaggio agreste di un tempo, la vivacità sociale ed ecclesiale incontrata a S. Agostino,  indice di un futuro che premia la fede e la buona organizzazione.

 

L'impatto di una singola persona, anche di una singola opera buona, nel complesso intreccio della vita è incalcolabile. La catena di bene che può innescare un atto santo è di una portata tale che se noi riuscissimo, anche solo in parte, a cogliere, non sprecheremmo neanche un istante della nostra vita. 

 

Nel vangelo del giorno Gesù riflette e affronta un "problema teologico": "Come può il Cristo essere figlio di Davide, se Davide lo chiama Signore?" E' bene riflettere, nello Spirito, sui problemi, su tutti i problemi. Dopo l'incontro con don Gabriele, a fronte della sua parrocchia "efficiente", due segretarie, doposcuola con novanta ragazzi, scuola dell'Infanzia, comunità partecipe, ripenso ai discorsi con Tommaso in auto sul disimpegno operativo negli enti pubblici, chiedendomi quale messaggio Dio voglia dare. Innanzitutto l'importanza di un lavoro solerte, diligente e pronto. Rapporto con Itala Mela, beatificata domani: anima mistica, organizzatrice della Fuci, l'impegno apostolico come "inabitazione della Trinità". Intreccio dunque fra problemi, lavoro e vita interiore. 

 

10 Giugno 2017 Sabato Vigilia della SS Trinità. 

"Vi sono anime molto pie e anche anime religiose e sacerdotali che ignorano completamente una delle esperienze più dolci della vita interiore: la preghiera messa in relazione col dogma dell'Inabitazione. Senza dubbio il sentire in sé la Trinità, il contemplarla, il perdersi in essa nell'orazione passiva, appartengono a grazie che l'anima riceve se e quando piace a Dio. Ma non vi è dubbio che molte anime sarebbero più disposte a riceverle, se fossero più istruite sull'impostazione da dare alla loro pietà in rapporto al dono che possiedono. Bisogna invitare le anime a uno sforzo attivo di intimità con le tre Persone, perché più facilmente giungano all'età felice in cui il Signore si manifesta nel profondo al loro sguardo rapito" (Itala Mela )

 

17 Giugno 2017 Sabato. 

Cerco di "leggere" i segni della settimana trascorsa: un piccolo elenco e commento.

1. Festa di Fine Anno Scuola Gisa Crotti

2. Torneo di Basket parrocchiale 

3. Rapporto con la mia famiglia.

4. Visite mediche.

5. Comunicazione su Maria Grazia 

6. Incontro fine anno dei gruppi Evangelizzazione, Liturgia, Carità. 

7. Festa del 90° compleanno di Sr Riccarda. 

8. Inizio di Estate Ragazzi "Occhi aperti su Narnia"

9. Corsa "Corripiumazzo"

10. Programmazione pastorale 2017-2018: "Come in cielo, così in terra" 

Festa di fine anno Scuola Materna Gisa Crotti.

Giornata calda e soleggiata. Poco dopo le 16, un benvenuto a tutti i partecipanti e inizio dei momenti di sezione, a cominciare dal Nido, nella "piazzetta delle biciclette". Tutto si svolge con ordine e partecipazione, cordialità e pace. Mentre mi allontano per la Messa, sento quanto sia bella questa realtà e "quanta possibilità di bene" offra. Anche a fronte di tante difficoltà, necessarie e inevitabili, sento che è "luogo educativo", quindi bene prezioso per tutti, da custodire e alimentare nel migliore dei modi. Il personale è vario e bravo, pur con tutti gli umani limiti, la tradizione è gloriosa, il contesto ambientale fantastico. 

 

Torneo di Basket Memorial Santunione

Arrivato alla settima edizione, si rivela iniziativa consolidata e opportuna. Nasce da un amore per il basket, il gusto di praticarlo e insegnarlo, trasformandolo in occasione sociale e comunitaria. "Lo facciamo per lei e la parrocchia", dice un organizzatore, in un momento di accesa consapevolezza. Oltre alle partite, per fascie di età, cè una meravigliosa organizzazione della cucina, con persone brave e generosissime. Alla fine molto stanche, ma altrettanto contente, di una esperienza realizzata insieme. Il leader riconosciuto è Marco, sempre presente, col pensiero a tutto, ma consapevole che senza il lavoro di quella quindicina di fidati e appassionati collaboratori, sarebbe impossibile farlo. La cosa bella del Gruppo Torneo è la capacità di intrecciarsi, con altre realtà di comunità, come i Giovani, le Scuole, il Coro, il Corripiumazzo, L'Estate Ragazzi, la Pan Onlus. ecc. Questo intreccio la rende vincente organizzativamente e buona nel significato. 

 

Rapporto con la mia famiglia

Per due volte, in questi giorni, coi miei genitori, nella nostra casa di origine a Castello d'Argile. E' un vero pellegrinaggio alle origini, specialmente per loro, che mancano ormai da trenta anni dalla loro terra, visitandola sempre più di rado, per motivi di salute. E' gioioso e doloroso, Viaggiare in auto, fra mille dettagli della loro giovinezza, colmi di nostalgia e malinconia, per un mondo trasformato, in gran parte irriconoscibile e - lo dico io - di molto degradato. E' bello per me accompagnali, vivere questo servizio, preparandomi a riprenderlo in agosto, con la moto, presso i miei zii anziani e malati rimasti. 

 

Visite mediche

Durante una vista specialistica, una dottorezza amica, scherzando e inverando, dice: "Il prossimo anno non pagherà più il ticket, perchè avrà sessantacinque anni". Dunque "vecchio", gli acciacchi, normali ed eccezionali, si manifestano, imponendo controlli sempre più serrati, con esito finora "Nulla di grave". Ringrazio di potere sognare ancora pellegrinaggi, a piedi e in bici, di potere gioire della moto, sopratutto di potere lavorare e servire ancora. Vorrei imparare l'arte della guida vera, che, non con la forza esteriore, ma quella dell'anima, aiuta gli altri. 

 

Comunicazione su Maria Grazia

La nostra coordinatrice pedagogica ha dato dimissioni dal suo incarico. Si impone un ringraziamento sincero per il suo servizio intelligente e amorevole. All'interno della Scuola occorre riflettere per vedere e cogliere le nuove prospettive. E' in atto una trasformazione organizzativa di tutte le scuole parrocchiali cui siamo coinvolti. Come detto sopra, ci guida la consapevolezza che l'Asilo è "cosa preziosa", perchè "realtà educativa", ha una "gloriosa tradizione", una "comunità di suore brave e amate", una "collocazione ambientale fantastica". I cambiamenti, presi nel verso giusto, sono nuove possibilità. 

 

Incontro di fine anno coi gruppi Liturgia, Evangelizzazione, Carità

Nella sua semplicità è stata una serata importantissima, per il significato trasmesso. Dopo le grandi feste, Comunione, Cresima, Ottavario, la tentazione di "chiudere per ferie" è grande. Le persone sono stanche, le cose sono andate bene, e ritrovarci ancora parrebbe inutile e pesante. Invece importante è dirci, e dire a tutti, "Grazie!", "Avete fatto un buon lavoro", sopratutto "Siamo un gruppo", vogliamo continuare a camminare insieme, "La chiesa è comunità". Poi sottolineare la primarietà degli orizzonti alti: il Vangelo, la Carità, la Preghiera, perchè altrimenti rischiamo di appiattirci sulle "cose", specie quelle più facili, o cariche della "necessaria ambiguità di questo mondo". Coscienza vigile e coltivata, affinché le Feste, i Tornei, i Viaggi ecc. divengano occasioni di umanità, di fede, non fini a se stessi. Capaci di consolare, accendere, unire, non accrescere lo stress, il vuoto e la divisione. Prima di quel necessario momento di riposo e distacco, occorre raccogliere i frutti dell'anno, festeggiare, guardando avanti, insieme. 

 

Oltre al tema, raccolto dal titolo sopra, il prossimo anno vogliamo ancora di più lavorare per gruppi, rappresentati dai tre simboli, al centro della figura, per dare a ciascuno un ruolo, un contesto alto, un gruppo, in una comunione generale. E' un anno in cui si lavora sui due poli estremi della nostra vita, "terrena e celeste", non di meno sulla "unità, compiutezza e armonia". "Siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, e il Dio della pace sarà con voi"

 

Festa del 90° compleanno di sr Riccarda

Affettuoso e doveroso omaggio allla suora più anziana della nostra parrocchia. E' stato un momento di grande unità e amore, coi famigliari, le consorelle arrivate, le maestre dell'asilo e tutta la parrocchia, presente in mondo consistente. Cè stata dietro una buona organizzazione ma anche una sincera e spontanea condivisione. Piumazzo si è dimostrata quella serea proprio bella.

 

Inizio di Estate Ragazzi "Occhi su Narnia"

Una nuova edizione, alla insegna della ancor più ampia gestione autonoma del Gruppo Giovani. Alice, Chiara e Valentina formano un sodalizio di guida e servizio veramente perfetto. Ognuna col suo carattere, ognuna con le proprie capacità, pienanmente unite. Questa armonia si irradia sui quarantacinque animatori e novantina di ragazzi. Sempre tutto molto ordinato, semplice e gioioso. Non cè che da ringraziare e lodare. Il tema è una bella storia, di sapore squisitamente cristiano, sul tema della lotta fra il bene il male, potenza dei piccoli, redenzione attraverso il sacrificio di sé. 

 

Corsa "Corripiumazzo"

E' la seconda edizione, con più di mille partecipanti, la maggior parte del paese. Nella intestazione del foglio di iscrizione è scritto "Parrocchia di Piumazzo". Lo scorso anno non l'avevo notato. Quindi appare come una iniziativa della parrocchia. Ovviamente chi la organizza è un gruppo di appassionati podisti, ma è significativo e bello che scelgano la parrocchia come "manto" iniziativa, che ha un grande sapore di unità popolare, buona e genuina. 

 

Programmazione pastorale 2017-2018 "Come in cielo, cosi' in terra"

Tutto prende le mosse dalla consapevolezza dei due poli, che esteriormente manifesta la parrocchia: lo spirituale e il sociale. Sappiamo bene che il polo è sempre uno solo, Gesù Cristo, la cui presenza si declina in una irradiazione di segni, alcuni squisitamente sacri, altri più materiali. Piumazzo è dotata di stupende aree comunitarie: il prossimo anno vorremmo metterle a tema, in modo propositivo, così come continuare a lavorare sulla formazione religiosa, preghiera ed evangelizzazione, in quella ottica missionaria, continuamente richiamata dal Papa. Un anno, pienamente di cielo e pienamente di terra. 

29 Giugno 2017 Giovedi - SS Pietro e Paolo

Nella festa dei "capi" della chiesa, le letture si riferiscono a loro momenti "difficili", la prigionia di Pietro e il congedo vita di Paolo. Anche il vangelo, con la investitura di Pietro nel suo ruolo, fa riferimento drammatico alle "forze del male che non prevarranno". 

 

E' terminata Estate Ragazzi 2017. Quella di Alice, Valentina e Chiara, con la storia di Narnia. Se già con Valeria, la assunzione di responsabilità da parte dei giovani, su ogni aspetto organizzativo, si era fatta consistente, questa edizione segna un sigillo di completezza. Avrei potuto non esserci mai, e le cose sarebbero andate bene.

 

Sono state bravissime, a raccogliere e preparare a monte il gruppo dei cinquanta animatori, a formarli, legarsi a loro e legarli insieme, gestirli giorno per giorno, festeggiandoli come si conviene alla fine. Ed esse sono state ricambiate da un affetto, una stima profonda. A loro volta, i bambini, non sappiamo se per un alchimia misteriosa, o per questo contesto così buono, mai come questo anno sono stati obbedienti, partecipi, collaborativi, gioiosi. Non si è fatto male nessuno, nessuno ha mai litigato (eccetto l'ultimo giorno, ma forse pe la tensione finale e il ventoso clima atmosferico) e tutti sono stati contenti. 

 

Personalmente l'ho vissuta in modo strano. Il caldo torrido e afoso, di tutto il periodo, mi ha messo in seria difficoltà. Non sapevo come vestirmi, pantaloni e camicia sempre appiccicati, polvere e sudore, stanchezza fin dal mattino. Condizione difficili per stare giornate intere in mezzo ai ragazzi. Poi la tensione fra una sensibilità "da vecchio" e la prorompente, e culturalmente diversa, energia "dei giovani".  

 

Ribadendo che sono stati sempre e tutti molto rispettosi e corretti, con uno sforzo e un istinto,

a non manifestare atteggiamenti, che di solito vivono fra di loro, ma qui "dal prete" non adatti, sento lo scarto fra sensibilità diverse, culturali e generazionali. Metterebbero musica, ad alto volume, ventiquattrore su ventiquattro, con brani rap o comunque "aggressivi". L'ideale sarebbe accogliere il loro mondo e con amore introdurli anche "nell'altro mondo", di silenzio, ordine, cura delle cose, quel mondo che a loro è più difficile, ma poi li fa stare bene. 

 

La mia stagione a Estate Ragazzi è ormai finita. Il mio cammino di sacerdote si identifica molto con questa iniziativa. Credo di essere stato, con altri, uno dei suoi "inventori", l'ho vista crescere, in tutte le parrocchie in cui sono stato e anche a Piumazzo, in direzioni nuove: nella parte teatrale e nella gestione degli animatori. Quello che mi è proprio, era la cura l'ambiente, i prati, i giardini, le sale, le attrezzature, il ritmo dei giorni, armonizzando il tempo libero, importantissimo, e quello gestito, altrettanto importante, infine le gite dinamiche e "naturali". 

 

Estate Ragazzi non era solo una idea, ma una proposta organizzata, per questo è cresciuta, e ha potuto prendere strade autonome, come si addice ad ogni "figlio". Mi chiedo ora quale sia la strada per me da percorrere. Perchè nella fede, si genera sempre, fino all'ultimo giorno di vita.

1 Luglio 2017 Sabato

Partenza stanotte per Lisbona, poi in bicicletta a Fatima, Coimbra, Porto, e infine su fino a Santiago di Compostela. 600 km in un paese povero, molto umano, con una grande storia, laico e devoto. Sono contento di questo viaggio, che unisce Maria e san Giacomo. Parto stanchissimo, nel corpo e nell'anima. Di solito appena uscito dall'aereoporto, montata la bicicletta, dopo due pedalate, corpo e spirito si mettono a posto, disposti a vivere giorni di silenzio, avventura, contemplazione, gratificazione, fisica e interiore. Una preghiera incessante di ringraziamento, occhi che guardano, gambe che pedalano, cuore che canta. 

16 Luglio 2017 Domenica

Al rientro dal pellegrinaggio, subito grandi eventi: la Festa di S. Clelia, cui partecipo il mattino del 13 luglio; il matrimonio di Chiara Nizzi e Stefano Pezzi, particolarmente significativo per il coinvolgimento della gioventù piumazzese; la cena Pro Asilo, sabato 15, bella per la partecipazione di 160 persone, per il servizio dei giovani e la disponibilità di tanti a collaborare. in una sera mite, all'aperto, nel contesto sereno del parco.

 

Nello spirito del vangelo di oggi: "Beati i vostri occhi per quello che vedono" inizia la stesura del racconto del 

Pellegrinaggio Fatima-Santiago di Compostela-  2-12 luglio 2017

Dal 2008 quasi ogni anno mi porto pellegrino a Santiago di Compostela. Se la prima volta mosse una intenzione di ricerca e attesa, col passare degli anni è esperienza di conferma e ritrovo. Santiago e "il cammino" fanno parte della mia anima. Ho già percorso tutti gli itinerari classici: Francese, Inglese, Portoghese, Primitivo, Plata, alcuni più volte, a piedi, in bicicletta; manca solo quello del Nord. Naturalmente l'ho già studiato, preparato, in attesa del momento opportuno per realizzarlo. E' bello avere ancora mete. Ho la fortuna di genitori che, pur nella età avanzatissima, stanno benino e non solo acconsentono, ma sempre più partecipano, con gioia, ai sogni di questo loro strano figlio. Questo anno scelgo Fatima, a motivo del Centenario delle Apparizioni. Fatima mi ha sempre attratto, senza mai aver avuto occasione di recarmici. 

 

La scelta del periodo è legata alla fine di Estate Ragazzi e al matrimonio di Chiara e Riccardo il 14 Luglio. Compulsando orari e disponibilità dei voli, distribuisco l'itinerario in otto giorni, una sessantina di chilometri al giorno, partendo la mattina di domenica 2 luglio, da Bergamo a Lisbona. E' la notte del concerto di Vasco Rossi. A Carpi prendo l'Autostrada Verona- Brescia- Bergamo. Sull'auto la bici impacchettata. 

 

2 Luglio 2017 Piumazzo - Bergamo - LISBONA - Santarem

Volo tranquillo. La prima sorpresa pellegrina viene dal taxista di Lisbona, Adelino, che dopo avermi portato fuori dall'aeroporto, si offre di aiutarmi a togliere la bici dallo scatolone, smaltire l'ingombrante involucro, assistendo le prime operazioni di montaggio. Mi dà il telefono, affettuoso, chiedendo preghiere, per lui e la sua famiglia, durante il mio pellegrinaggio.

 

Come è bello ritrovarsi, soli, col mondo nel cuore, in un nuovo viaggio. I primi colpi di pedale, verso Fatima, con la bici "miracolosamente" a posto, sono emozionanti. Davanti a me un'infinita strada, frazionata da miriadi di eventi, che con la preghiera del pellegrino, chiedo siano benedizione. Seguo la strada provinciale, verso Santarem, assolata, trafficata, piena di ciclisti. In un bar, accanto a preziose indicazioni, mi danno un cappuccino e una "pastais de nata" a soli € 1,20. Mi rendo conto di essere in un altro mondo! Lascio la statale, lungo le sponde del fiume Tejo, ciclabile dolcissima verso Villa Franca de Xira. 

E' mezzogiorno, di domenica. In un posto di sosta lungo il fiume, estremamente grazioso, ombroso, arredato con gusto, amo indulgere nella preghiera, nelle prime meditazioni del cammino, sul tema dello Spirito Santo. Si accosta Victor, un pensionato della zona, con voglia di chiacchierare, nonostante le difficoltà della lingua. Ho impressione che i sessanta chilometri di oggi siano "troppo pochi" e per non arrivare presto sia opportuno fermarmi spesso e a lungo. Ma non so quello che mi aspetta. Di lì a poco la pista si trasforma in una assolata strada bianca, polverosa, tortuosa, accecante, in mezzo a sconfinate zone, in abbandono. L'anima compensa la desolazione dell'ambiente, la fatica nel procedere a 50 gradi di caldo, in solitudine totale, con l'entusiasmo del primo giorno. I cartelli per fortuna sono frequenti e rassicuranti. 

Dopo Azambuja, mi perdo in mezzo alla campagna. La guida conferma essere zona senza indicazioni, sulla strada non cè nessuno, mi lascio portare dal mio istinto di orientamento, di solito buono, ma in questo caso non tanto. Procedo lungamente per stradine che si tramutano in sentieri, poi cavedagne sconnesse, di campagna infinita, piantagioni di pomodori, a perdita d'occhio, in una calura impietosa, con la certezza di aver sbagliato strada. In una capanna, che ha l'aspetto di un miraggio, incontro l'anziano Carlos, col nipotino Luis, che indicano la direzione giusta. La loro straordinaria gentilezza è di conforto, assieme al dono di una birra fresca, con due pesche rigeneranti. Purtroppo il tempo perso, la fatica sprecata, lo scoraggiamento, che sempre segue un errore di percorso, cominciano a incidere sul corpo e sull'anima. Si sente la fatica della notte passata senza riposo, d'essere partito stanco e non tanto allenato. In più l'età. Ora la pago. Pur attraversando ora zone amene, un lungofiume incantevole a Valada, arrivo a Santarem sfinito. La città è stupenda, ma gli occhi non sono in grado di gustare. La messa, le preghiere, hanno un effetto benefico, così il silenzio della camera, la tranquillità della sera, cui non manco di ringraziare, come la buona cena notturna, all'aperto, in compagnia di un amico angelico. 

3 luglio 2017 Santarem - FATIMA

Durante la colazione, in un bar del centro di Santarem, intravedo alla fermata del bus un pellegrino. Cammina con vistosa difficoltà, chiedo se sia diretto a Fatima. "No, vado alla stazione del treno, non riesco a continuare". Nella mia seconda giornata, avrò prova di sperimentare quanto sia duro il cammino di Fatima. Sentieri sassosi, aridi, senza il conforto di veri punti di sosta, attraverso paesi poverissimi, in contesto angoscioso. Durante una fermata, nel paesino di Monsanto, a mezzogiorno, mi si avvicina un signore, con fare affettuoso e imperativo: " Non va bene andare in giro a quest'ora, fa troppo caldo, occorre aspettare la sera, muoversi adesso non va proprio bene!". Non posso dargli torto, ma ho un ruolino di marcia da rispettare e in bicicletta non posso aspettare la sera. Così, in modo sempre più lento e affaticato, con quella lentezza e torpore di chi non ha più energie, procedo verso la meta. Ci sono ancora ripidissime salite da superare, zone così torride da far tacere anche le cicale, qualche sosta ai bar, per bere bevande fresche o anche solo sedersi un poco, fino all'ingresso della città di Fatima.

Qui il paesaggio cambia completamente: strade larghe e lisce, viali alberati, palazzi, negozi eleganti, gente ben vestita, in una rotonda un monumento ai tre pastorelli ispira una foto.

Durante la Messa vespertina nella basilica di Fatima, mi colpisce il fervore dei presenti, la fede di una giovanissima famiglia italiana, con bambina piccolissima, la presenza di tantissimi sacerdoti giovani, con i loro gruppi. La stanchezza impedisce una concentrazione piena sulla preghiera, così la sera, durante il Rosario nella spianata e la Processione delle candele, più che da pensieri spirituali, sono confortato dalla fresca brezza che accarezza la pelle, dalla comoda seduta contro la facciata della Basilica, scalzo, su quel pavimento di pietra naturale, piacevolissimo.  

4 Luglio 2017 FATIMA - Vale Florido

Messa alle 7,00 nella Cappella delle Apparizioni, davanti alla quale, finita la celebrazione, mi faccio fare anche una foto. Poi visita alla chiesa della Eucaristia, modernissima e armoniosa struttura, solennità e grandezza si combinano con raccoglimento e sobrietà. Nel silenzio della spianata, fra le molte persone che percorrono in ginocchio il percorso verso l'altare, vivo le ultime ore a Fatima, prima di continuare il cammino verso Santiago. 

Nel contesto della Festa di S. Tommaso, e del vangelo del giorno, penso che proprio in quel "credere senza vedere" stia il segreto di Fatima, esperienza dei tre pastorelli, la cui vita è stata veramente povera e minimale e pure mirabile. Senza particolari esperienze intellettuali, mistiche, operative, riconoscimenti ... Papa Benedetto XVI ha detto che Fatima è "risposta del cielo ad un momento storico in cui le forze del male, contro l'uomo, contro la natura, contro la chiesa, si fanno particolarmente aggressive, ma per la fede dei piccoli, è annunciato il trionfo del Cuore Immacolato di Maria". Sono contento di aver attraversato quelle fatiche, aridità di percorso, come condizione per capire, accogliere, amare più nel profondo l'appello di Fatima, alla fede, alla preghiera e alla penitenza fiduciosa. 

Verso le 10,00 riprende il Cammino direzione Santiago. Nel corpo ancora i segni dei due giorni precedenti, le gambe pesanti, il soprasella dolorante, ma la dolcezza del paesaggio, la comodità di stradine asfaltate, con poco traffico, la sicurezza di percorrere la strada giusta, la calura che si è mitigata, aiutano la mente e il cuore. Da qui comincio a cercare anche i "timbri" per la mia credenziale di Pellegrino, il primo nel municipio del primo paesino incrociato.

 

Durante questo trasferimento, ho tempo e agio di dedicarmi maggiormente alla meditazione, sul tema della "inabitazione" di Dio in noi. Come i pastorelli di Fatima ci è chiesto di credere, nonostante tutto, nonostante soprattutto la nostra debolezza e peccato, che Dio abita in noi, vuole la nostra fede, la nostra preghiera. Fino ad ora, mi rendo conto di essermi sopratutto affidato alle mie forze e mi ritrovo stanco, con pochi risultati, e tanta paura del futuro. Invece affidarsi a Dio, pregare sempre, su tutto e per tutto, cambia l'orizzonte del cuore e concretamente la vita. Diventa il proposito del mio viaggio e del mio futuro.

 

Verso le 13,00 mi fermo all'ombra, per consumare la mia merenda ai tavolini esterni di un ristorante, chiuso per orario. Esce la proprietaria, una signora giovane e bella, chiedo se posso fermarmi a riposare. Alla sua gentilissima risposa positiva, oso aggiungere se per caso hanno una birra fresca, da vendere, nonostante l'orario. "Certamente!" risponde, dopo poco esce con birra e anche una bottiglia di acqua fresca. Al gesto di pagare, risponde: "No no! è tutto gratis!" e aggiunge anche un abbraccio e un bacio. Queste esperienze commuovono il pellegrino e ci si rende conto di come sia il Portogallo, paese poverissimo, ma dove la fede e la cordialità sono tanto presenti. 

 

Attraverso la bella cittadina di Ansiao, nella quale faccio una esperienza di preghiera particolare: nella chiesa sulla piazza, davanti al Santissimo, ci sono quattro poltrone, nere, sobrie, eleganti, comodissime. Dopo essersi inginocchiati sulla calda pietra, è bello rimanere in compagnia del Signore, in questo modo rilassato, dolcissimo. Alle 16,00 arrivo nel piccolissimo borgo di Vale Florido, luogo fissato per il pernottamento. E' l'unico alloggio trovato in zona e, vada come vada, mi dispongo ad accontentarmi, ringraziando per qualunque situazione incrocerò. Che sorpresa, in questo sperduto villaggio, trovarmi in una casa bella, antica, ma ritrutturata con immenso buon gusto, fantastica, spaziosa, silenziosa (sono l'unico ospite), con un giardino splendido e ... anche la piscina. Giusto un tuffo per rigenerarmi, ma sopratutto l'impegno a vivere questo "giardino di preghiera", con una serata in compagnia del Signore, riposantissima, dopo una ottima cena, preparata dalla padrona, Laurinda, nella piccolissima trattoria gestita col marito. 

5 Luglio 2017 Vale Florido - COIMBRA - Mealhada

La meta di oggi è Coimbra, famosa città universitaria, dove studiò anche S. Antonio di Padova. Il percorso è sereno, come ieri, attraverso paesini, con cartelli che invitano ad assaggiare il formaggio locale, ma è mattina, cè tanta strada da fare, non è il caso di appesantire lo stomaco. Coimbra mi appare da lontano, in tutta la sua magnificenza. Come ogni città sul fiume, è suggestiva e umana. Oltre alle Cattedrali, Vecchia e Nuova, mi soffermo nella fantastica Università, meta anche di un corposo turismo internazionale. La parte monumentale è nella zona più alta della città, fatica ad accedervi con la bicicletta, ma ne vale la pena. Il tempo è grigio, in basso il lungofiume è pieno di militari, carri armati e cannoni, credo in ragione di una qualche Festa delle forze armate portoghesi. Prima di partire dalla Piazza centrale, prendo un caffè in un elegante bar, gestito da un giovane imprenditore italiano, calabrese. Sentendomi diretto a Santiago, esclama: "Ma cosa ha questo Santiago, che tutto il mondo vuole andare là?!" Provo a spiegare il senso del cammino, ma nonostante la domanda lo vedo disinteressato, più attento agli affari del caffè, che al resto. In molti cè questo stupore, verso il cammino, ma che non si trasforma in un vero desiderio di conoscenza. 

 

La sera dormo a Mealhada, in una locanda tristerella, una specie di bungalow, con giardino disadorno, lungo una strada. Conforta una cena buonissima, in un vicino risporante, nella terra del lentiao, maialino arrosto, specialità del Portogallo. Lo servono solo il sabato e la domenica, peccato! Ma la alternativa proposta è ottima. Compenso la malinconia del luogo con una preghiera vera, che ringrazia sempre Dio di tutto, del piacevole e spiacevole.

6 Luglio 2017 Mealhada - S. Joao da Madeira

Dopo Mealhada, le strade provinciali si alternano ai sentieri del Cammino. Le prime sono scorrevoli, veloci, ma senza anima, specie se trafficate e rumorose; i secondi lenti, faticosi, ma belli e gioiosi. Proprio una scelta di vita, quella cui corrispondono. Così come i segnali del cammino, numerosi e chiari lungo i sentieri, scompaiono nelle grandi città, sostituite da soffocanti cartelloni pubblicitari. In tutta la zona, è diffuso un fiore, anche nelle aree pubbliche, parchi, chiese, cimiteri, è l'agapanto, con le sue florescenze bianche e azzurre. Fiore gentile resistentissimo alla siccità.  

E' il giorno delle grandi paste. Tutto il Portogallo è costellato di ottime "pastelerie" artigianali, piccoli bar, con annesso laboratorio, dove si vedono donne di ogni età, intente ai fornetti e alle casseruole di crema o fiordilatte. Il risultato è di una bontà indimenticabile, in questa giornata per due volte mi fermo a consumare "paste giganti" ripiene di ogni profumata dolcezza. 

 

E' il giorno in cui medito sulla Trinità, trovando corrispondenze in anime umane, da essa inabitate. Papa Francesco, mi ricorda il Padre; il vescovo Zuppi il Figlio; don Paolino Serrazanetti lo Spirito Santo. S. Antonio di Padova mi ricorda pure lo Spirito Santo e penso che la mia stessa anima, così strana, inafferrabile, fantasiosa, emotiva, piccolissima, abbia una corrispondenza speciale con lo Spirito Santo. 

 

A S. Joao della Madeira arrivo di sera. Piove. Alla Messa in Cattedrale, con tantissimi fedeli, commuove sentire pronunciare il nome di S Maria Goretti, "una santa italiana", spiega il sacerdote, creatura piccola, umanamente insignificante, ma che, in virtù della grazia, acquista una potenza e una fama oltre i secoli e i popoli. Conferma il mistero di Fatima, il "trionfo" riservato ai piccoli, condotti dallo Spirito. 

7 Luglio 2017 S Jeao da Madeira - PORTO - Maia

E' la giornata della città di Porto. Vi arrivo dalla montagna: impressionante passare, nello spazio di appena un quarto d'ora, dalla solitudine avventurosa dei boschi, alla magnificenza affollata di una grandiosa metropoli. L'accesso è attraverso l'antico ponte Dom Luis I, a due piani, che porta direttamente nella zona monumentale della Cattedrale, e di lì, lungo pittoresche stradine in discesa, verso la famosa Ribeira, riva del fiume Douro. 

 

Il pellegrino è incantato e frastornato dalla grande città, dalla folla dei turisti; lui sporco e sudato, mal si combina con la mondanità dei locali lungo il fiume. Ma la sua buona stella risorge presto. Su consiglio della Polizia, scelgo di superare la vastissima città, non attraversandola per le intricate vie del centro, ma girandoci attorno, lungo il mare, fino a Mathosinos. Inizia da qui un percorso fantastico, un lungomare dolcissimo, lineare, arredato con cura, alternarsi di viali, parchi, stradine, localini, ininterrottamente, fino al nord della città. Il sonno e il ringraziamento della sera, è tutto pieno di questa mirabile esperienza della città di Porto.

8 Luglio 2017 Maia - Balugaes

Forse a causa della pioggerellina che accompagna la mia partenza da Maia, il sobborgo di Porto, lungo il Cammino, i pensieri del mattino sono tristi. Penso al ritorno, al timore del futuro, precise preoccupazioni gravano sul cuore. Ho imparato, in questi giorni, ad accettarle, a saper dare precise risposte alla mia anima, ad affidarmi con decisione alla potenza dello Spirito. Il tema del giorno è proprio "la potenza dello Spirito". Chiamati non a sopravvivere, impauriti e inetti, ma a credere che Dio "fa grandi cose in noi". Occorre ascoltarlo, collaborare, credere, pregare. 

 

E' il giorno del pavé. Moltissime strade comunali, urbane, in questa zona del Portogallo sono fatte di pietre. Esteticamente meravigliose, camminarci un piacere, vero massaggio per i piedi, ma con la bicicletta un supplizio. Con le moderne bici biammortizzate, forse si procederebbe decentemente, ma con la mia vecchia, irrigidita dalle borse, è una vibrazione continua, e dopo poco, i polsi e il sedere non ne possono più. In questo tratto ci sono tanti pellegrini a piedi, partiti da Porto, non nascondo invidia nei loro confronti. Cerco di vivere tutto come penitenza e sperare che prima o poi il pavé finisca. 

 

In compenso è il giorno di una delle più belle esperienze spirituali e corporali. A Balugaes, dove mi fermo per la notte, il Santuario de la Aparecida, ricorda una apparizione Mariana nel 1750. Serata in un agriturismo "Quinta de la Cancela" a dir poco fantastica. Un vecchio agglomerato di case, con pergolati di uva, alla portoghese, con le piantane in granito, vialetti, giardini e una cenetta "mediterranea" semplice e raffinatissima. Mi intrattengo con Sandra, con alcuni ospiti inglesi, soprattutto con la luna, la penombra, pregando, sognando, in un dolcissima notte pellegrina.  

9 luglio 2017 Domenica Balugaes - Ponte de Lima - Valenca - Tui

Il giorno della Messa solenne, a Ponte de Lima; della strada meravigliosa fra le montagne, valicando il punto più alto del cammino; il giorno del pranzo di "lentiao"; il giorno dell'arrivo in Spagna. In tutto festa, soddisfazione, entusiasmo. 

 

Dopo la partenza da Ponte de Lima, in una salita non tanto ripida, mi salta la catena della bicicletta, incastrandosi malamente nel mozzo delle pedivelle. Con fatica e apprensione, sistemo tutto, ritrovandomi con le mani nere di grasso. invano borraccia e tovaglioli riescono a pulire. Busso all'unica casa dei dintorni, per chiedere acqua e sapone. Una anziana e una ragazzina, impaurite da un forestiero, che parla un'altra lingua, stentano ad aprire. Poi alle insistenze, capiscono e pian piano danno tutto l'occorrente. A operazione conclusa, stabilito un rapporto di affetto e fiducia, parto salutando con tutta la gratitudine che posso. La ragazzina mi rincorre, supplicando di aspettare, non capisco cosa voglia; dopo poco la vedo ritornare con un pacco di biscotti e un abbraccione attorno al collo.

 

Mentre dopo Fatima il tempo atmosferico è sempre stato nuvoloso, l'ingresso in Spagna avviene sotto un gran sole, che rallegra gli occhi e il cuore, ma fa anche ringraziare del fresco protettivo dei giorni scorsi. L'attraversata del fiume Minho, confine fra Portogallo e Spagna, commuove, perchè indica l'avvicinarsi della meta e ricorda che da qui iniziai il Cammino Portoghese a piedi nel gennaio 2009, il mio primo cammino solitario.

10 e 11 Luglio 2017 Tui - Pontevedra

Della ripetizione del percorso, da Tui verso Porrino, Redondela, Pontevedra, Caldas de Reis; Padron, Santiago, dico solo che, quello che allora mi fu faticoso, qui è stato radioso; quello che allora fu meraviglioso, qui è risultato problematico. Per esempio la dolcezza dell'alloggio alla Virgen del Cammino di allora, si è tramutata in una accoglienza scialba e deludente. Il tratto finale che otto anni fa, per pioggia e stanchezza, feci tristemente su asfalto, oggi è risultato paradisiaco, sotto il sole, in mezzo ai boschi, borghi e campagna. Ripetere lo stesso percorso non significa dunque ripetere la stessa esperienza, anzi è facile che accada il contrario. Questo fa molto pensare, sul nostro rapporto con le cose, sempre nuovo e sorprendente.

 

In finale del cammino, scopro di sentire un fascino speciale per i fiumi. Quando cerco un luogo in cui riposare e gratificare corpo e anima, in cui "stare bene", vedo che cerco un corso d'acqua, piccolo o grade che sia. Mi chiedo, al cospetto di Dio, quale ne sia il senso, nel contesto della vita. in quell'istante una lacrima di commozione spunta e capisco l'infinita varietà di forme che ha l'acqua: il mare, i laghi, i fiumi, fino alle preziose gocce che scendono dagli occhi. 

12 Luglio 2017 Pontevedra - SANTIAGO DE COMPOSTELA

Davanti alla tomba dell'Apostolo, disponendomi al rito dell'abbraccio, preparo le parole da dire. Grazie S. Giacomo, di questo nuovo bellissimo cammino! Ti affido la mia parrocchia, il mio sacerdozio, il mio servizio di preghiera. Tornato al posto, considero che le mie richieste cominciano tutte con la lettera "p". Davanti a me sta un gruppo di ragazzini, con la loro catechista, come già a Fatima, davanti a me stava una famiglia giovane. Sento che quella scena è un messaggio, e mi sovviene una nuova preghiera, dialettica al mio spirito di solitario pellegrino, che rimarrà sul cuore e nelle labbra, davanti a S. Giacomo, fino agli ultimi istanti: "Padre per mezzo di Gesù, donami lo Spirito di paternità

 

All'aeroporto, sia di Santiago che di Bergamo, cerco di vivere questo spirito "paterno". Così mi accosto, affettuoso e interessato, ad un ciclista pellegrino, Francisco, di Varese, al mio vicino di posto, ad una suora laica, dal sorriso straordinario, una movenza agile e aggraziata, giovane e pura, accogliente e santa. Il cuore di Padre sa vedere e suscitare cuori di figli e cuori di madri. 

_____________________________

24 Luglio 2017 S Giuseppe Charbel Malfuz 

Omelia per la sua cannizzazione -  Paolo VI - 1977 

" Lo spirito della vocazione eremitica che si manifesta nel nuovo Santo, lungi dall’appartenere ad un tempo ormai passato, ci appare molto importante, per il nostro mondo, come per la vita della Chiesa. La vita sociale di oggi è spesso contrassegnata dall’esuberanza, dall’eccitazione, dalla ricerca insaziabile del conforto e del piacere, unita ad una crescente debolezza della volontà: essa non riacquisterà il suo equilibrio se non con un accrescimento del dominio di sé, di ascesi, di povertà, di pace, di semplicità, di interiorità, di silenzio (Cfr. Paolo VI, Discorso ai Monaci di Monte Cassino, del 24 ottobre 1964: AAS 56 (1964) 987). La vita eremitica gliene insegna l’esempio ed il gusto. E nella Chiesa, come pensare di superare la mediocrità e realizzare un autentico rinnovamento spirituale, non contando che sulle nostre forze, senza sviluppare una sete di santità personale, senza esercitare le virtù nascoste, senza riconoscere il valore insostituibile e la fecondità della mortificazione, dell’umiltà, della preghiera? Per salvare il mondo, per conquistarlo spiritualmente, è necessario, come vuole Cristo, essere nel mondo, ma non appartenere a tutto ciò che nel mondo allontana da Dio" (Cfr. SALVATORE GAROFALO, Il profumo del Libano, San Sciarbel Makhluf, Roma 1977, p. 216).

______________________________

13 Agosto 2017 Domenica

Ispira cominciare da qui il nuovo anno pastorale. Alla Messa indosso la casula verde della Ordinazione, come segno di nuovo inizio. Agosto è stato un mese abbastanza tranquillo. Il caldo prolungato, afoso e debilitante, non ha impedito un cammino sereno e operoso. E' stato preparato il nuovo anno, fatti vari servizi, aiutati anche i confratelli. 

 

Eppure proprio stanotte è riscoppiata "la tempesta". Così chiamo l'ansia - fedele compagna di vita - simile alla paura dei discepoli sulla barca, per le onde e il vento contrario, Nell'angoscia della notte, davanti a questo moto del cuore, improvviso e paralizzante, senza una apparente ragione, reagisco innanzitutto cercando di accettarlo, amarlo, come la propria cella, eremo, croce, la propria terra di missione e salvezza. 

 

Sono accaduti fatti, questa estate, che hanno dato una svolta alla "tempesta", probabilmente aggravandola, ma indicandone anche la direzione, non di come uscirne, ma come viverla nella pace e nell'amore. Quel "sussurro di brezza leggera", sperimentato dal profeta Elia, è lo Spirito Santo e la mitezza. Non la potenza del vento o del fuoco, ma la dolcezza della umile fede, addolorata e consolata. Come a Fatima. 

 

Molti bei libri fra le mani. L'ultimo, donatomi ieri sera dopo la messa prefestiva, la testimonianza di Enrico Silvestri di Manzolino, sul suo cammino a seguito della ischemia. Poi un libro prestatomi da Lamberto, "Il signor parroco ha dato di matto", ironico romanzo, tenero e profondo, sulla condizione del clero e della chiesa oggi. Mi ha fatto bene questa lettura, per riaprire gli occhi sulla identità profonda del sacerdote, indipendentemente da ogni condizione esteriore.

Poi l'opera di Paolo Cognetti, "le otto montagne": oltre al piacere di una mirabile scrittura, mi fa ritrovare l'antico amore per vette, valli e rocce. infine "Il mulino sul Po", di Riccardo Bacchelli, rinvenuto nella biblioteca di don Giulio, a seguito della ricerca di "un libro grande", che mi facesse compagnia, profonda e a lungo. Tale il fascino di questo meraviglioso testo, da cercare se ancora sul Po esistano "mulini", scoprendone uno, ricostruito proprio in omaggio al romanzo, nello stesso luogo e nella stessa forma. Giretto nel ferrarese, sulla ciclabile Destra Po, nella sua composta, graziosa struttura. Dall'argine del fiume, si vede la porta aperta di una isolata chiesa. Incontro con don Pio, parroco di Guarda Ferrarese, anima di preghiera, studio, zelo, umiltà, ironia e carità sacerdotale. Ma come è possibile, in sperduto villaggio della bassa, un'anima di tanto spessore?

Il Mulino di San Michele, a Ro, nello stesso luogo e forma del romanzo di Bacchelli
Il Mulino di San Michele, a Ro, nello stesso luogo e forma del romanzo di Bacchelli

Davanti all'Asilo e alla Casa delle Grazie, nuova pavimentazione del piazzale, ampia, elegante, funzionale, bella. Continua il percorso di cura dell'ambiente e della ospitalità. Ringrazio Tomaso, Luigi, Stefano, per avere ideato questo lavoro e curata la realizzazione. Anche le pietre e i cortili possono essere una lettera d'amore, a Dio, agli altri, alla vita. 

 

Domenica molto bella liturgicamente. La presenza di Dio "in un sussurro di brezza leggera" e quel consolante: "Coraggio, ci sono io, non abbiate paura". Messa anche a Cavazzona e commovente incontro coi miei antichi parrocchiani. Nel giornale leggo una frase programmatica dell'Arcivescovo Zuppi, durante la omelia per Santa Chiara: "Questo anno, al termine del Congresso Eucaristico, vorremmo ripartire dalla Parola, rimettendola al centro, leggendola insieme con semplicità, condividendola, e aprendo tante scuole della Parola, sopratutto con chi non la conosce o la vuole ritrovare. Non corsi, perchè la Parola non è una lezione; non dibattiti, perchè la Parola si ascolta e si mette in pratica, ma luoghi di amicizia umana dove spezzarla, perchè misteriosamente entri nella vita e sia lampada per i nostri passi"  

15 Agosto 2017 Solennità della Assunta. 

Festa preparata da un giretto in bici a S. Luca, per allenarmi, con salita dalla "corta". Ne approfitto per confessarmi da don Mosè, un prete di colore, molto buono e sapiente. Mi consiglia di coltivare l'opera pastorale delle visite, specialmente ai malati e agli anziani. Nello sfondo della chiesa, in mezzo all'abside, sopra l'Immagine della Madonna, colpisce la figura illuminata dello Spirito Santo, sotto la cupola, la frase "Exibit salvatio de monte". 

Mattinata spesa in piccoli servizi: innaffiatura piante fuori dalla chiesa, sistemazione ceri nei portalampade, occorrente per la messa, apertura cancelli. Trovo pace in questi lavoretti, anche se sembra di non fare niente di speciale. Il segreto della vita e della felicità sta in queste opere di cura, preparazione, riordino, "cose serie", rispetto a tante altre, che sembrano più importanti, ma sono solo fumo. 

 

S. Messe della Assunta belle, sia ieri nella vigilia, che oggi nel giorno. Una partecipazione buona, nonostante il paese deserto e l'assenza di coro e ministranti. Anche i temi sono coinvolgenti e "programmatici"

1. il valore della "Parola": "beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola e la mettono in pratica"

2. La "sollecitudine" verso grazie, luoghi o persone, alle quali Dio ti manda: "Andò in fretta"

3. il valore delle "visite", del saluto, specialmente alle famiglie, i bambini, i sacerdoti, i parenti:

   "Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta" e il tema della "gioia". 

4. Maria, origine e occasione della "Pentecoste": "Elisabetta fu piena di Spirito Santo"

5. "Preghiera"-Magnificat apice di tutto. 

 

In serata leggo la testimonianza di Mons. Beran, primate di Praga, perseguitato da nazisti prima, e comunisti dopo, in campo di concentramento a Dachau, poi in carcere sovietico, cui concessero il singolare permesso di tenere il breviario, libricino cui attaccò tutta la sua vita, col risultato di una inalterabile serenità e pace, qualunque condizione si trovasse a vivere. Negli ultimi anni di vita fu amico di Papa Paolo VI, ebbe il privilegio dela sepoltura nelle Grotte Vaticane, unico non papa. Amerei andare a Praga per lui, per respirare la sua mite santità. 

 

Un gruppo di parrocchiani è in vacanza a Zacinto, isola greca, patria di Ugo Foscolo, cui dedicò uno dei suoi più famosi sonetti. Dopo aver espresso nostalgia per la sua terra, che non rivedrà più, il poeta finisce: "a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura".  Il fine-vita è sovente presente alla coscienza e sappiamo che per morire bene occorre vivere bene. Però è un grande mistero, la sepoltura "illacrimata" di tanti. Questo ispira una speciale presenza d'amore accanto a quanti vivono anni conclusivi. Visita ai malati dell'Ospedale nel giorno della Assunta. 

Mons. Beran e Isola di Zante (Zacinto)

Serata dolcissima, dopo compieta, in spirito di preghiera, come dono di grazia di questa bellissima Assunta 2017, il film "La vita è meravigliosa", su La7, che termina col dono da parte dell'angelo custode:

Caro George, ricorda che nessun uomo è un fallito se ha degli amici. P.S. Grazie delle ali! Con affetto, Clarence.

 [dedica lasciata sul libro Le avventure di Tom Sawyer]

17 Agosto 2018 Giovedi 

Oggi, Pellegrinaggio con le Suore, a S Maria delle Grazie di Curtatone (Mantova)

E' una scelta felicissima scegliere questa meta, per il nostro momento di comunione itinerante. C'è anche la comunità di Carpi, capeggiata da sr Milena, con cui le nostre suore condividono collaborazione e amicizia. Durate il viaggio di andata, in una area di sosta, con gioia e sorpresa, incontriamo il gruppo dei nostri giovani, diretti al Santuario delle Grazie del Benaco, sul Lago di Garda, per alcuni giorni di condivisione. 

La giornata a Curtatone è molto gioiosa, con l'ammirazione delle opere dei "madonnari", la borgata ancor piena dei segni della fiera, la folla che gremisce la chiesa, sopratutto il grande prato ombroso per la merenda, dietro il Santuario, sulle sponde del Mincio. In mezzo ai cigni, consumiano una squisita merenda, preparata dalle suore, poi gita in barca in mezzo ai fiori di loto, con la guida di un giovane, bravo e appassionato. Pomeriggio nella città di Mantova. I giovani mandano una bella foto, della loro Compieta. 

Ciclopellegrinaggio Piumazzo-Cascia- Assisi "Accumuli-amo Solidarietà"

Dal 19 al 26 agosto 2017 un gruppo di ciclopellegrini piumazzesi e alcuni amici fuori parrocchia, percorrono in bicicletta 650 km, attraversando Emilia, Romagna, Marche, Lazio e Umbria, per portare un aiuto nelle zone terremotate, del centro italia e per pregare S. Rita da Cascia e Francesco di Assisi. Siamo in trenta a pedalare, una decina al seguito, famigliari e persone di servizio; si aggiungo altre 12 persone in pullman, gli ultimi tre giorni. 

Tappe di 70-80 chilometri al giorno, una di 118 ,  dislivelli significativi. Sopratutto la zona delle Marche, che non è montagnosa, ha colline con ripide pendenze. 

 

Piumazzo - Forli      (pianura)

Forlì - Montecchio   (pianura e inizio collina)

Montecchio - Jesi    (saliscendi continuo)

Jesi - Urbisaglia      (saliscendi continuo)

Urbisaglia - Ascoli   (per i monti Sibillini)

Ascoli - Cascia        (per Cittàreale e Leonessa) 

Cascia - Foligno      (per la Forca di Cerro)

Foligno - Assisi - Piumazzo (bici e pullman) 

 

I"capi" sono Andrea Mazzucchi, riferimento ideale; Paolo Aldrovandi, col suo camper soccorre ogni necessità compreso lo spuntino meridiano. Poi Concetta Palliaga in pulmino, col marito Domenico Coluzzi, detto Ciccio, grande campione di ciclismo, incaricati del tragitto e tutti i problemi di percorso, infine Luca, il motociclista, assiste la testa della carovana, controllando traffico, direzione e incroci. L'iniziativa vuole dare sostegno e visibilità alla Cooperativa Sociale Pan Onlus, per offrire casa e lavoro a chi è in necessità. Obiettivo secondo, offrire la possibilità di una esperienza di Solidarietà, Amicizia, Famigliarità, Fede, Allegria, Avventura, a tutti. 

 

la mattina di sabato 19 Agosto, con cielo sereno, tendente al nuvoloso, la carovana parte dalla Torre di Piumazzo, dopo la Messa, alle ore 7,30. Attraversiamo Bologna, con una sosta nella Piazza Maggiore, anche per aspettare Rosa Simoni. Pur avendo una bici nuovissima, a pedalata assistita, quindi con coperture importanti, a lei tocca il rito della prima foratura. Ne seguiranno molte altre, sempre soccorso da un espertissimo e veloce team di amici meccanici. 

 

A Imola violento acquazzone; nel portarci in un luogo di riparo, Angelo Martinu cade, riportanto danni a clavicola e costole. Ma riprende coraggiosamente la bici e pedalerà stoicamente tutto il viaggio. Non avremo altri incidenti in tutto il percorso.  

Ogni giorno è una festa: natura, crescente aggregazione del gruppo, preghiera; Marco Serra che ha l'incarico di fotoreporter, va avanti e indietro a riprendere immagini e scene, cercando di cogliere i momenti più significativi, comici o poetici. La dimensione della poesia ci sembra che accomuni meglio di altre il senso di questa esperienza: rapporto gioioso fra le persone, incanto, stupore, raccoglimento, condivisione di sentimenti ed emozioni. Abbiamo attraversato e visitato posti incantevoli, resi ancora più radiosi dall'uso della bicicletta, "esaltatore di intensità" 

Ognuno di noi guarda fuori di sé, fotografagli altri, ma nello scambio di queste immagini, ciascuno si vede con gli occhi degli amici, in momenti di grande felicità. Siamo andati per portare soccorso, ma donado si riceve. Il Signore ama chi dona con gioia.

Dopo il pellegrinaggio a Roma per l'Anno Santo, che fu il primo, e per tanti versi rimarrà un unicum, tutti pensavamo che non avremmo mai più ripetuto la bellezza di quella esperienza. Eppure ci lasciò tanta gioia, che non potevamo non ripartire, accettando la malinconia dei confronti ingrati. Invece è accaduto che, pur nella differenza, è stato un pellegrinaggio non meno intenso dello scorso anno. Forse ancor più pieno di sorprese, di colore, come la Messa finale, lunghissima, ad Assisi, dove abbiamo incontrato al vivo il "santo poverello", nelle persone dei suoi giovani figli, che si preparavano a seguirne il cammino. 

Mese di Settembre

11 Settembre 2017 Lunedì 

Oggi è l'Anniversario della Riapertura della Chiesa, dopo i 4 anni di chiusura e lavori, a causa del terremoto. Quasi ogni volta che vi entro, ricordo quei quattro anni e la gioia del giorno della festa con Mons Zuppi. Gratitudine e Responsabilità. 

 

Flash back. il venerdi 1 Settembre, fu il giorno della serata con bambini e famiglie, in occasione di un film, che il gruppo giovani ha proposto; serata felicissima per la partecipazione di una settantina di persone. Contemporaneamente io al Porretto, guidavo il Rosario per Maria Luisa Setti in Trail, con tutti i famigliari, in una atmosfera molto "inglese": fede e affetti ai defunti, uniti al paesaggio e alla tavola. 

Il mattino dlelo stesso giorno, invito nella sede televisiva TRC, con Andrea e Paolo, per una intervista "Detto fra noi" sul Ciclopellegrinaggio a Cascia. La registrazione è reperibile nel sito Facebook di Pan Onlus. Alla Messa della sera inizio la NOVENA DELLO SPIRITO SANTO, preghiera quotidiana al termine della messa, persuasi che ogni bene, e un grandissimo bene, viene da questa invocazione. Sarà ripetuta ad ogni altro incontro comunitario. 

 

Domenica 3 Settembre, a 10 anni dalla morte, Messa per Raffaele Cristoni, "il cantore, l'amico, l'uomo di comunità", col Coro S. Giacomo e tanti famigliari. In quel giorno iniziano le ISCRIZIONI alla Messa con Papa Francesco allo Stadio Dallara il 1 Ottobre prossimo. Subito aderiscono una trentina di parrocchiani. 

 

Lunedi 4 Settembre si incontrano le Maestre della Scuola Parrocchiale della Infanzia per iniziare la preparazione al nuovo anno scolastico, guidate dalla Direttrice Sr Pavana e dalla Coordinatrice Beatrice 

Alla sera si incontra il gruppo che prepara la Festa multietnica parrocchiale "Ogni uomo è mio Fratello" con una buona partecipazione. Pure belle sono le riunioni per il bollettino, con Valeria, Sr Theresa e Jasmin e l'Incontro dei Catechisti di inizio anno, Giovedi 7 Settembre. Primo "Testo di formazione" è la finale del vangelo di Matteo, Missione degli Apostoli da parte di Gesù, prima di salire al cielo: "Andate in tutto il mondo e ammaestrate tutte le genti, battezzandole" Abbiamo ascoltato con forza anche la parola del Vangelo della Messa "Sulla tua Parola getterò le reti". Il tema della Parola che comincia ad emergere. In quella Messa abbiamo lasciato un "attestato" di ringraziamento a tutte le catechiste che hanno svolto questo servizio nei recenti anni passati, sentendo ora il bisogno di interrompere. 

Sabato 9 Settembre 2017.  Al mattino Funerali in Cattedrale di S. Eminenza Carlo Caffarra, con la partecipazione commossa di tantissimi sacerdoti, una folla straordinaria di fedeli e le espressioni bellissime di Mons Zuppi e del Card. Bagnasco. Al pomeriggio, battesimo di Nicolò (il giorno dopo, battesimo anche di Samuele e Sara). Alle Budrie 70° Anniversario di Professione Religiosa da parte di Sr Riccarda, con alcune consorelle. Partecipano molti parrocchiani 

Al funerale di Manuela Casini, figlia di Vasco, morta a sessantun anni, durante un bagno in mare, nel corso di una vacanza estiva, una nuora chiede di leggere, a fine messa, la poesia di Bertold Brecht: "Ricordo di Marie A". Sono sempre molto grato di queste iniziative, che permettono ai famigliari di partecipare attivamente al saluto, e anche di offrire parole alte, seppure solo e meravigliosamente umane, in occasione del lutto. "Ogni letteratura è sacra" ripeteva sempre don Divo Barsotti. La poesia in oggetto è la consapevolezza che i rapporti d'amore, i più alti, inesorabilmente si interrompono e dall'altro si eternano, attraverso simboli delicatissimi e infinitamente labili, come una nuvola bianca ...

12 Settembre 2017 martedì 

Apertura della "Tre Giorni" con una bellissima conversazione del card Gualtiero Bassetti, neo presidente della CEI, facendo il punto sulla conversione pastorale, indicata dalla EG e sulla identità oggi del prete in cura d'anime. Colpisce innanzitutto la amabilità, saggia, dolce, intelligente, ironica, elevata, della sua persona. Si capisce perchè Papa Francesco l'abbia scelto. E' una anima sincera, semplice, piena di umanità e di fede. E anche astuta. Invece di dire in modo frontale quello che non va, preferisce riportare i pensieri critici di un autore, sussurrando alla fine: "anche io la penso così!". Così impariamo che la chiesa italiana ha accolto in modo tiepido la Evangelii Gaudium, poche cose sono veramente cambiate, senza comprendere che la conversione missionaria di cui parla, non è una delle tante cosa da fare, o una sottolineatura, ma una profonda e delicata trasformazione di tutto. "Anche i preti dormono", dice ad un certo punto. Non si è capita l'importanza della Parola, di una vita cristiana fondata su vera preghiera e poi siamo ancora troppo clericali, mentre il volto della chiesa è quello di popolo di Dio. 

L'Arcivescovo Matteo Maria Zuppi descrive le linee del nuovo anno, cominciando col distinguere "pastorale" da "programmazione pastorale", differenza fra vitalità interiore e strategia esteriore. Dopo l'anno sulla Eucaristia, cerchiamo di conoscere quel Cristo che vive in mezzo a noi, lasciandoci infiammare dalla sua Parola. Il testo guida è Emmaus, Luca 24: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre ci spiegava le scritture?" Richiamate più volte grandi figure di maestri, fra i quali ci ha fatto tanto piacere risentire ripetutamente il nome di don Divo Barsotti. 

13 Settembre 2017 Mercoledi

"Mi appoggio forse alle mie forze? No, perchè ho il suo pegno, ho cn me la sua Parola: questo è il mio bastone, la mia sicurezza il mio porto tranquillo. Anche se tutto il mondo è sconvolto, ho tra le mani la sua Scrittura, leggo la sua Parola. Essa è la mia sicurezza e la mia difesa. Egli dice: io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" Dalle Omelie di S Giovanni Crisostomo.

 

In mattinata i preti di Bologna, radunati per la Tre Giorni in Seminario, si incontrano col Patriarca di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, che tiene una meditazione bellissima sullo Spirito Santo nel mistero Eucaristico. In realtà è una catechesi sintetica e completa sullo Spirito Santo, meravigliosa. Uomo sapiente, autorevole, anche ironico e affettuoso, parla bene italiano, quindi l'incontro è piacevolissimo, oltre che fruttuoso.

 

Mons. Stefano Ottani, Vicario della Sinodalità, offre una serie di indicazioni sul programma dell'anno in Diocesi. Sento attorno a me voci perplesse, per l'impressione di un profilo basso del tutto, una verbosità priva di azioni, una velleità povera di decisioni. Avverto tutte queste difficoltà, le vivo sulla mia pelle, ma rispondo con fiducia alle prospettive "spirituali", al loro umilissimo risvolto operativo, corrispondendo alle quali, intravedo quanto può nascere. 

In parrocchia, benedizione salma di Viliam Mantovani e incontro affettuoso con la sua famiglia, visita ai malati dell'ospedale di Castelfranco, accoglienza di nuove presenze alla Messa col Papa. A Bologna vado in bicicletta, per vivere festosamente le giornate sacerdotali. Basta partire presto il mattino, e tornare veloci il pomeriggio. Vestito da ciclista, con gli abiti ecclesiastici in borsa, chi immaginerebbe che vado "a lavorare"?  Felice anche se un pò stanchino

 

15 Settembre 2017 Venerdi - B.V. Addolorata

"Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito perchè chiunque crede in lui non vada perduto ma abbia la vita eterna" Questo testo del vangelo della Esaltazione della Croce, che sarà ripreso il 6 marzo 2018, nella nostra giornata della Parola, indica Gesù e la fede come perno della salvezza. Ma davvero la nostra vita ruota su Gesù e la fede? O non piuttosto sulle nostre opere, preoccupazioni, progetti e paure? Inizio il giorno celebrando, meglio che posso, la Liturgia delle Ore; la fede è conoscenza, rilevanza, corrispondenza. Non la mia opera, ma la Sua opera, cui aderisco con tutto il cuore.

 

Ci chiediamo quale sia il nostro carisma e la nostra strada. Alla luce della memoria odierna della Addolorata, comprendiamo che il nostro carisma e le nostre strade sono mariane. Viviamo la missione di Cristo, le indicazioni "missionarie" di Papa Francesco, la tanto citata "chiesa in uscita", nel modo stesso di Maria, che non ha fatto speciali opere e miracoli, non speciali parole o iniziative, ma ha corrisposto al suo Figlio, in umiltà, obbedienza, dolcezza e, oggi aggiungiamo, dolore. Un dolore materno, intriso di affetto, attesa, presenza e fiducia. 

 

Sono terminati le "Tre giornate del Clero": sforzo del Vescovo e dei suoi collaboratori di essere contenti, di avere fede e speranza. Le difficoltà sono tante: si vorrebbe non perdere nulla di quanto il passato ci ha lasciato, ma duole veder venir meno tanta parte dell'universo in cui siamo nati. Le parrocchie territoriali, anche piccolissime, ciascuna col suo parroco, la sua tradizioni, le proprie feste, cose cui magari prima non davamo tanta rilevanza, e che ora, che le stiamo perdendo, ci paiono tante belle e irrinunciabili. Eppure non dobbiamo dubitare della presenza di Dio, che corregge, purifica e ricrea in continuazione: "mandi il tuo Spirito e rinnovi la faccia della terra".

 

Il Vescovo Matteo dice che "conversione, non significa che prima non andava bene, ma che ci è chiesto un nuovo passo; noi non cominciamo, ma continuiamo dove altrio hanno seminato". Zuppi crede molto alla fratellanza, alla unità, non solo predicata da lui in continuazione, ma testimoniata, col suo sforzo di attenzione a tutto e a tutti. Rimane male, quando qualcuno, con ironia, dice che "lui va dappertutto e per fortuna che non lo imitiamo, altrimenti sarebbe finita", scambiando il suo zelo con agitazione, la sua premura come dispersione. Dice: "non mi piace quando la gente parla dietro, gradisco che mi si dicano le cose in faccia". Crede al dialogo e anche al valore dei pareri discordi. Non vuole essere un capo isolato, ma uno che, insieme a tutti, cerca di seguire il Signore e costruire la chiesa "Uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli". Mi colpisce un suo passaggio ai sacerdoti: "Non dite che non abbiamo identità, l'abbiamo, eccome! E gli altri ce la riconoscono! Sono tanti che ci cercano, da parti che non immagineremmo e chiedono a noi un orientamento"

C'è una sintonia totale con Papa Francesco, con la sua priorità dei poveri, icona di Cristo e segno dei tempi. Non ansia assistenziale, ma slancio mistico e personale, "Ogni volta che avete fatto queste cose, a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Raccomandazone di una "lettura sinodale e continua della Evangelii Gaudium" che trova le sue risposte e applicazione, camminando. Sarà un impegno dell'anno che comincia. Sarà anche utile stabilire come dei "punti di controllo", per verificare il nostro grado di attuazione. 

 

Il Vescovo Matteo, sulla scia del Vaticano II, indica una chiesa "popolo di Dio, non clericale". Traduco questo, nel cercare di vedere nel "popolo" tutto il bene che lo Spirito suscita, per una umanità giusta, unita, creativa e pacifica. Non solo quello che io, o noi chiesa istituzionale, facciamo, ma la presenza di Dio in tutti, anche nei "lontani". Mi capita di scorrere il programma di Almo, in facebook, e sento una chiamata ad accogliere, in Cristo e nella preghiera, questo fervore di iniziative buone. Gesto tanto più cattolico, quanto più questo bene non proviene "dai nostri", dunque scevro da egoismo trionfalista e clericale. 

 

 

"A breve, la media numerica, delle persone di cui dovrà prendersi cura un parroco, sarà di quindicimila abitanti. Le parrocchie, al di sotto di questo numero, non potranno più pensare di avere un parroco tutto per loro". Proposito di cominciare a camminare seriamente con le parrocchie vicine, aiutando i fedeli tutti a fare altrettanto. Senza allarmismi, frette, ansie, ma una intelligente e fiduciosa pedagogia, concreta, corrispondente ai disegni dello Spirito. 

17 Maggio 2017 Domenica

Giornata molto bella, per la partecipazione dei ragazzi e genitori di 5° e 4° alla l'iscrizione al catechismo, prima con la messa delle 10,00 poi l'incontro in teatro. Di nuovo la parrocchia pienamente abitata. Pur lieto delle presenze estive, che sono state discrete, ora si sente un respiro più vasto. Come è bello tutto: la chiesa, la liturgia, il cortile, il teatro! Sono sereno e dentro i temi: "il perdono" alla Messa e il "donare Dio" nell'incontro coi genitori, attento a quella "misura", circa tempo e tono, che a volte vedo trascurata da noi sacerdoti. Per esempio alla messa bellissima di matrimonio, di Francesco e Alessandra, a Cavazzona, don Emanuele, per altro bravissimo e buono, da tutti i punti di vista, fosse più "misurato", tutto sarebbe perfetto. Una "misura" che vedo splendida nel Patriarca di Costantinopoli ... In questo posso ringraziare la timidezza, che rendendo faticoso ogni rapporto e intervento, aiuta a "non lasciarsi andare"

 

Pomeriggio festa di inizio anno all'Asilo, uno di quei momenti di "terra", che aprono le prospettive di incontro, appartenenza. Bravi i genitori ad organizzare cose molto semplici, come il papà che fa da mago, pieno di autoironia e il papà che ha costruito la macchina per le bolle di sapone.

22 Settembre 2017 Venerdi 

Consiglio Pastorale Parrocchiale vive di discussione sulle cinque domande poste in conclusione della relazione. La forma è dunque corretta e i punti toccati sensibili. Si entra in alcune problematiche importanti, su alcune delle quali, più che trovare soluzioni comuni, a dire il vero, ci si arena un poco. I temi in discussione: 1. Il rapporto con le altre parrocchie, come pensare e organizzare un futuro insieme. 2. Il senso, la forma, le implicazione, di quell'atto che una catechista suggerisce, in rapporto a Fatima, la consacrazione della Parrocchia al Cuore immacolato di Maria  3. Il tema de "Le realtà": i nostri grandi spazi comunitari, cortili, sale, teatro, parco, su come aiutare Valeria, la responsabile, a gestirli, specialmente nella pastorale giovanile 4. Il tema dei poveri, di una Caritas frequentata prevalenemente da stranieri, in modalità limitata. 5. Tema che trova tutti concordi è la attenzione previlegiata, di questo anno, alla Parola di Dio. 

 

Riunione sul doposcuola "Oltre": convinzione comune della sua validità, positività complessiva della esperienza dello scorso anno, difficoltà comunque a trovare operatori, tema del bisogno di "contenimento" di una adolescenza e indirizzo. Ci si lascia, con l'impegno a cercare insieme "maestri", per potere ripartire. 

 

Ormai l'anno parrocchiale è partito. Credo bene. Rileggo con attenzione la Evangelii Gaudium, chiedendomi come viverla e farla vivere alla comunità. E' uno dei punti messi a tema del CCP, ma non colti dalla assemblea. Ci vuole tempo! Mi colpisce ritrovare la frase "Il tempo è superiore allo spazio" nel libro di D'Avenia "Quel che inferno non è", scritto prima della Evangelii Gaudium. Un filo rosso collega tante cose! Conservo nel cuore la persuasione che: "il nostro modo di vivere la conversione pastorale missionaria è "mariano": umiltà, dolcezza, accoglienza e dono della SS Trinità". Tanti cercano conquistare la scena, noi amiamo ciò che è piccolo, nascosto, concreto e materno. 

2 Ottobre 2017 SS Angeli Custodi

Riprendo il diario dalla festa di oggi, resa significativa dalla Scuola Materna con la "Festa dei Nonni", cui partecipa la quasi totalità degli interessati, con un valore di affetto, semplicità, gratitudine, che solo i "nonni" sanno trasmettere. Molto brave le maestre a organizzare tutto, le Suore, e il contenuto finale, la foto ricordo lasciata ai bambini, è riferimento esplicito agli angeli del cielo, oltre che a quelli della terra. 

 

Ieri giornata di Papa Francesco a Bologna. Raccolgo in una cartella tutti i discorsi pronunciati in questa visita, perchè "nulla vada perduto", riguardando le registrazioni tv, fatte ai momenti cui non ho potuto essere presente di persona. Nell'incontro ai sacerdoti e religiosi, parla di "diocesanità", come antidoto all'individualismo, attraverso il "parlare chiaro e la pazienza". Poi un richiamo ad evitare la "sindrome di sopravvivenza", soprattutto attraverso la povertà. "Quando davanti a sé non cè che la carrozza funebre, non si pensa che ai soldi, per potere finire nel modo meno peggiore" "E' con la povertà che si vince la mondanità spirituale". 

Propongo di ascoltare queste indicazioni, che toccano al vivo. Alla fine della Messa, offre tre indicazioni-programma con la lettera P: Parola (di Dio); Pane (eucaristico); Poveri. Giornata piovigginosa, città paralizzata e nervosa per il blocco della viabilità. Viaggio di andata e ritorno in bicicletta, con la scusa del traffico, solo perchè è il mio modo di vivere intensamente le cose.   

Piccolo riepilogo della settimana precedente: bella festa "Ogni Uomo è mio fratello", per la partecipazione numerosa e sempre più convinta. Mancano certo molti nativi di Piumazzo, ma la coscienza dice che è una cosa bella, questo appuntamento, i cui frutti verranno col tempo. Consolanti le iscrizioni delle classi più piccole dle catechismo, seconda e terza elementare, con impressione di pace e buona volontà.

 

Ispirazione felice di andare a far visita ai miei zii anziani, in un lungo viaggio di affetto e carità, che supplisca e ripari i decenni di distanza dalla mia paretela. In moto, per unire libertà, dedizione e gioia, come in moto spesso in Curia, per risolvere complicate questioni di Pass (alcune delle quali, per l'arrivo tardi, sono rimaste irrisolte) innervosito e ammirato della complicatissima questione, organizzativa e di sicurezza, che la visita papale comporta.    

11 Ottobre 2017 S. Giovanni XXIII

Giorno speciale. Nel cuore il tema della "nuova evangelizzazione". Rileggendo la Evangelii Gaudium, riascoltando i discordi del Papa a Bologna, leggendo la lettera pastorale di Zuppi: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto", sempre più mi interrogo su questo aspetto della vita di Gesù e della chiesa. Oggettivamente sento lontana l'evangelizzazione. Non mi reputo maestro e sono restio a voler chiamare, insegnare, convincere. Eppure il vangelo parla di Gesù che insegna, e la Chiesa oggi insiste su questo compito, "primario". Il suo declino, sarebbe legato alla crisi della evangelizzazione. 

 

La mia fede, che reputo schietta e preziosa, pur con tante inadeguatezze, si è rapportata a Gesù  su due versanti, quello della preghiera, specialmente personale, luogo di incontro, amore, verità, impegno, e il versante della croce: persuasione che si vive Cristo, con la nostra quotidiana e a volte eccezionale, partecipazione fiduciosa alla sua sofferenza. Da ultimo, la carità, non tanto come opera verso i poveri, ma come amorevolezza verso tutti, comprensione, gentilezza, pazienza, umiltà. Questo è il mio cristianesimo fondamentale, cui ultimamente si è aggiunta una dimensione "culturale", legata alla esperienza di Dio come Padre, che si compiace di gratificare i suoi figli, con tante piccole gioie, consolazioni, passioni, anche terrene. 

 

Dopo il Cammino di Fatima, e in virtù di esso, ho cominciato a coltivare in modo intenso il rapporto con Dio Spirito Santo, invocandolo e ringraziandolo incessantemente, in ogni aspetto della vita, particolarmente pastorale, credendolo causa ispiratrice e realizzatrice di ogni bene. E' probabile che proprio in virtù di questa fervida preghiera, mi si stia schiudendo la terza dimensione della vita di Cristo e del sacerdote, quella appunto della Evangelizzazione. Il punto determinante è la fede nella Parola, la quale stessa, con una sua forza intrinseca, chiama e converte le anime, per il tramite della fede nell'apostolo, non per l'efficacia del suo operato. Che significa, non per le capacità di convinzione del ministro, ma per la fede del ministro, che dopo aver creduto lui medesimo, se ne fa araldo, tanto più efficace, quanto umile e fedele. 

 

Incontrando una giovane parrocchiana, agli arresti domiciliari, col marito in carcere e quattro figli a carico, che chiede la benedizione della casa e un aiuto per la sua fede - "So di aver sbagliato, ma ora sono pentita e voglio seguire Dio" - conosco don Michele Madonna, di Montesanto, Napoli, un sacerdote che le manda in Whatsupp le sue omelie, ogni tanto le telefona, la conforta, la incoraggia. Cerco in you tupe questo prete, "un tornado", come lo chiamano dalle sue parti, scoprendo una esperienza straordinaria di nuova evangelizzazione. Certo don Michele mette in campo la sua giovinezza, la sua esperienza di DJ, la sua capacità di parlare al pubblico, la sua passionalità partenopea, la sua intelligenza organizzativa. Però quello che colpisce è la sua convinzione nella forza del vangelo e la passione dell'insegnarlo.

 

La lettera pastorale di Zuppi è commovente, per la mite passione che sprigione, anche per la fragilità dell'impianto che non nasconde. Indica una strada, sperando che gli interlocutori capiscano, si infiammino e concretamente trovino loro la strada per realizzare il disegno. Mettere la Parola di Dio al centro, non per fare delle accademie intellettuali o dare un compito nuovo per le parrocchie, ma per lanciare una vita di comunità missionaria ed evangelizzante, non chiusa in se stessa. E' proprio una visione nuova quella che si richiede, come afferma don Andrea Brugnoli, nei suoi libri sul tema. Ascoltare la Parola, per credere e rendere evangelizzatori tutti i credenti, creando strutture ad hoc. E' così che ha pensato la chiesa Gesù. Il cammino è lungo, ma con lo Spirito Santo può essere anche veloce, facile e potente. 

2 Novembre 2017 Giovedi 

"Il tempo di creare, di organizzare, di realizzare non è più per te. Ma ti riservo una missione nascosta della quale i più giovani beneficeranno e da cui trarranno dinamismo. Questa missione interiore ed invisibile è di servire da raccordo fra me e loro, di ottenere ad essi i carismi necessari per una vera efficacia apostolica. Prendili tutti in blocco, ogni età, ogni condizione, ogni razza e offrili gioiosamente alle radiazioni della mia umiltà e del mio silenzio eucaristico" (G Cortois "il maestro parla al cuore")

10 Novembre 2017 Venerdi 

Nei giorni scorsi, il momento più alto è il funerale della mamma di don Emanuele di Manzolino, celebrato nella parrocchia degli Angeli Custodi a Bologna. Grande umanità e amore dell'Arcivescovo Mons Zuppi, tutti i giovani sacerdoti della diocesi presenti, fortemente uniti e compresi, grande storia umana e di fede della famiglia Nadalini, bellezza di una vita nella chiesa. 

 

In quel momento, rivivo i miei primi due anni di sacerdozio 1980-1982. L'ingresso nella nuova parrocchia di città, nell'autunno caldo e assolato. Il primo sabato coi ragazzi e giovani, numerosi, composti, abituati a pregare, la recita dei salmi insieme, in cappellina, il saluto, la mia prima benedizione, piena di timidezza. Mi si disse che diedi una impressione penosa. L'anno parrocchiale era appena iniziato, c'era Claudio Longhi che dirigeva il catechismo, i vari Mezzini Giorgio, Paolo Masi, Cavallini Paola, ciascuno col suo gruppo; i giovani più grandi, Paolo Flori, Nediano, ecc il gruppo delle famiglie del CTG, con Tosi e Santini ... Davanti allo sguardo questa teoria di persone e io in mezzo, senza progetti, senza alcuna idea speciale, solo paura.

 

Nessun dubbio sulla mia vocazione, totale nella nebbia il modo di viverla. Missione per Dio e gli altri, sul come non avevo alcuna idea, seguivo le idee degli altri. Così mi pare tuttora, a distanza di 35 anni. Eppure il ricordo di quell'inizio, suggerisce una risposta semplice, chiara, meravigliosa: pormi davanti agli altri, così come sono, in offerta semplice e totale, della persona, non delle idee e delle opere. Penso a come Gesù abbia inziato e finito così la sua missione, Betlemme ed Eucaristia, non con idee ed opere, ma un presentarsi inerme e indifeso, perciò infinitamente amoroso ed efficace.  

La chiesa e la cappellina feriale degli Angeli Custodi 

 

A distanza di pochi giorni, il sabato 29 ottobre, a Pieve a celebro una messa per l'Ottavario del Crocifisso. Anche qui, bagno di folla-ricordi, ma con una sensazione meno mortificata, piccolo orgoglio di avere in quegli anni "fatto qualcosa", amore alla montagna, inizi della attività di oratorio, consapevolezza di comunità. Pieve è una comunità, grazia che supera l'individuo, non dipendente da un fattore solo, ma da tanti che interagiscono. Il vangelo del giorno parla del comandamento grande, "ama Dio con tutto il tuo cuore"; nel viaggio di andata, ripenso al battesimo, come un "morire con Cristo, per risorgere con lui", risposta alle domande radicali, su identità e missione. 

 

Segue una settimana di vuoto operativo, con le feste dei Santi e dei Morti, illuminata dalla lettura infiammata di "L'anima di ogni apostolato" di Chautard. Come un cerchio che si chiude.

In questo contesto, il babbo entra in una nuova crisi fisica: debolezza, febbre, dolori, Pronto Soccorso e nuovo ricovero al Policlinico. Accanto al normale iter terapeutico, sperimentiamo, per la prima volta, un doloroso fenomeno di disorientamento mentale in occasione del ricovero. Decisione immediata di non lasciare più il babbo da solo, ma sostenerlo con la costante presenza, di persone conosciute, mamma e noi due figli. E' un continuo andirivieni, da casa ad ospedale, notte compresa, che logora e illumina. Vita come amore, offrisi a Dio e agli altri, semplicemente, come si è, attraverso la preghiera continua, specialmente per i giovani, 

10 novembre 2017, pomeriggio in Oratorio coi ragazzi delle medie
10 novembre 2017, pomeriggio in Oratorio coi ragazzi delle medie

13 Novembre 2017 Lunedi

Festa del Ringraziamento 2017. Giornata grigia climaticamente, inizio lento, fino alle 9,30 non c'è nessuno in piazza. La chiesa è splendida per le preparazioni dell'altare e del logo, nel teatro semideserto il gruppo giovani un pò avvilito per le poche torte per la Missione. 

Reduce dall'ospedale, dove lascio la mamma, al letto del babbo, col proposito di andare a riprenderla la sera. Anche il mio cuore è un po' in difficoltà. Una voce interiore invita alla preghiera, a rimanere fiducioso e gioioso, trasfigurando tutto, alla divina Presenza. 

Verso le 9,45 arrivano don Giulio, i cantori e la chiesa si riempie, anche di tanti bambini e chierici. La messa inizia solennissima, avverto quanta grazia si riversi sulla comunità, quale lode a Dio renda lo spettacolo della sua dedizione e unità. Fuori, operano gli addetti alla Mostra Mercato, all'aceto balsamico, al cucito, al mercatino delle torte, alla esposizione di trattori e considero quanta gente si impegni per la buona riuscita della festa. 

Comunità grata al can Cossarini, a colui che le ha portato Gesù per 37 anni e grande consolazione di d. Giulio nel vedere la sua comunità continuare unita, attiva e gioiosa, con tanti bimbi e tanta bellezza. Gli facciamo ripetutatmente festa, questo vale a benedizione per tutti.  

Dopo tanta consolazione al mattino, nel primo pomeriggio, una notizia tremenda, la morte improvvisa di Daniela, moglie di Claudio Candini, mamma della piccolissima Mia. Il parroco si precipita al Policlinico per una presenza e una preghiera. Lo sposo affranto, non sa darsi una ragione, cala una nube immensa, sul cuore di tutti e della comunità, per la quale, la famiglia Candini non solo è prestigiosa impresa che ha fatto tanti lavori, ma sopratutto persone unite da legami di amicizia e fraternità, ancora più intimi, nell'ora del dolore. Ci si interroga, con Sr Pavana, Tomaso, il Consiglio di Istituto, come comportaci con la festa del 90* Asilo da celebrarsi a breve, se sospenderla, se dire, non dire ... prevale la linea della verità, concorde: "La vita cresce con l'acqua delle lacrime unita al sole della gioia" 

 

La festa è onorata da tante presenze, dalla banda, il coro, da molte autorità: il sindaco, dott. Masini, don Giulio, don Alberto di Nonantola. Poi il rito della torta, i palloncini in cielo, la festa delle castagne, i giochi dei bimbi, fino quasi a notte. Come al solito la parte principale la svolgono le Suore, attente a tutto, presenti, coordinatrici di bimbi, genitori, maestre e ospiti. Il giorno termina con un sentimento intrecciato di consolazione, gratitudine, soddisfazione, invito alla preghiera, per Daniela, Claudio, Mia e per tutti.  

23 novembre 2017 Giovedi 

Settimana dei lutti: Scopani Silvio, Daniela Bizzarri, Benito Ghermandi, Alberto Palmieri, Luigi Turrini, Giuseppe Gamberini ... 

 

Incontro positivo con i catechisti, sul programma dell'Avvento, con la bella testimonianza di Paola Bettelli, il "gioco sulla Parola" di sr Pavana, la presentazione del programma di avvento, sul tema di Maria: umiltà, fede, preghiera, regalità. Clima bello e partecipazione numerica buona.

 

Rientro a casa del babbo, dopo 16 giorni di ospedale, condizioni generali di equilibrio compromesse, ma con la voglia di ripartire, per una possibile, anche se limitatissima, guarigione. Mamma fisicamente provata, ma perseverante. Ogni tanto ci si chiede quale sarà il prossimo gradino di abbassamento, con la rassegnazione buona, di affrontare, passo dopo passo, ogni impegno. E' un dono d'animo della mia famiglia: nessuna disperazione, nessuna illusione, si fa il proprio dovere, come il momento richiede.  

 

Tutta la mia vita ministeriale è condizionata da questo, da un punto di vista organizzativo, ma spero non sostanziale. Il dolore affratella, la fatica unisce, i dispiaceri maturano. Clima di incertezza anche nella compagine ecclesiale. I preti della zona di Castelfranco, specie i più giovani, insistono a proporre di affrontare insieme il problema pastorale del domani, aspettando da noi, più vecchi, un aiuto, una luce, una corrispondenza, che al momento non trovano. 

 

Introduzione in Parrocchia alla lettura del libro della Apocalisse. Impeccabile presentazione di Stefano, cordiale e partecipato l'ascolto, alte e consolanti le prospettive. Adorazione dell'Agnello, già seduto glorioso sul trono, e contemporanea esperienza di fatica e lutto, come partecipazione alla lotta fra il bene e il male, ancora in atto, pur certi della vittoria. La strada da proseguire è mantenere ferma la duplice certezza, paradossale, della compresenza della gloria nella croce, del trionfo nella sconfitta, di ricchezza piena nella più assoluta desolazione. 

 

A Bologna, alla Libreria vicino a S. Petronio, sosta davanti al libro di Giuseppe Ungaretti: "lettere d'amore a Bruna". Invito ad una prospettiva di vita, poetica, alta, intensa, viva, coraggiosa, intelligente, bella, critica, sobria, relazionale, innamorata, addolorata, gioiosa ... 

 

Credo che lo spirito della Apocalisse, unione di poesia e santità, sia al fondo questo grande orizzonte: Il vecchio che si sposa al nuovo, il decrepito al giovane, il grande al piccolo, uniti l'un l'altro e liberati dalla Sapienza/Amore

16 Dicembre 2017 Sabato

il 18 Novembre scorso, dopo due settimane di Policlinico, babbo torna a casa. Forse non è opportuno raccontare cose di famiglia, entrare in dettagli di malattie, ma questa vicenda ha delle ripercussioni tali sulla vita mia e parrocchiale, da non poter essere ignorata; solo occorre trovare il registro giusto. 

 

Dopo la prima notte di ricovero, seguito ad saluto sereno e fiducioso al Pronto Soccorso, amarissima sorpresa mattutina, nel trovare il babbo in reparto,  in condizioni cognitive completamente alterate. Agitatissimo, non sa dovè, non ci riconosce, dice cose ad alta voce prive di nesso. Ma cosa è successo? Durante la notte aveva avuto un alterco col vicino di letto - raccontato dal medesimo -  disturbato dal suo continuo chiamare e chiedere. "Non ne possiamo più di suo padre!  - dice al mattino arrabbiatissimo - Non ci ha lasciato chiudere occhio tutta la notte! Che la smetta!" Anche il personale è costretto a sedarlo, con conseguenze penose. Immediatamente decidiamo "terapia affettiva", provare a stargli vicino il più possibile perchè torni  in sè e sereno. Dopo un giorno e mezzo i risultati arrivano.

 

Un ammalato molto anziano e grave ha la psicologia di un neonato. Fragilissimo, facile alla paura, ha bisogno di essere rassicurato, da una presenza continua di chi lo ama. Non è questione tecnica/operativa, un servizio materiale, risolto per esempio da una badante. Inizia per noi famigliari un periodo di presenza-assistenza, giorno e notte, alternato e condiviso da madre e fratello. E il mio sacerdozio? e i servizi parrocchiali? 

 

Le lunghe notti di veglia si trasformano in altrettanti ritiri, maratone di preghiera-riflessione-lettura nelle quali predomina un rapporto intimo con Dio e con colui da cui ho ricevuto la vita. "Onora tuo padre e tua madre, e avrai vita lunga nel Signore" Notti e giorni di silenzio e solitudine, nelle quali è facile meditare/vivere la parola di Avvento: "Nel deserto preparate la strada del Signore". Anche col babbo entriamo in dimensione nuove, mai vissute prima, un rapporto interiore e più fisico, dettato dai gesti della cura: coprire, sorreggere, alimentare. Imparo a mettere i flebo, da un tutorial YouTube la tecnica infermieristica a muovere un malato su un letto.

 

il mercoledi 13 dicembre si impone un nuovo ricovero. Andato in H per una ecografia di controllo, trovano "tanta robaccia", per la quale non si può tornare a casa. Apprestano un letto in chirurgia 1 e ricomincia il nostro via-vai. Adesso alla parrocchia dono proprio poco, ma sento che è preparazione a offrire un giorno questa esperienza importante, che tutti prima o poi siamo chiamati a vivere, da non temere, che non solo è sopportabile, ma a tratti anche leggera e dolce.  

17 Dicembre 2017 Domenica

Per addormentarmi, leggo l'inizio di un libro, portato da Sandro Donati, un nuovo parrocchiano proveniente da Bazzano, biografia di un personaggio laico-consacrato, suo padre adottivo, tale Giovanni Battista Zaccarini. Mi colpisce la schiettezza del testo e la forza di questa vita, i cui contorni umani e culturali non mi sono estranei. L'autore è Francesco Grasselli. Cerco in you tube notizie di questo scrittore, ne scopro uno omonimo, molto interessante, Pier Francesco Grasselli, romanziere frizzante della gioventù contemporanea, vorticosa e perduta. La mente va alle immagine "vuote" dei miei giovani su Instagram ...

 

Ritorno al cristianesimo dossettiano, del libro sottomano, scoprendo l'evoluzione della Famiglia religiosa della Annunziata, nomina di don Tommaso a Superiore generale, edizione dei testi di don Giuseppe, il bisogno di formare nei credenti una fede più intima, a fronte de "gli equivoci di un cristianesimo politico". In questo itinerario, radiografia della situazione sociale-ecclesiale contemporanea. 

 

Sono le quattro del mattino. Recita della Liturgia delle ore. Fra poco con la mamma visita al babbo. Chissa che pena la sua notte! Il calvario dei malati è inimmaginabile. Le lunghe ore di buio, di solitudine, dolore fisico e angoscia! Al rientro, la liturgia della terza domenica di avvento, "della gioia", da vivere in una dimensione intima, poi il pomeriggio con i genitori e i bimbi della Scuola Materna. Bravissime le Suore, le maestre, i catechisti, a preparare tutto quanto!

Colore della liturgia rosaceo. Schema della omelia: 1. noi siamo la gioia di Dio  2. la gioia attraverso la presenza dei bambini 3. la gioia attraverso la preghiera di ringraziamento, Come l'albero di Natale, tanto più bello quanto le sue luci piccole e numerose, così la nosra preghiera è tanto più gioiosa, quanto piccola e frequente. 

 

Nel tornare dall'Ospedale, per radio, ascolto una canzone di Max Gazzè a tema religioso "Sotto Casa". Attento al valore profetico degli artisti, vorrei capire di più il significato di quel brano. Nasce dall'incontro casuale dell'autore coi Testimoni di Geova, siparietto musicale simpaticamente profondo. Pur scherzando, l'autore mostra la significanza di una prospettiva religiosa ed evangelizzatrice, e il fatto che sia ispirato - lui di matrice cattolica - da un incontro con religiosità diverse, vuole essere un superamento del muro, fra credenti e non credenti, e fra appartenenti a diversi credi religiosi. Mi pare non si tratti di relativismo, ma apertura ad un senso della fede, semplice, sincero e finalmente "leggero". 

Mattinata bella in parrocchia, nonostante la stanchezza, con tanti segni preparati dai catechisti, i doni ai bambini, i nuovi chierici piccoli, il canto a gruppi riuniti dei più grandi. I giovani sono contenti del pomeriggio di ieri a casa degli anziani per il saluto natalizio e dono. Un gruppo di campanari, sponsorizzati dal Comune, solennizza coi doppi la domenica della gioia. Ora è il momento di una personale preghiera di riposo e di grazie. 

(Da una lettera di Giovanni Zaccherini, all'amico missionario,

                                                                               copiata dal libro "Una vita per il vangelo") 

 

"... Da un pò di tempo sono diventato più silenzioso: provo una grande tristezza, un pò per la mia vita così infedele, un po' per il senso di un sottile scoraggiamento che mi invade. Sento nel mio cuore infiniti desideri, e straordinarie speranze; vorrei correre in tutto il mondo, e un poco ti invidio per tutto quello che fai nel nome del Signore. Certo sono grato al Signore per quello che ha fatto per me, per avermi custodito nella fede, per il dono di mia mogle e dei figli, per tutto quello che da loro potrà continuare dilatando la mia vita ...

Sento molto l'impotenza della Chiesa, sopratutto di questa nostra moribonda Chiesa italiana, così ricca materialmente e così insignificante, nell'incapacità ad essere quella che deve essere secondo il cuore di Dio: ma è anche la mia incapacità e la mia insignificanza. 

Vivere nella preghiera, nell'ascolto della Parola di Dio, nella pratica della carità, sapendo che il più piccolo gesto fatto ad un povero è un gesto infinito, perchè è fatto a Cristo, e quindi si dilata nella infinità di Dio, come anche la preghiera, in una circolarità di esistenza che non finisce mai.

In questo momento sento la urgenza di una più vera concentrazione, portando nel cuore tutti i sogni più belli, tutte le speranze, mie e delle persone che amo ... quindi anche le tue 

Scusa queste parole a briglia sciolta, ma prima di rimettermi a lavorare col latino della traduzione, volevo farti pervenire un cenno di riscontro, un piccolo gesto di unione, una richiesta di ricordo nelle tue messe di Egitto. 

Unito a te in tutta la gioia della fraternità, assieme a Fernanda e ai miei figli, nel Signore Gesù, nostra attesa e nostra speranza.    Gianni 

18 Dicembre 2017 Lunedì 

Il pomeriggio di celebrazione prenatalizia, coi bimbi della Scuola Materna, riesce proprio bene. Più di duecentocinquanta persone presenti, fra bimbi e famigliari, la partecipazione attiva dei genitori, sollecitati dalle maestre e suore, è davvero attiva e cordiale. Facciamo la parte più importante in chiesa, per un senso di sacralità, ma anche perchè è l'unico spazio grande e confortevole per un tale numero. Sento che occorre tuttavia unire queste opportune "rappresentazioni", ad una sincerità di fede e preghiera, per rispetto e responsabilità nei confronti dei bambini, perché non diventi il nostro agire un inutile teatrino. 

 

La sera scorre serena, a tarda ora visito il babbo, pure sereno, per la premura degli infermieri, la gioia delle visite di tutta la sua famiglia, la fraternità coi parenti dei vicini di letto, particolarmente di Francesco, un giovane di Medolla, da mesi sofferente, per continue infezioni all'intestino, con dolori, preoccupazioni e rabbia. Il "tarlo" che i medici abbiano "sbagliato" qualcosa. Oggi la prima preghiera per lui, che entra di nuovo in Sala per un ennesimo intervento.

 

Continua la lettura su Gianni Zaccherini e la testimonianza di un momento decisivo per lui : "Quando avevo poco più di vent'anni, nel 1957, "incontrai" la Sacra Scrittura. Un uomo che ero andato a cercare, spinto da curiosità e ammirazione - si chiamava Giuseppe Dossetti - mi disse: "Leggi ogni giorno la Bibbia, a fiume, capitolo dopo capitolo, alternando l'Antico e il Nuovo Testamento, con fede, cercando di capirla, ma senza arrenderti quando non capisci, convinto che la Parola si capisce con le ginocchia e non solo con la testa" Era l'ascolto di fede nella preghiera. Per cinque o sei anni lessi ogni giorno, appassionatamente, la Scrittura, il più delle volte senza comprendere nulla, ma cercai di continuare a leggere con estrema fedeltà, cercando di "bere" una parola - era la Parola di Dio - che continuava a far crescere la mia sete. Poi cominciai a "studiare", alle scuole teologiche di Roma e Parigi e finii anche per insegnare la Sacra Scrittura. Ma nel fondo del mio cuore rimase salda una certezza, che se oggi mi è dato di capire qualcosa della Parola di Dio, il merito principale è dovuto a quei lunghi - e così brevi! - sei anni in cui lessi fedelmente ogni giorno, a lungo, spesso anche senza capire, pregando, supplicando, piangendo, amando

19 Dicembre 2017 Martedi

Le novene dei bimbi sono belle. Partecipa circa un terzo dei bambini, ma vengono volentieri e si può costruire. Quest'anno ci metto un pò' del mio e questo mi dà gioia. Anche catechisti e genitori sono vicini. La trilogia che vivo (apocalisse, ospedale, bambini) è molto ricca e armoniosa. Sono contento e anche fisicamente va benino. Il babbo continua il suo cammino di malato, confortato dalla nostra presenza (pure mio fratello fa l'impossibile per andarlo a trovare ogni giorno).  

 

La prospettiva della lettura "a fiume" della Scrittura mi infiamma, dandomi orizzonte. Sento che è una vita diversa il fare della Scrittura il costante compagno di viaggio. Leggerne un brano ogni tanto, è diverso dall'entrare nel suo mondo. Avverti come una attrazione, invito a varcare una soglia di un mondo nuovo, che ti infiamma, ti inquieta, ti attrae, ti motiva, ti cambia, ti consolida.  Spero non sia l'entusiamo passeggero "della carne", ma canversione-vocazione-missione  proprio nell'anno della Parola. 

 

Rapporto col libro della Apocalisse. Dopo l'introduzione bella di Stefano, riprendo la lettura personale, prima del libro per intero, poi ricominciando capitolo per capitolo, facendomi aiutare da qualche commento. In you tube ce ne sono vari, molti degli Evangelici, anche cattolici come Ravasi e Enzo Bianchi. Vedo che per molti è occasione per fare sfoggio della loro cultura o retorica. L'Apocalisse si presta a derive personalistiche, per cui è importante, più che il commento, la lettura personale, semplice, con commenti più filologici che teologici. 

24 Dicembre 2017 Domenica

Che Natale è questo? Cosa sta dicendo Dio in questo Natale? Assorbito dalla assistenza del babbo e non meno della mamma, stanca, fortemente provata, debole e smarrita. 

Vicino al letto di babbo in H sta il parroco di S. Donnino, don Giovanni Benassi, mio coetaneo. Ex medico, biblista, prete intellettuale, in dialisi da vent'anni. Attorno a sè, don Giovanni ha un "gruppo" di fedelissimi e affezionati "discepoli". Pochi sono della sua parrocchia, ma anime intercettate lungo il cammino dalla sua  personalità. Molte donne faccendiere. Lui stesso temperamento molto selettivo. Non cè feeling con mio papà, si sopportano male. Non una parola gentile fra loro, non vedono l'ora d'allontanarsi l'uno dall'altro. 

 

Don Giovanni è prete onesto e generoso. Ha scoperto la strada della "Parola" e ne ha fatto pilastro della sua vita e sacerdozio. "specialista del vangelo di Marco" si autodefinisce. Però non si accorge che Dio gli sta parlando ora attraverso la vicinanza di un altro malato, anziano, sofferente, come e forse più di lui. Istintivamente sfugge da quel contatto, per poter con più calma e libertà coltivare i suoi studi, letture e amicizie. Dico questo non per giudicarlo, anzi lo ringrazio per quello che Dio, attraverso di lui, mi fa capire. Che "parola di Dio", accanto alla Scrittura, è innanzitutto la realtà che hai accanto, spesso "amara", alla bocca, al primo impatto, alla fine "dolce" al cuore, da riconoscere per grazia. Mai sfuggire dalle realtà scomode, difficili, repulsive, perchè lì sta "l'angelo" che annuncia il Cristo totale, nascente e immolato. 

 

Quello che vedo, specialmente attraverso il segno delle "sponde", nel letto del malato, quanto somigli ad un neonato. Ma con tutti quegli aghi che gli attraversano il corpo, il dolore e l'angoscia, parimenti quel "neonato" somiglia al crocifisso. L'anziano malato riassume in sè il mistero di Cristo che nasce e del Cristo che muore.