Diario dal 22/11/2010
22 Novembre 2010 - Lunedì - Tema del Natale 2010: "Cristo, da ricco che era si fece povero, per arricchire noi con la sua povertà". Ispirato da una meditazione di Barsotti, confermata dalla liturgia di San Martino l'11 Novembre. Nella riunione Catechisti del 15 novembre il tema è divenuto "progetto" e il bollettino - non particolarmente riuscito - ne è laboratorio. Bella celebrazione di Cristo Re, segnata dal ritrovamento di alcune pagine di Voillaume in "Come loro" sul Piccolo Fratello prete.
" Non dobbiamo essere niente agli occhi del mondo, niente altro che dei poveri che vivono nella gioia di un grande amore per Gesù. Non dobbiamo prevalerci di niente, rivendicare niente, esigere niente: un umile si stupisce sempre che si pensi a lui. Bisognerà lottare costantemente contro noi stessi per conservare questo ultimo posto; e prima di tutto per conquistarlo, sfuggendo, come lo potremo - e non sarà sempre facile - alla servitù dell'opinione che vuole che i religiosi e i preti debbono tenere un certo rango sociale. Sarà spesso tanto più difficile in quanto troveremo in noi delle complicità. Al seguito di Padre de Foucauld e di S. Francesco, dovremo tendervi senza soste, e non vi riusciremo senza un vero amore all'abbiezione, nè un pò di follia, purchè essa sia proprio per Lui e nella luce dello Spirito Santo. Sapremo farlo?"
Andrea Mazzucchi, in preparazione all'anniversario di Cristina.
"Vi siete mai chiesti come si “misura” una persona? Un tempo ero affascinato dal talento, dal genio di alcune persone capaci di avere idee fantasiose ed originali.
L’esperienza mi ha poi portato a ritenere che le memorabili opere degli uomini famosi non sono solo il frutto della loro genialità, ma anche del loro impegno nel comunicare e difendere con forza le proprie idee al fine di realizzarle concretamente.
Certamente, la descrizione combinata di intuizione ed azione, di ideazione e realizzazione ci rendono dell’individuo la sua immagine esteriore, ma credo che occorra scavare dietro tale immagine per comprendere lo “spessore” di una persona.
Penso che solo tenendo conto dell’integrità e della bontà come direzione in cui sviluppare le idee e le azioni, si possa avere la completa visione tridimensionale dell’uomo.
Per tutto questo, il mio ricordo di Cristina è diventato la mia unità di misura delle persone che considero “grandi”."
Andrea
Unire "grandezza" e "povertà". Pagina evangelica della liturgia di San Giacomo: "I Capi delle nazioni, voi lo sapete, le dominano e i grandi esercitano su di esse il potere, non così dovrà essere fra voi, chi vuole essere il più grande sia l'ultimo e il servo di tutti".
Intervista a Benedetto XVI, ripresa dal libro " Luce del mondo". Mi ha colpito e ha colpito i giornalisti il suo definirsi "un mendicante". Pur vecchio e non sentendosi alla altezza di responsabilità tanto grandi, affronta con coraggio il compito datogli dal Signore, "elemosinando" con fede la sua grazia. Molto bello che il suo nome sia quello "natalizio" di Giuseppe.
25 Novembre 2010 - Venerdì - Memento: lunedì 22, Consiglio Pastorale e verifica della Missione Parrocchiale e sguardo all'Avvento; martedì 23: memoria liturgica di San Colombano e Ritiro sul testo di Gulisano; mercoledì 24: a Bologna in Curia e Agenzia Frate Sole; acquisto testo del papa "Luce del mondo" e "Memorie e digressioni" di Biffi.
Sto bene. Grazie Gesù. La depressione della settimana scorsa era solo stanchezza fisica. Riposo e fedeltà alla passeggiata.
Il tema dell'Avvento oggi ha una accentuazione Eucaristica: Cristo si è fatto povero nella Eucaristia, e ci "arricchisce" attraverso l'Eucaristia. Se noi concentriamo ogni attenzione qui, non siamo fuori strada ma al centro di tutto. Mi aiuta molto la meditazione della Imitazione di Cristo, al Capitolo 4. La concentrazione Eucaristica è stata anche una indicazione del Cardinale oggi al Consiglio Presbiterale: ha detto essere questo un momento favorevole per la pastorale giovanile, un kairos: "è davanti agli occhi di tutti il fallimento della promessa di libertà che il mondo ha perseguito: i giovani sono insieme smarriti ma anche totalmente aperti ad una nuova proposta di libertà, nella conoscenza di Cristo, in una vita moralmente integra; ne sono certo!". Ha raccontato l'esperienza della conferenza di Padre Aldo, in Santa Lucia, martedì 23, gremita di giovani.
Due incontri finiti nel disagio, 1. con maestre, per lavoro fatto con Almo e i bimbi, da esporre davanti alla chiesa a Natale. 2. con Maurizia, per un cartellone unitario piumazzese e progetto "Festa dei Mille sogni". Disagio ad ascoltare e uno più grande a rifiutare. Di notte, dubbio e rammarico di essere stato imprudente, chiuso e piccino. Gesù, quale è la verità?
"Io sono la verità. Affida tutto a me e dormi tranquillo.
Rimani fedele a preghiera, sacramenti, carità: sarai ricco per il tuo Dio e utile ai poveri".
26 novembre 2010 - venerdi -
Riordino sereno.
Gentile amore alle cose.
Lavoro diligente.
Disponibilità alla accoglienza.
Preghiera.
Conforto dell'anima.
Dignità nella povertà.
Amicizia di M. D'Atti
Gesù Bambino
"Per capire la voce di Dio nella propria vita, S. Ignazio di Loyola raccomanda di raccontarla". E' il senso del diario: sincero, aperto, oltre che discreto.
Accorata, pensosa, propositiva e-mail di Stefano T. sui discorsi in Consiglio Pastorale circa la lontananza dei giovani dalla fede e dalla parrocchia. La prima parola che vorrei dire a lui e a tutti è "accoglienza". Imparare l'arte della ascolto, vicinanza, stima, pazienza, complicità, allegria, affetto. Poi aiutare i giovani a individuare le due forze in campo, i due "domini" imperanti, lasciando alla loro coscienza scegliere quale padrone servire. Se "l'amore di sè fino al disprezzo degli altri; o l'amore agli altri fino alla rinuncia a se stessi" (S. Agostino). Quello che oggi manca è non sapere a chi si appartiene. Molti pensano di essere cristiani e non lo sono; altri di non esserlo ma lo sono. Questa vaghezza fa perdere interesse al gioco e senso allo scontro. Se i giovani capissero la natura "drammatica" ed "eroica" delle cose, sarebbero molto più coinvolti.
Il Papa dice che oggi nel mondo ci sono segni di fervore giovanile per il vangelo e cita la fioritura degli "Araldi del Vangelo". Scopro in internet essere quelli con la croce di Santiago: hanno come riferimenti Eucaristia, Madonna e Papa; come motto la frase del vangelo "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" e ravvisano la perfezione nella "pulchritudo", la "bellezza", decoro sia nella liturgia che nello studio, preghiera e servizio; sempre inappuntabili, gente di stile. Un abisso dalla mia cultura sessantottina, libertaria, individualista e destrutturata. Anche il canone di "pulchritudo" è abissalmente diverso; questo mi sembra di una teatralità tanto banale da rasentare il ridicolo; ma ne colgo l'efficacia pedagogica.
Qualcuno dice che Dio prediliga la "bellezza kitsch", perchè è quella che capiscono i poveri.
28 Novembre 2010 - Domenica - Prima di Avvento. Una cena sociale la vigilia, compromette un buon inizio giornata: teso e stanco alla partenza, ricevo improvvisamente grazia di serenità. Cosa temere quando si celebra la Sua "venuta"? La chiesa è gremita, più del solito, l'anima del pastore è innalzata dalla responsabilità. Ho chiari i passaggi di quanto intendo dire in predica, avvertendone la grandezza. La compagnia dei pensieri oscuri non demorde, ma più forte è la consolazione dello Spirito. Fuori inizia a nevicare: me ne accorgo dopo la messa delle 11,00 chiudendo le porte della chiesa. E' bella la neve. Programmo di andare a dir messa alla Provvidenza a piedi nel pomeriggio, anche se presumibilmente per il "maltempo" non verrà nessun fedele. Penso. Invece siamo un bel gruppetto. Dolcissima celebrazione, dove la neve ne diviene contenuto non secondario. Al rientro vado ad alleggerire la neve da gazebo, un "lavoraccio" di cui sono espertissimo e quasi geloso. Nessuno si rende conto dei quintali che pesano su quei teloni e mi compiaccio della mia attenzione, cura e fatica, in qualche modo sedativa del tormentoso pensiero ossessivo di essere disattento, trascurato e sfaticato.
Ascolto nel Tg la parola del Papa d'inizio Avvento: "ll valore di una persona si misura da ciò che attende e da ciò che spera". Ho detto alla BV Provvidenza la mia speranza di pellegrino a vita; ma forse non ho ascoltato abbastanza il cuore per capire cosa attenda davvero.
Padre Aldo
Più volte durate il giorno mi è venuta in mente la testimonianza di Caffarra sulla conferenza di Padre Aldo Trento, strapiena di giovani. Ho pensato che il Signore sempre suscita nella chiesa eventi grandiosi di comunità, segni più che visibili, di qualità profonda, dai quali i giovani anche oggi sono vivamente toccati.
Il contesto entro cui nascono e si collocano questi segni straordinari sono proprio le preghiere e la fedeltà dei semplici, come noi.
La vita cristiana è fede. Il segno va cercato, ma anche sempre superato. Grazie Gesù dell'Avvento.
30 Novembre 2010 - Martedì - San Andrea il primo dei chiamati da Gesù. Ma non fa parte della triade degli eletti: "Pietro, Giacomo Giovanni". Mistero delle vocazioni e dei carismi; Andrea aveva il dono della mediazione, di introdurre altri all'incontro con Cristo.
Notizia della morte suicida di Mario Monicelli. Come da copione. Ha avuto la fortuna di vivere in salute e lavorare fino a novanta anni, poi fermato dalla malattia ha subito gettato la spugna e rifiutato la cosa con stizza. Neppure la poesia, compagna luminosa del dolore, lo ha salvato. Senza fede anche la poesia svanisce. Era un regista geniale, ma anche pessimista e dissacrante: non ho mai amato i suoi film, eccetto "La Grande Guerra".
Novena della Immacolata col biancore della neve. Piccolo giretto sul fiume Panaro: paradiso a due passi da casa, paradiso dei poveri, molto bello.
Cena in tavernetta Ghedini col gruppo dei venti pellegrini "Santiago 2011". Inizio gioioso.
Subito si è visto la personalità dei componenti, i ruoli, che essi conoscono da sempre, ma io osservo per la prima volta. Credo saranno molto contenti della esperienza.
All'incontro dei preti don Stefano ha detto: "Se sentiamo i giovani lontani, non è solo una questione generazionale o culturale; è segno che dedichiamo loro poco tempo, non coltivando quella naturale vicinanza che apre tante porte, attenti a cogliere le occasioni di grazia, come Filippo con l'Etiope" (Foto cena pellegrini e incontro preti di zona)
Alla Messa di S. Andrea sottolineato il concatenamento fra salvezza, fede e predicazione: "come potranno credere se non c'è chi annunzia?" La Provvidenza assicura questo ministero, tanto più efficace quanto "chi semina nel pianto, raccoglie nella gioia".
1 Dicembre 2010 - Mercoledì - Giornata a letto con piccola influenza. Anche la malattia è un viaggio, occasione da non sprecare. I pensieri al buio sono intensi quanto quelli in piena luce. Devo esercitami in una preghiera diversa: passando gli anni diviene sempre più importante l'offerta di sè nella immobilità, nella non azione.
Leggo dal libro del Papa una profezia: "Anche in Occidente c'è un fiorire di nuove iniziative cattoliche, non disposte da una struttura, da una burocrazia. La burocrazia è consumata e stanca. Sono iniziative che nascono dal di dentro, dalla gioia dei giovani. Il Cristianesimo forse assumerà un volto nuovo, forse un aspetto culturale diverso. Il Cristianesimo non determina l'opinione pubblica mondiale, altri ne sono alla guida. E tuttavia il Cristianesimo è la forza vitale senza la quale anche le altre cose non potrebbero continuare ad esistere" (Pag 90).
Nella liturgia di oggi testo "paradisiaco" di Isaia, che proclamai la prima volta, da lettore in Seminario, durante una Messa d'avvento nel 1966: l'ansia faceva tremare gambe e voce, annebbiava la vista; notte insonne a ripassare il brano. Dopo 44 anni la situazione è di poco cambiata. Il miracolo della vocazione è proprio questo: il Signore sceglie i poveri per i poveri.
Domenica prossima mediteremo San Giovanni Battista. Viene a me da raffrontarlo alla figura del pellegrino: solitario, si nutre di quello che trova, veste di quello che capita, schivo dell'umanità e tuttavia mandato a preparare l'umanità alla venuta di Cristo; non è uno "che va incontro" alla società, ma attrae a Dio con la sua radicale alterità. "Convertitevi perchè il regno di Dio è vicino". E' parassita Giovanni Battista? Il fatto che non lavora, non educa, non serve il culto, non fa comunità ... fuori da ogni schema, libero e unico.
Il Papa dice che non bisogna pensare a Cristo come a uno "venuto", ma a colui "che deve venire".
Attualità del Battista. Signore, eccomi!
Il solo problema di oggi è quello di Dio.
Il mondo lo ha estromesso,
mentre la verità e il bene stanno nella sua Signoria.
Occorre fare la strada contraria: via tutto, Lui solo.
Lettura per intero, d'un fiato, del libro del Papa "Luce del Mondo", con quella particolare sensibilità parossistica che la malattia comporta. Sguardo generale e sapiente sui temi emergenti della chiesa e del cristiano, nella contemporeneità e nella tradizione. L'impressione finale è di grande speranza e libertà; invito alla conversione e alla azione, non per paura ma per amore. Lettura di eventi e prospettive con i criteri della ragione e della fede congiunti: è questo il carisma di Benedetto XVI, il cui vertice magisteriale è la lezione su "Gesù di Nazareth", nei suoi due libri, uno già pubblicato, l'altro a breve. Ne acquisterò una edizione tascabile, compagna dei prossimi Cammini.
Le figure di Charles de Foucauld, di Giovanni Battista, di San Paolo, di San Giacomo, San Colombano, San Francesco, San Benedetto Labre, sono più che sufficenti per fondare un progetto di ministero sacerdotale itinerante, "fuori da una burocrazia consumata e stanca", ma viva, leggera, combattiva, fedele e gioiosa, come la prospettiva indicata dal Papa.
2 Dicembre 2010 - Giovedì - Le malattie impongono una sosta e sovente segnano nel loro termine una ripresa non solo del corpo ma anche dell'anima. Così mi ritrovo il piacere di guardare avanti, al dopo Natale, alla Quaresima, Ottavario, Estate Ragazzi ... già, adesso! Pensare le cose per tempo, permette di accogliere le idee con calma, vagliarle, ordinarle e far nascere entusiasmo. E' stata mirabile l'esperienza di sguardo d'insieme venuta dalla lettura dei libri del Papa: si sente che dietro c'è competenza, fede, esperienza, sapienza del dettaglio e semplicità geniale nelle indicazioni. Lettura appassionante, mentre mi è ostica quella dei Documenti CEI, solo per una questione di linguaggio. Il titolo è bello: "Educare alla vita buona del Vangelo" programma per il decennio 2010-2020. L'ultimo che forse vivrò compiutamente; amerei allora dedicarmi seriamente alla realizzazione di un progetto. Basta col piagnisteo della inadeguatezza. Ratzinger quando fu eletto Papa pensò: "Signore, tu sai che non sono all'altezza, ma l'hai voluto tu, perciò adesso mi devi aiutare". Sapeva che il suo carisma era studiare e insegnare, ma accolse il disegno di Dio che lo voleva al governo della chiesa e noi godiamo nell'avere un Papa maestro. Profezia di Isaia, oggi nella liturgia: "E' caduta la città eccelsa ... la calpestano i piedi degli oppressi, i passi dei poveri"
3 Dicembre 2010 - Venerdì - Il tema poveri ha oggi la forma del Discorso della Montagna:"Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il Regno dei cieli". Oltre che delle anime laboriose, Gesù ama incontrare dei credenti, che non si preoccupano del domani, che vivono ogni istante alla sua presenza, pregando e facendo del bene concreto, nell'umiltà.
La malattia stenta ad andarsene; rinuncia all'incontro coi compagni di classe e riprendo in mano il libro di Benedetto XVI Gesù di Nazareth. Fede e Intelligenza esegetica. Mi rendo conto che se anche conoscessi solo Gesù, sarei il più grande teologo e pastore. Leggo i capitoli sul Battesimo e sulle Tentazioni: presenza potente dello Spirito Santo su Gesù e bisogno di "solitudine e prova" prima della vita pubblica.
4 Dicembre 2010 - Sabato - "Qui sorge però la grande domanda che ci accompagnerà per tutto questo libro: ma che cosa ha portato Gesù veramente, se non ha portato la pace nel mondo, il benessere di tutti, un mondo migliore? Che cosa ha portato?
La risposta è molto semplice: Dio. Ha portato Dio:" (Pag. 67)
E lo ha portato non con i segni radicali del profetismo, come Giovanni Battista nel deserto che mangiava locuste e vestiva di peli di cammello, ma attraverso la mite via dei poveri. I poveri come "destinatari" del dono Dio, e come "strada" per portarlo a tutta l'umanità.
Gesù non è un "assistente sociale", anche se chinato sulle pene degli uomini, offrendo il segno dei miracoli: è il rivelatore del Padre. Nei poveri si compiace di fare giustizia, offrendo il dono più grande, e la dignità di esserne a loro volta testimoni.
Il vangelo è pervaso da una mitezza, che nel Natale trova la sua massima manifestazione. Tutta la vita della chiesa e la pastorale devono essere illuminati da questa prospettive: non sforzi titanici e frustranti di rincorrere le potenze mondane: gloria, efficienza, consenso, anche nelle opere di bene. Sicuri che siamo dalla parte di un potere invincibile, per questo silenzioso e nascosto, percorriamo la via della fede. Neppure la liturgia deve angustiarci: quella di Gesù non si identifica nel fasto delle cerimonie, assai scarse negli eventi Natalizi. E neppure in un'ansia di "conoscenza" intellettuale che ha sempre un sapore mondano, pur nella sua oggettiva valenza. Tutto è secondario rispetto al vivere alla presenza di Dio, in Cristo Gesù, cui solo e totalmente va la nostra adorazione.
Ancora sul mio amore ai pellegrinaggi: hanno ben scarso valore teologale e pastorale. Solo un tenero dono della Provvidenza ad un anima un poco ferita e molto sognatrice, che in questi vagabondaggi ha trovato una formula di umana felicità, lenimento a nevrotiche paure, gioco infantile di scoperta, ma anche contesto di una preghiera straordinariamente gioiosa e grata. Motivi sufficienti per continuare a farli, fintanto chè le gambe reggono.
Come occorre guardare a Cristo e non al mondo, quale criterio di valore, così non bisogna guardare a se stessi ma agli altri, quale criterio di destinazione. Non sono qua per il mio bene, ma per il bene degli altri. "per arricchire noi, con la sua povertà" operò Gesù. Nella persuasione che così facendo, profondamente, anche se indirettamente, raggiungo il mio bene. E' la strada educativa, pastorale, della responsabilità.
Don Barsotti diceva che uno dei mali più grandi nella chiesa è "soffocare i carismi", il non lasciare fiorire i doni dello Spirito dati a ciascuno per il bene degli altri. La vita santa, umile, laboriosa dei pastori ha questa triplice finalità: aprirsi al Padre, negli eventi; allo Spirito, nei carismi; alla regalità di Cristo, nei poveri.
5 Dicembre 2010 - Domenica 2° di Avvento - giornata difficile, dentro e fuori: una mamma ritira il figlio dal catechismo. Nel dialogo, pieno di rispetto e dispiacere da parte mia, sento di avere toni "liberal" dai tratti molto mondani e caratterialmente deboli. Proprio oggi che la parola di Dio risveglia le coscienze, dicendo: "Razza di vipere!... Convertitevi! ... La scure è già alla radice degli alberi" Invece io ho detto: "Se la pensa così signora, segua la sua coscienza". Rimane vero tuttavia che nel Natale Dio ci salva attraverso la mitezza.
La salute non migliora, dispiace solo per tutte le cose da fare, trascurate. Oggi ho avuto problemi anche di "mente"; incapace di connettere i pensieri mi dicevo: "non è corretto, Signore, parlare in queste condizioni". Poi capivo il valore della liturgia e della chiesa, che si avvale delle nostre umane possibilità (molto bello l'angolo della carità preparato dai catechisti) ma le supera, giacchè una liturgia fatta in fede e povertà nulla toglie al mistero della presenza di Dio. Anzi. Questo è il fine: la presenza di Dio e di essa non possiamo dubitare.
Da influenzati si guarda anche più la tv. In pochi minuti una serie di mondi ho incontrato, cercando di leggerli alla luce della Parola. Mi ha colpito la falsità di alcuni universi intellettuali, la freschezza di certi videoclip musicali e l'impressione che la chiesa sia completamente fuori da questi linguaggi e contenuti. Condannata dunque ad essere noiosa? La tv ha grande potere sulle anime, ma chi ha il potere della tv? Anche i proprietari devono seguire il gusto del momento e sono abilissimi nel trovarlo. Quali sono le origini di questo potere del potere?
Tornano alla mente i volti dei bambini questa mattina a messa: cari catechisti, cari genitori, care suore, mettiamocela tutta, perchè quei cuori in formazione, incontrino l'amore e la verità di Dio. Dobbiamo essere semplici, ma anche sapienti, umili ed eroici. Lo Spirito Santo trasfigura l'anima, rendendola sottile, agile, acuta, penetrante, libera ...
"Un germoglio nascerà dalle sue radici, su di lui si poserà lo Spirito del Signore, Spirito di sapienza e di intelletto ...". Perchè Dio non mette su una rete di canali televisivi? Lo conoscerebbero tutti, poi farebbe presto a trovare i tasti per un grande audience. E invece continua a farsi annunciare da quell'antisociale di Giovanni Battista e a nascere in una grotta, senza digitale nè parabole. Spirito e preghiera sono le sue mirabili antenne di trasmissione.
La preghiera liturgica realizza sempre quel che pronuncia. Perciò stasera ho la certezza, in virtù della mia piccolissima lode e intercessione a favore della chiesa e della umanità, che il mistero della salvezza si realizzi. Ora. Qui.
"Cieli e terra si prostrano / dinanzi a te Signore;
tutte le creature / adorando il tuo amore".
Dio è onorato, lodato e amato. La mia piccola preghiera è strumento del fondamentale atto di giustizia, quello che dice la massima verità e da cui proviene ogni bene.
"Nell'avvento glorioso, / alla fine dei tempi
ci salvi dal nemico / la tua misericordia"
Come potrò il Signore non esaudire questa preghiera, che lui stesso ha messo sulle mie labbra? Tutto il mondo è salvo, quando preghiamo. Meditare significa pensare a Dio, ma pregare significa parlargli. Quando si parla con uno, in malo modo, lo si può anche offendere. "Dio non si offende", dite? Invece rispondo che è facilissimo, certo è una offesa diversa da quella recata all'orgoglioso, è un'offesa più delicata, intima, altruista. E' offeso dal fatto che tutto il suo amore è vanificato. Non basta dunque pregare, ma anche cercare di farlo bene.
fra 5 e 6 Dicembre 2010 - notte - la bronchite si evolve formando muco nella parta bassa delle vie aeree: difficoltà ad espellere con la tosse, specie se sdraiati. Sensazione di soffocamento, necessità di continui risvegli, alzate, per operazioni liberatorie. Riprendo in mano il libro: "Diario di un curato di campagna" di Bernanos, rileggendo con una attenzione mai sperimentata in precedenza lo straordinario dialogo fra il curato e la contessa, pagg. 127-145, contiene le famosi frasi-programma del libro: "L'inferno è non amare" "C'è disordine e disordine, ma noi sappiamo che c'è un solo ordine: quello della carità" "Un prete non presta attenzione che alla sofferenza, se è vera" "Sono proprio queste le persone che si uccidono! Il vuoto affascina coloro che non osano guardarlo in faccia, vi si buttano per paura di cadervi" "La morte è un passaggio difficile, non è fatta per teste orgogliose" " Siano benedette le colpe che lasciano in noi della vergogna" "Dio vuole che il miserabile mendichi la grandezza come tutto il resto, mentre invece essa irradia da lui a sua insaputa" " nessuno può dire alla lunga cosa può uscire da un solo cattivo pensiero" "era vissuta per anni in quella pace terribile delle anime rifiutate, che è la forma più atroce, la più incurabile, la meno umana della disperazione" "Datela a Dio la vostra vita, così come è, dategliela tutta, anche il vostro orgoglio ... le nostre pene non ci appartengono più, egli le assume, sono nel suo cuore" " Voi siete un fanciullo, che il buon Dio vi conservi tale, per sempre" "Ho peccato volontariamente contro la speranza, ogni ora del giorno, per undici anni; ma ora posso dire "mai più!" Come è dolce questa parola: grazie per la pace che mi avete dato"
Anche io pecco contro la speranza: rassegnato ad una vita cristiana e pastorale mediocre, senza attendere alcun significativo miglioramento in me e nella comunità. Rassegnazione al declino della chiesa, per l'ostinato credere che tutto dipenda da me. Il Signore suggerisce invece di credere in lui, solo in lui, collaborare con lui, obbedirgli; smetter di fare bilanci umani sulle cose, intorno alla visibilità, ai numeri, al consenso. Dio agisce veramente solo nel piccolo, nel nascosto, nella povero. E da questa umiltà-verità riprendere la strada serena della laboriosità.
Grazie Gesù di questa confessione; custodiscimi nella tua grazia. Grazie della tosse, senza la quale non avrei potuto passare questa notte di luce.
Internet è un mezzo bello che permette di condividere la grazia; può essere anche strumento di inusitata violenza, come quelli che uccidono i nemici davanti alle telecamere e poi mettono in rete l'esecuzione. Presto devo cessare l'uso di questa strada ambigua.
6 Dicembre 2010 - Lunedì - Il dono più grande che Dio ci dà è l'amore alla nostra vita. La possibilità di vivere la fede nella preghiera; la speranza nella pazienza, la carità nella azione, ma soprattutto nella sofferenza accolta e donata: carità di riparazione. Azione tanto più umana e divina quanto più è piccola e povera. Pace e Beatitudine. Prontezza a partire, prontezza a restare: a tutto "indifferenti". Solo Dio; in Lui tutto.
7 Dicembre 2010 - Martedì - S Ambrogio: grandissimo Pastore, padre dei pastori: di S Agostino, San Paolino da Nola, San Pier Crisologo, San Petronio e ... del card. Giacomo Biffi. Chiedo una briciola del suo carisma per il ministero pastorale, qui a Piumazzo. Non è risibile l'accostamento di queste grandi figure e corrispettivi universi ad una piccolissima realtà come la nostra: è proprio del Dio del Natale, manifestare se stesso nel piccolo, nel periferico, nel totalmente comune.
La riflessione di oggi, verso l' Immacolata, festa della "Pulchritudo", la lettura degli Angelus del 8 dicembre di Benedetto XVI, in cui sempre nomina la Azione Cattolica, mi ha fatto pensare di dover incoraggiare una qualche rinascita della Azione Cattolica parrocchiale, per la pastorale giovanile, corresponsabilità dei laici, impegno decennale nella educazione, "pulchritudo" come criterio di attualità. Andare ai molti attraverso i pochi, portando i laici ad interessarsi a tutta la vita della chiesa e non solo a qualche dettaglio.
Alla tv stanno trasmettendo Cenerentola, fiaba piena di simboli cristiani: salvezza del povero, rovesciamento delle sorti, trionfo dell'amore, del Principe non di meno che di Cenerentola, di Cristo non di meno che la nostra povera e bella Umanità.
8 Dicembre 2010 - Mercoledì - Solennità della Immacolata.
Notte di incubo: in sogno stavo preparando i bimbi alla Prima Comunione, ma non riuscivo a comunicare nulla; l'assemblea dei bimbi era totalmente distaccata dal tema: chi usciva dalla chiesa, chi entrava, chi faceva interventi inopportuni, noia e sbandamento generale; nessun genitore presente, anche le Suore ad un certo punto si allontanano, totale impotenza. Che significa un sogno simile, la notte prima della Immacolata? E' solo espressione di un personale stato d'animo, o "segno" di una strada da percorrere?
Ieri sera ho letto ancora pagine di Bernanos, dove il protagonista ad un certo punto ha una illuminazione tremenda: "Cosa ti prende?" mi chiede il vecchio insegnante "Perchè piangi?" "La verità è che da sempre mi ritrovo nell'Orto degli Ulivi e nel momento, sì, è strano, nel preciso momento in cui Gesù posando la mano sulla spalla di Pietro, fa questa domanda, così tenera, ingenua, inutile: "Dormite?" ...Nulla può strapparmi dal posto scelto per me dalla eternità: essere prigioniero della Santa Agonia". Per rasserenare l'animo, ho letto i bei diari di Santiago 2010 di Guido e Giovanna, ma anche questi, alla fine hanno solo accentuato il dolore. Eppure oggi è Immacolata: "Predestinati ad essere a lode della sua gloria, noi che per primi abbiamo sperato in Cristo". Fa bene all'anima ricordare la fiaba di Cenerentola.
Fa soprattutto bene accogliere la Liturgia: entrata reale di Cenerentola al ballo del Principe. Via la tristezza, la gran festa comincia.
Ore 18,30. Grazie Signore di questa bella Festa della Immacolata. Stamattina tanta gente alle messe: straordinaria presenza dei giovani e famiglie coi bambini della Scuola Materna. Anche il pomeriggio alla Provvidenza: tema: "In Maria vediamo come è una creatura senza peccato". Pur indisposto, in quella chiesa fredda e piccola sento essere a casa; dimensione che m'appartiene. Vorrei vivere là. "Fa come se fosse così" suggerisce una voce.
Forse per il malessere fisico, facilità alla irritazione e suscettibilità: la Liturgia delle Ore aiuta a correggere la nostra alterna sensibilità, umano susseguirsi di bontà e negligenza.
Foto tratta dal sito web www.holyart.it
9 Dicembre 2010 - Giovedì - Le letture di oggi sembrano autorizzare un "sentire basso di sè": "Io ti vengo in aiuto e ti tengo per mano, vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele". Tuttavia capisco che una sana umiltà, della quale l'interessato non è mai consapevole, non corrisponde a quel malato narcisismo negativo, quel disprezzo di sè, che altro non è che una ennesima scusa, la peggiore, per continuare a guardare a sè.
La lettura di Bernanos è il cibo di questi giorni, come lo è stato in molte stagioni recenti; pare che mi stia avvicinando a quella identificazione con il protagonista che vidi nel mio parroco di Castello d'Argile, don Mario Minello, sacerdote della mia vocazione. Mi colpiva questo suo amore per una storia apparentemente tristissima, in realtà ricchissima di evangelica luce e sapienza sacerdotale. Riporto un frammento che mi ha molto aiutato in questa giornata. Dialogo col vecchio curato di Torcy.
"Lavora" m'ha detto "fa delle cosucce, aspettando, giorno per giorno. Applicati bene. Ricordati lo scolaro curvo sulle sue pagine di calligrafia, con la lingua fuori. Ecco come si augura di vederci il buon Dio, quando ci abbandona alle nostre povere forze. Le cose piccole hanno l'aria da nulla, ma danno pace. Sono come i fiori dei campi, vedi. Li crediamo senza profumo e tutti insieme imbalsamano l'aria. La preghiera delle piccole cose è innocente. In ogni piccola cosa c'è un Angelo. Li preghi gli Angeli? ... e la santa Vergine la preghi?"
Ho visitato all'ospedale Iliana Leonardi, riordinato una serie di cose in ufficio, composto-stampato-esposto avvisi delle prossime settimane, dialogato fruttuosamente con Edoarda, perfino una breve passeggiata al vento e al sole. La vita riprende, grazie Gesù.
10 Dicembre 2010 - Venerdì - Non sopravvivere ma combattere. Lo Spirito Santo ci dona anima di guerrrieri: "Il Regno di Dio soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono". Una volta toccato il fondo della propria impotenza, l'anima è pronta a donarsi a Dio e lasciarsi guidare da lui per affrontare "la buona battaglia della fede". Il Gesù che nasce, è figlio di Davide, il re conquistatore e "il suo Regno non avrà fine". "Non temere vermiciattolo di Giacobbe, io ti tengo per mano ... ti rendo trebbia appuntita, per trebbiare e ridurre in polvere regni e nazioni". Il modo per combattere è obbedire al Signore nel dettaglio minimale dei nostri doveri, mantenendo alta la dignità e l'onore della nostra vocazione.
La parrocchia è il mio esercito e campo di battaglia: qui ci sono i nemici come gli alleati, le anime da conquistare e coloro da cui difendersi. Alleati sono i defunti, gli ammalati, i pazienti, i genitori, i piccoli, i poveri, chi partecipa con fede alla Messa. Nemici sono coloro che ti inducono a ragionare secondo il mondo. Compito del parroco è mantenere ferme le postazioni, perchè la battaglia non è lineare, di conquista in conquista, ma piuttosto un passaggio dalla apparente disfatta alla vittoria piena.
Matrimonio serale di Pietro e Antonella: scelta di essenzialità, coronata con una esperienza piena di affetto e amicizia. Ho detto che la vita è come un ricamo: Il Signore tesse con un filo sottilissimo e multicolore, un disegno da guardare alla fine e alla diritta, mentre nei nostri giorni lo vediamo sempre al rovescio, pieno di nodi e linee confuse.
11 Dicembre 2011 - Sabato - Giorno dedicato a Maria. La "Parola" cambia la vita, meditandola giorno per giorno. Bella testimonianza della attrice Pamela Villoresi: percorso di vita intenso, libero, umanamente pieno, approdato alla fede cristiana attraverso i grandi Santi e la Parola di Dio, "fede antica e nuova".
Ci prepariamo alla Domenica della Gioia.
E mail amareggiata di un collaboratore, per tensioni, gelosie e mancanze di rispetto in un settore della comunità; so che attraverso queste fatiche e impotenze passa la lotta di Dio e il ricamo di Dio. Tuttavia questo genere di problemi sottolineano l'importanza di una guida nella comunità: quando le persone sono lasciate a se stesse inevitabilmente si scatenano egoismi e risentimenti. La guida è colui che ricorda a tutti la ragione alta del loro stare insieme nella chiesa, attraverso indicazioni chiare e progetti concreti. Ruolo che mi costa, ma il Signore me ne ha incaricato; poi magari ci prenderò anche gusto. Disciplina dello "sguardo d'insieme". Lo chiedo come dono di Natale.
12 dicembre 2010 - Domenica - 3° di Avvento: "laetare". Continua ormai da due settimane la voce afona e soffocata, tosse, quasi un rifiuto alla parola, all'incontro. Ho usato gli antibiotici dati dal medico, i fluidificanti, le vitamine, tutte le precauzioni: nulla è servito. Comincio a sospettare la natura "spirituale" di questa malattia. Vedo tutto così inconsistente attorno a me, e me stesso per primo. Ieri dopo il matrimonio, bello in sè, mi ha colpito la trasformazione della chiesa in un salone delle feste: la gloria e la santità di Dio completamente assenti, ignorate; solo per essere attenti alle foto, che dopo un giorno nessuno guarderà più, ai coriandoli fuori dalla chiesa, che tradotti in termini di allegria e amore danno risultato zero: solo far lavorare di notte due poveri vecchi a pulire il sagrato della chiesa. E' questa la vita della parrocchia? E' questa la chiesa di Gesù Cristo? E' questo cui ho dedicato la mia vita?
"Domenica della gioia". Ma ho il sospetto che non sia quella a buon prezzo quella di cui parla la liturgia. Gioia dei poveri, gioia di Cristo, gioia dei santi.
Prima di dormire, nel mio cammino verso il Natale, ho incontrato un'altra bella figura: il prete francese che ha avuto parte non piccola nella conversione di Charles de Foucauld: l'abbè Huvelin: sua la frase sui preti: Ils ne sont pas venus à la seule place ou je pouvais ètre. "Farsi di un ecclesiastico l'idea di una persona bonariamente accondiscendente! La qualità più orribile che si possa attribuire al prete, incaricato di parlare a nome di Gesù Cristo. Il prete cerca nelle anime la speranza che resta in esse, quell'unico bisogno che Dio vi ha scavato, menre il mondo non vi scorge altro che passioni, interesse, ambizioni. Come nostro Signore è salito sulla croce, portando le loro miserie, il prete deve salire sull'altare portando le anime di tutti gli uomini. Il prete è il bene comune di tutti".
Mi chiedo quale significato abbia la coincidenza fra la Novena dei Bimbi organizzata dalla parrocchia e la Festa per il Solstizio d'inverno organizzata per i bimbi da Almo e Scuola. Mancanza di comunicazione? Diverso progetto educativo? Casualità? No, mio Dio, tutto questo accade per portare l'anima ad un livello di fede più profondo.
13 Dicembre 2010 - Santa Lucia - Notizia della morte di Piera Tabellini in Ferrari. Ha dedicata tutta la vita alla famiglia e a Dario, specialmente dopo la sua infermità agli occhi (oggi, Santa Lucia). Anima mite, ha sempre accettato tutto quello che la vita gli riservava, rispondendo con un atteggiamento di disponibilità e servizio, senza mai nulla pretendere per sè, in pace e anche letizia. Sorrideva. Ha capito che di fianco ad un uomo "forte" era adatta una anima mansueta, come lo era stato suo papà. Ringrazio molto il Signore di questa luce (Lucia) che mi ha dato attraverso Piera, sedando quella specie di ribellione interiore alla mia debolezza, che è solo superbia e disamore, cecità e indisponibilità. E' bello confrontarsi con giganti come l'abbè Huvelin, ma ancora di più ricordare la parola di Gesù: "il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui". La fede dei miti è la sola chiave che può aprire il cuore indurito di una modernità senza Dio. Grazie Piera, grazie Marilena, grazie Tomaso.
14 Dicembre 2010 - Martedì - Legittima è l'afflizione e la stanchezza, ma l'anima virtuosa cerca di combattere e costruire. Dopo l'incontro con B.A. stimolo a ributtarsi nel "cammino educativo", iniziato a settembre con i catechisti, estendendolo in modo più attento alle medie e giovani. Ciò che manca può venire, ciò che non viene si può lasciare. Nulla è indispensabile eccetto la fede. Il senso della croce non ci esime dalla lotta: S. Giovanna d'Arco. Il peccato è la chiusura e la pigrizia.
Un piccolo atto di bene conta di più di un oceano di lamento.
"Dubitare di sè non è umiltà, credo perfino che spesso sia la forma più esaltata, delirante, dell'orgoglio, una sorte di ferocia gelosa che fa rivoltare un disgraziato contro se stesso, per divorarsi. Il segreto dell'inferno deve essere in ciò" Bernanos, pag 204
15 Dicembre 2010 - Mercoledì - ... "Per tutto il tempo in cui potrò conservare il peso d'una parrocchia, cercherò, come un tempo, d'agire con prudenza. Ma infine avrò meno preoccupazione per l'avvenire, lavorerò per il presente. Questa specie di lavoro mi sembra proporzionato alla mia misura, alla mia capacità. Poichè io non riesco bene che nelle piccole cose; così spesso provato dall'inquietudine, debbo riconoscere che trionfo nelle piccole gioie." ... "Quella specie di diffidenza che avevo di me, della mia persona, si è dissipata, credo, per sempre. Questa lotta è giunta al termine. Non la capisco più. Sono riconciliato con me stesso con questa povera spoglia. Odiarsi è più facile di quanto si creda, La grazia consiste nel dimenticarsi. Ma se in me fosse morto ogni orgoglio, la grazia delle grazie sarebbe di amare umilmente se stessi, allo stesso modo di qualunque altro membro sofferente di Gesù Cristo".
Così finisce il "diario di un curato di campagna" di Bernanos. Delicata grazia di Dio di questi ultimi giorni. Un punto da cui ripartire. Il tema dei poveri è ampiamente presente in modo originalissimo e profondo. La mia povertà è la strada per accogliere le santa povertà delle anime. Capisco come la vocazione da "pellegrino" sia da vivere pienamente qui, a casa, in quella dimensione che l'opera di Bernanos e le luci di questi giorni indicano: Papa, Caffarra, il Gesù di Nazareth. Compresa la crisi, assai seria, in cui versa la pastorale; punto da cui ripartire, attenti a evitare false risposte alle prove che lo Spirito dona alla Chiesa.
Nella storia della salvezza è contemplata la situazione in cui l'anima dice: "ma ora ci hai respinto e ripudiato e i nemici hanno prevalso su di noi" Ps. 88.
Preparando il battesimo di Andrea Gollini, mi ha colpito il tema della "unicità" di ogni creatura umana: ecco un altro punto importante cui essere attenti. Così pure il rapporto con le famiglie e i giovani dalle occasioni sacramentali che già la vita pastorale ordinaria offre. Nulla è difficile per chi ha volontà di camminare. La via di Dio è ottimamente segnalata. Ultreya!
Dopo il passaggio di Paolo e Stefano in canonica per il rilievo volumetrico, mi sono vergognato del disordine della mia camera e casa. Segno di un lasciarsi andare che indica anche la direzione della ripresa: l'ordine fisico. E' arrivato il volume strenna della CRV "Vivacemente", vetrina di giovani emergenti, per progetti nella industria, arte, assistenza, didattica ... L'ho sentito come un segnale di direzione: impegnarsi a costruire "progetti" di vita cristiana, che faccia uscire la propria persona, quella degli altri e l'obiettivo da raggiungere. E' un metodo di lavoro corrispondente alla sensibilità attuale, per concretezza, coinvolgimento, delimitazione di confini. Quello che oggi non funziona è l'indefinito, l'isolato e l'astratto.
Cosa può spingere un'anima occidentale, moderna, a rifiutare il cristianesimo quale convincente risposta alla domanda religiosa, possibile in certi momenti della vita adulta, anche dopo anni di ateismo pratico? Credo che gli ostacoli siano la banalità, la non amorevolezza e una vita segnata dai vizi comuni (superbia, avarizia, gola, invidia, ira, lussuria, accidia) in coloro che dovrebbero rappresentare Dio.
16 Dicembre 2010 - Giovedì - Inizia stasera la Novena di Natale: "Al di sopra di tutte le solennità (San Francesco) celebrava con ineffabile premura il Natale del Bambino Gesù e chiamava "festa delle feste" il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato ad un seno umano. Baciava con animo avido le immagini di quelle membra infantili e la compassione del Bambino, riversandosi nel cuore, gli faceva balbettare parole di dolcezza alla maniera dei bambini". Nell'incontro del mercoledì con la CFC abbiamo ricordato anche come celebrasse la Messa di Natale don Divo Barsotti.
"Non piagnucolare ma comandare": mi colpisce questa frase sui sacerdoti, uscita dalla bocca del curato di Torcy. Il Vangelo dice: "Beati i miti perchè erediteranno la terra"; la mansuetudine è strada maestra, non ripiego per anime deboli, come diceva Nietzche. Perciò nè piagnucolare nè comandare, ma piuttosto perseverare nella via di una operosa mitezza.
Oggi 235° anniversario di Jane Austen: a scuola d'inglese il primo libro che mi misero in mano fu "Pride and Pregiudice", ieri sera leggevo in "Vivacemente" di una stilista che ha chiamato "Emma" la sua linea, in omaggio alla Austen. Cosa avrà mai da dire all'oggi questa romantica dell'800? La forza dei sentimenti e la freschezza dello sguardo sono eterni.
17 Dicembre 2010 - Venerdì - Come sono importanti le delusioni! Attraverso di esse si conosce la propria anima e si fa strada la presenza di Dio. Ieri sentivo la grandezza delle profezie di Isaia, questo amore immenso di Dio per noi, per me; ma l'anima era come impermeabile, non capiva, non accettava, quasi era indifferente. Per fortuna lo Spirito mi ha guidato e mi sono lasciato guidare alla visita dei malati, di Paola Roffia in particolare. Incontro breve, ma pieno di verità, la verità di un dolore sconfinato. Poi le mille cose di ogni giorno, i preparativi del Concerto, tutta la fibrillazione di Vincenzo per l'allestimento del "suo" Natale, le incombenze amministrative, la sistemazione della lettera-resoconto per il Cardinale e alla fine bagno in un ennesimo racconto di Cammino, come risucchiato "là dove ti porta il cuore". Al risveglio una sensazione di vuoto, di nullità, di non camminare per la mia strada. Con la consueta dolcezza, urgenza, totalità, la chiamata alla fede, al "Dio solo". "Parla o Signore, che il tuo servo ti ascolta".
Nevica. Visita agli anziani e malati, contento di camminare sulla neve vergine, lasciando l'impronta purissima di un passaggio, di lì a poco cancellato. Giorno di particolare preghiera, dono di Dio in questa Novena. Nella meditazione del "Gesù di Nazaret" di Benedetto VI e recitando i Salmi, colgo la consistenza del camminare in Dio. La "mitezza" evangelica, così natalizia, la vedo rapportata ad una vita libera dal peso dei progetti. Che non significa lasciarsi andare, ma piuttosto essere propositivi in un modo più delicato, sapiente, col curare l'ordinario, il concreto, il consueto. La parola "progetto", tipicamente moderna, suppone un primato della umana iniziativa. L'obbedienza è primato della iniziativa divina.
Un passaggio del magistero papale, confuta la tesi per cui il bene è seguire semplicemente la propria coscienza. "E se la coscienza ti dice di uccidere, può ancora considerarsi un bene?". Dai fatti, dalla incapacità degli uomini di oggi di gestire la complessità - non tecnicamente ma moralmente - si capisce Cristo come unico Salvatore, Re universale di giustizia e di pace. Con questo gelo penso ai senza casa, a chi non ha dove ripararsi. Come creare una società solidale, nei bisogni primari? Mai come in questi tempi, di ingiustizia crescente, c'è bisogno di ethos e quindi di Cristo: eppure così combattuto, così ignorato! Riprendere convinto il proprio servizio in cura d'anime, persuaso che seminare la fede cristiana è il maggior servizio al mondo. (nel momento in cui all'altare affido tutto a Cristo, tutto, in quel momento, è salvato da Cristo). Unendo la pace mite del lavoro manuale: riordino, semplice organizzazione, amministrazione, servizio canonico. Ho letto due racconti di Catherine Manshfield: Rivelazioni e Bagno d'aria: squarcio sulla stupidità umana. Eppure per questa umanità, guardata senza illusione, Cristo è nato e ha offerto se stesso.
Hanno fatto il funerale di Giuseppe Zagnoni senza venire in chiesa.
Era un uomo buonissimo e rispettoso, anche verso la chiesa, i sacerdoti e tutti i compaesani. Interpreto la sua scelta più che per coerenza ideologica - il che può anche essere - come una specie di sottile sfiducia, una sorta di nihilismo popolare, di distacco, molto diffuso a Piumazzo, specialmente fra le persone oneste, buone e laboriose.
18 Dicembre 2010 - Sabato - La neve e il freddo creeranno grandi problemi alle nostre celebrazioni prenatalizie: dopo scuola, lavoro e spese, la gente si chiuderà in casa, al caldo, davanti alla televisione. Bisogna aiutare le famiglie ad una vita di preghiera in casa. Ecco un "progetto" che avrebbe senso. In questo anno per la famiglia e le vocazioni. Perchè non sia un'idea senza anima, occorre alzare in noi sacerdoti, catechisti, suore, la temperatura della personale conoscenza di Cristo e la cura di un rapporto vivo con lui. Cristo non è un'idea, ma una presenza. Sono molto contento dell'"innamoramento di Cristo" che mi trasmette la meditazione del libro del Papa. Ci ho speso sopra le ultime ore della serata e - come si conviene ad ogni amore - ci spendo volentieri le prime ore del mattino. Tutto il resto mi sembra così remoto, inutile, fuorviante. Grazie Signore Gesù di questo nuovo giorno. Se ti va, fammi passare la tosse.
19 Dicembre 2010 - Domenica - protagonista della 4° domenica di Avvento è S. Giuseppe "Uomo giusto": si abbandona al disegno di Dio. Crede alla propria dignità e non si lascia scoraggiare dalle apparenze. Crede all' opera di Dio chiara e delicata. Crede al suo cuore, che ama Maria e la vuole proteggere e custodire. Crede alle profezie, che confermano il suo cuore. Crede al valore della preghiera rappresentata dal sogno. Crede al valore della vita pratica, le azioni piccole e concrete che danno pace all'uomo e accolgono Dio.
Non sono ancora a posto ... " che importa, tutto è grazia".
20 Dicembre 2010 - Lunedì - Bella la giornata di ieri: le messe irradiate da "nostalgia di innocenza" ispirata da S. Giuseppe e dal testo del Salmo: "chi salirà il monte del Signore? Chi ha mani innocenti e cuore puro". Ciò che amo di più e unicamente è la santità. Mi è venuto in mente il testo di Rosmini e non ho potuto non leggerlo alla fine delle omelie: "Ritenete il gran pensiero che la santità consiste nel gusto di essere contraddetto e umiliato a torto o a ragione; nel gusto di obbedire; nel gusto di aspettare con grande pace; nell'essere indifferente a tutto ciò che piace ai superiori e veramente senza volontà; nel riconoscere i benefici che si ricevono e la propria indegnità; nell'avere una gratitudine grande, nel rispetto delle altrui persone e specialmente dei ministri di Dio; nella carità sincera, tranquillità, rassegnazione, dolcezza, desiderio di fare del bene a tutti e laboriosità". E' un testo che richiede qualche spiegazione, un giorno la darò. Al pomeriggio rappresentazione di Natale coi bimbi e genitori della Scuola Materna in Teatro, poi grande Concerto in Chiesa, col Coro e i Piccoli Cantori. Tutto ben riuscito. Maria Grazia contenta, Lauro e Teresa, incontrati più tardi, erano compiaciuti, e-mail di Paolo Zappacosta rilassata e soddisfatta. A sera recita del rosario sulla salma di Luigi Monduzzi. Non sento contrasto fra la festa del pomeriggio e la mestizia della sera. Nel silenzio raccolto l'anima si sente particolarmente a casa. Sono proprio un pellegrino, che nel suo viaggio incontra di tutto: feste e risate, lutti e lacrime e tutto vive con intensità, leggerezza, amore, vicino a tutti, libero da tutti, perchè altrove ha la sua dimora. Alla sera ascolto la canzone "Io vagabondo" cantata da Augusto dei Nomadi; la trovo mia, bellissima, piena di fede ... "Ma lassù mi è rimasto Dio!"
" Il fuoco di un camino
non è caldo come il sole del mattino "
La Parola di Dio oggi invita a chiedere "un segno". Così ho fatto nella preghiera. La "Novena di Natale" coi bimbi mi è parso il segno richiesto. Oltre alla buona partecipazione numerica, soprattutto è stato bello il clima, festoso, attento e partecipe. E' stato meraviglioso vedere i ragazzi delle medie che gestivano il gioco coi piccoli, i giovani che facevano la catechesi, alcune parole "speciali" uscite bene, i genitori presenti non solo come accompagnatori ma "ammiratori", le suore serene e attive. Gisella ad un certo punto si è voltata verso di me e ha detto: "Adesso lei non deve avere più timore di nulla".
21 Dicembre 2010 - martedì - Gesù, la tua Natività è ormai vicina. Ti ringrazio di questo viaggio verso di te, anche se è stato duro. Del resto dicembre per me è sempre stato un mese faticoso, pieno di stanchezze, dispersioni. Ultimamente ho toccato vertici di smarrimento da lasciare veramente preoccupati. Che la tua Natività segni l'inizio di un "sole che sorge". Oggi è la notte più lunga dell'anno, il buio massimo da cui risalire. Ieri sera alle confessioni comunitarie a Castelfranco sono rimasto toccato dal dono di don Stefano: "un sostegno nuca gonfiabile" in vista dei viaggi di avvicinamento ai miei cammini. Conosce i miei sogni e mi incoraggia a viverli. Così salutando don Remigio, vedendolo cenare solo, alle 23,30, ho provato una grande pena e compreso quale sorte tocchi ad un sacerdote in cura d'anime. Ma la buona sensazione parte specialmente dalla esperienza di Cristo, comunicata dal libro di Benedetto XVI, e l'esempio che mi danno le suore, i catechisti, i genitori, i giovani, i collaboratori, di dedizione agli altri nel nome del Signore e nell'appartenenza alla Chiesa. Gesù Bambino, rimettimi in riga, ridonami energia di servizio, cura dell'ordine, gioia di vocazione, chiarezza di visione, amore. Ecco, Gesù, ti ho già fatto la lista dei doni di Natale!
Ore 14,30: dopo l'incontro del martedì coi preti. "Quello che manca è una mente pensante, una direzione, un progetto. Ora gestiamo l'esistente, curiamo quelli che vengono, non ci muoviamo più ... una chiesa che non sia missionaria, non proiettata in avanti, propositiva, non è ... è normale che i giovani se ne vadano". Parlavamo della Azione Cattolica, ma vale per tutto. Che questo Natale segni l'inizio di un nuovo cammino di chiesa, anche da noi: "per formare un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone".
Ore 17,30 dopo l' incontro preparato in teatro per le medie: "Standoti vicino, ho incominciato a guardare la parrocchia come la guardi tu; e la vedo bella, perchè tu la vedi bella".
"L'educazione è un viaggio, nel quale ti metti in gioco, condividendo con gli altri ciò in cui credi. La presenza degli altri ti smuove, ti fa crescere e dona consistenza al tuo cammino. In gioco non sono mai valori compiuti, posseduti, ma piuttosto delle mete, delle luci che vorresti vivere. E' un viaggio senza fine. La differenza fra psicologia ed educazione è che la prima dice: "partendo di qui la conseguenza è questa", l'educazione invece spezza questa necessità, si sforza di cambiare la direzione, in meglio. Gesù Cristo è il vero educatore perchè assume pienamente l'uomo così come è, viaggia con lui, e alla fine dà una svolta di salvezza ad un percorso il cui esito naturale sarebbe la rovina. Con l'amore. La strada della educazione è l'amore. Importante è capire cosa ci muove, dove siamo, ciò in cui crediamo, o vorremmo credere. Se uno ha chiaro dove sta il suo cuore, mille idee sorgono per la condivisione. Il tuo amore è Dio: allora amalo fino in fondo e non preoccuparti di insegnarlo, non servirà a nulla; vivilo piuttosto e questo amore s'irradierà".
Ore 21 dopo messa: "una voce, il mio diletto! Viene saltando fra i monti come un cerbiatto"
"E' finito l'inverno ... alzati amica mia, mia bella! Vieni, come una colomba ..."
22 Dicembre 2010 - Mercoledì - Il Dio "cerbiatto"! Suggestione molto bella, di una presenza gentile, che si mostra e si nasconde; umile, agile, attenta, libera. Il testo di Isaia dell'Ufficio, unisce i due temi della fecondità e povertà: "Chi mi ha generato costoro? Io ero priva di figli e sterile: questi chi li ha allevati? Ecco, ero rimasta sola, e costoro dove erano? ... Riporteranno i tuoi figli in braccio e le tue figlie sulle spalle" Is. 49,18. La fecondità educativa è dunque una promessa. Nostra missione è lavorare con fede, nella apparente sterilità e privazione. "Con Dio noi faremo cose grandi" Ps. 107: bel titolo di un progetto giovani.
Leggo nei giornali di quel cingalese assiderato a Milano, nel freddo di questi giorni. E' il quinto morto di freddo in una settimana. Mi sento partecipe di quella sorte, dei senza-casa, e senza nessuno che neppure cerchi il loro corpo. La città di Milano ha organizzato - si dice - posti di ricovero notturno, al caldo, per 1500 senza-dimora, ma lo smarrimento, la paura sono tali, che qualcuno rimane escluso. Nel libro "Le ceneri di Angela", leggo storia terribile di povertà e critica alla durezza dei preti cattolici. Eppure se quella famiglia è riuscita a tirare avanti è per la S. Vincenzo. Il sostegno va unito alla amorevolezza, ma con la fame ci vuole innanzitutto cibo e col freddo riparo. Le civiltà antiche abbandonavano i deboli, come fa la natura del resto; è la fede in Dio-uomo, nel Natale, che ha portato nel mondo la pietà e la dignità dei miseri.
Ciascuno è ciò di cui si prende cura. Noi a chi ci dedichiamo, chi proteggiamo, chi facciamo crescere? Spaventato dalla quantità di persone cui dovrei dedicarmi - col rischio poi di non dedicarmi a nessuno - il pensiero del Natale offre un singolare suggerimento. Gesù si è fatto piccolo perchè ci occupassimo di lui ... e i nostri Pastori non dipendono da noi per la responsabilità che portano? Mi dedicherò dunque al Vescovo e al Papa, prospettiva che libera anche da una cattiva ansia sul "che cosa fare"; fai quello che essi ti indicano, prenditi cura del loro sacerdozio; essi garantiranno il tuo. Ho letto il messaggio Natalizio di Benedetto XVI alla Curia romana: recupero della penitenza e santità sacerdotale. "Di tanta rovina siamo responsabili noi ecclesiastici, che "insudiciamo" la veste e il volto della chiesa". Così dice.
23 Dicembre 2010 - Giovedì - "Dio perdona tante cose, per un solo atto di misericordia". Il viaggio sta per concludersi. Signore fa che non sia una conclusione banale. Tutto ciò che hai promesso e che la nostra anima attende possa arrivare. Immensità della luce, piccolezza dei passi. Preghiera, cammino, grazia. Vado a confessarmi. Chiedo al Signore carità pastorale.
Per una mia sbadataggine un'auto in corsa mi strappa la targa. Avrebbe potuto essere un incidente grave, invece solo danno minimo; benedetto. Per esso ho due incontri bellissimi, con don Ubaldo e poi con Franchini della carrozzeria. In mezzo alla polvere della sua officina, grazie alle sue mani abili e buon cuore, una luce sul Natale mi si illumina: le novità che Gesù ha portato al mondo sono tre: la pietà, l'universalità e la santità del quotidiano. In antico c'era la poesia del quotidiano (Virgilio), la possibilità di umani eroismi (Omero), la strada di un superamento (Induismo), ma solo Gesù ha dato consistenza divina al quotidiano umano. Conversione non vuole dire diventare diversi, ma amare serenamente ciò che "è".
E' finita la Novena dei Bambini. Grande dono di questo anno in preparazione al Natale. Oggi eravamo in meno, la scuola è finita, questo ha dato un valore aggiunto ai presenti. Fedeli e attivi i ragazzi delle Medie e Superiori. Nel vedere la loro gioia a servire i piccoli, penso alla occasione perduta questa estate, per il Campus Stelle che non ho saputo gestire, disperdendo tante disponibilità giovanili, forse mortificate per sempre.
Davanti a me stava Alice, una bimba graziosa e timida; guardandola ho capito che non tutti sono fatti per gestire, guidare, animare. Ho capito anche che in fondo è chiesto a ciascuno di dare quello che ha, di cui è capace. Non dobbiamo sforzarci verso l'impossibile, ma evitare di disperdere energie in progetti vani e nell'egoismo. Noi siamo sempre occupati in qualcosa: avere il coraggio di sospendere, quando ci è chiesto il piccolo servizio di cui siamo capaci. Obbedienza e rinuncia sono le strade di una vita serena e utile.
24 Dicembre 2010 - Venerdì - Santa Notte
Stavo chiedendo la solita cosa, presentando al Signore il solito sogno, quando leggo:
"Lo avvolse in bende e lo depose nella mangiatoia, perchè non c'era posto nell'alloggio".
Appena nato Gesù viene come legato. Quel gesto di protezione e cura, diventa una sorte di vincolo: la sua libertà come preclusa, impedita, offerta. Così il nostro anelito alla libertà in una vita d'amore, si specchia in questa "fasciatura", impossibilità di movimento, dolce ma bloccante. Per chi è genitore, catechista, prete, suora, lavoratore, e sente pesare il proprio legame, si ricordi delle fasce di Gesù Bambino, che lo avvicinano a Maria, Giuseppe e a tutta l'umanità, verso la quale Cristo ti chiama, per essere "cibo" di vita. Buon Natale
25 Dicembre 2010 - Sabato - Notte di Natale stupenda: chiesa piena, volti assorti, silenzio d'attesa, canti, parole e gesti vibrati di senso. Tutto bellissimo: grazie Gesù.
"I pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino nella mangiatoia". Questa sollecitudine mi muove ad alzarmi presto e andare ... dove? Apro la chiesa che è ancora buio, accendo il riscaldamento e parto per la solita passeggiata. Fa caldo, cielo saturo di umidità. Raccolgo cartacce davanti alla chiesa e ripenso a quella folla di giovani schiamazzanti da Freccia la notte di Natale. Penso al mio sogno di vagabondo: come staranno i miei amici senza casa, senza famiglia? Come sarà il loro giorno, dopo la notte della natività? Troveranno ancora un sorriso, una chiesa aperta, sollievo al lor vagare?
"I pastori se ne tornarono, lodando Dio per tutto quello che avevano visto e udito". La loro esperienza diventa incarico. Il Natale finisce nella missione, con naturalezza, semplicità, piccolezza. Ne raccolgono i termini: GLORIA, PAROLA, GESU, RIFIUTO, RINASCITA.
1. "La gloria del Signore li avvolse di luce" "Noi vedemmo la sua gloria, pieno di grazia e di verità" All'inizio e alla fine della missione c'è una esperienza di gloria, una pienezza ricevuta e sperimentata che traspare dal cuore, dalla voce, dai pensieri, gesti, movimenti.
2. "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio" Tutto parte da quel modo di irradiare divino che è la "parola"; comunicazione, insegnamento, rivelazione.
3. "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" " Dio nessuno l'ha mai visto proprio il Figlio unigenito ce lo ha rivelato". Al centro la persona di Gesù.
4. " La luce venne nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta," " Venne fra la sua gente ma il mondo non lo ha riconosciuto" . L'esperienza del rifiuto non è un incidente, per colpa nostra o della gente, ma mistero di grazia, fisiologico al cammino.
5. "A quanti lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio ... perchè da Dio sono stati generati". Anno dopo anno, epoca dopo epoca, il fluire del mondo è passare "di generazione in generazione". Valore della vita, dell'umano nascere e crescere, dei sacramenti, particolarmente quelli "generativi".
Il Natale ci riporta alla vita umana normale, a ributtarci dolcemente nel fluire del servizio, consapevoli che c'è del santo nella vita e dell'eterno all'orizzonte. Buon Anno 2011