Diario dal 31/12/2010
31 Dicembre 2010 - ore 17,00 - Primi Vespri S. Maria Madre di Dio.
Ore 16,30. Grazie Gesù di questo anno 2010. E' stato l'anno della Missione Parrocchiale; del Cammino Educativo e impegno per il catechismo; dell'inizio Caritas Parrocchiale; della Casa B.V. delle Grazie e visita del Cardinale la Vigilia delle Palme; l'anno del Giubileo Compostellano, col cammino di Monica e decisione di un Cammino comunitario; l'anno dei giovani che si preparano per Madrid, dell'arrivo di Suor Emma e suor Pavana, della Preghiera per le vocazioni, del Corso Ministeri frequentato da Stefano Tampieri, dell' inizio decennio sul Progetto Educativo.
Effondi, Signore, benedizione su tutti gli uomini, chiamati ad essere tuoi Figli. Dona a me e alla parrocchia di Piumazzo capacità di amare, con la gamma materna della protezione, possesso, gelosia, e la gamma paterna della stima, accompagnamento e coraggio.
Ore 19,00. Mentre celebro, durante la consacrazione, "sento" timbro di voce troppo "umana". Per superare questo livello, che è la dimensione naturale, occorre lasciar spazio alle "demolizioni della nostra umanità" attraverso tutte le difficoltà che incontriamo, botte al nostro "io". Stasera è stata dono, l'umiliazione ad avere dimenticato la Adorazione Eucaristica, il foglio del Te Deum, la organizzazione del servizio Canto.
Recitando Vespri, penso che aumenterà la cura alla liturgia, particolarmente delle Ore, nella misura in cui aumenterà la dimensione relazionale del nostro sentire e agire: la "apertura all'altro" che la Tua grazia, Signore, continuamente addita. Volendo condividere il meglio con gli altri, viene da sè la ricerca della liturgia.
Il disegno sopra riportato dice un contesto di intimità. Sono contento di passare questa notte in una solitudine comunicativa, con Dio e con le anime della comunità. Per tre volte ho fatto visita oggi al camposanto, anche i defunti sono presenti. Passerò la sera fra preghiere e altri riti relazionali; ringrazio il Signore della cena coi miei "vecchi", Misaele e Adriana, con cotechino e tortelloni con la zucca - buonissimi - e della saggezza di non aver esagerato; ringrazio degli auguri che arrivano e ricambio. Come è bello questo rito: per strada chiunque incontri dice Buon Anno e tu rispondi contento Buon Anno! Recita speciale del Te Deum e Rosario in chiesa per tutti quelli che iniziano ora le feste e per quelli che non riescono, perchè anziani e malati. Anzi, faccio subito una capatina in ospedale, a salutare Legnani Maria Rita, Leonardi Liliana, Renata Selmi.
Ore 21,15. I reparti chiudono alle 20,30; l'essere parroco non è stato sufficiente a passare. M'illudevo, ricordando quando ero cappellano d'ospedale, ma è diverso. Ricordo quella notte dell'ultimo dell'anno, a Pieve di Cento, passata accanto ad una signora cinquantenne, di Imola, grave. I medici e infermieri erano presi dal loro veglione in guardiola, non ne facevo loro colpa ... Rimanemmo vicini tutta la notte; in mezzo a lunghe pause, parlammo di musica, libri ... e amarezza per la figlia che non veniva mai a trovarla. La mattina dopo morì.
Ore 22,45. Il rosario recitato in chiesa, privo di alcun pensiero, ha il giubilo dei rosari nel cammino. Non riesco neppure a formulare intenzione: per la parrocchia, per le vocazioni ... solo letizia, allo stato puro. Ho recitato prima il Te Deum, attento al testo. Dalla ricerca, scopro che l'attribuzione è data ora a Cipriano di Cartagine, ora ad Ambrogio, o Agostino d'Ippona, ma più propriamente è di Niceta. Inno possente di lode e ringraziamento, che la tradizione liturgica riserva all'ultimo giorno dell'anno, rigorosamente in canto. Perfino anticlericali, come Napoleone o Garibaldi, erano soggiogati da questo brano gregoriano, da esigerlo nei loro trionfi. Lode al Padre, e poi al Figlio, con lo stile dei Prefazi eucaristici. Bellissime le versioni sinfoniche di Mozart e Berlioz e quella moderna "leggera" dei Neocatecumenali. Sarebbe bello che Paolo imparasse anche il Preludio al Te Deum di Charpentier, popolarmente conosciuta come "sigla di RAI Mondovisione".
Torno al rosario e alla adorazione: hanno per me il ritmo della danza, dei valzer. L'ultima dell'anno è la notte degli innamorati. Cè qualcosa di vitalistico, promesse per il futuro, in queste ore di passaggio: chi vive la giovanile stagione, o la ama ricordare, ne sente tutta l'attrazione. Credo che l'innamoramento possa durare sempre; ovvero un amore vissuto con entusiasmo, pienezza, felicità; specialmente se celebrato nel sacramento e coltivato in una vita donata. Buon Anno agli innamorati e a tutti; tutti hanno diritto di vivere da innamorati.
Ore 24,00 I fuochi artificiali questo anno a Piumazzo sono più abbondanti e fragorosi del solito; mi pare una atmosfera di gioia composta, tranquilla, sincera. Grazie Gesù del nuovo anno e di come ci hai fatto arrivare. Dicono che come si vivono i primi istanti, così sarà tutto il seguito. Ho brindato col babbo e la mamma, una "trinità" surreale: Adriana già a letto, coi bigodini e ciappetti, Misaele sepolto nel plaid; eppure sono il mio Dio, il Dio presente in chi ho accanto, e sono contento di brindare insieme. In chiesa, sosta davanti al Santissimo per una preghiera muta, di sola presenza e sguardo; il volto di Gesù pareva uscire dal Tabernacolo: sulla porticina c'è una croce dorata, fissa sul monte dai sette fiumi. Nella penombra l'insieme dà le sembianze di un viso: i due bracci della croce sono il naso e gli occhi, il colle argentato la bocca e il mento, le tendine del tabernacolo come i capelli. Grazie Gesù di questo piccolo, ingenuo "segno". E' bello sapere che ci sei, anche un sentimentale come me ama il tuo austero mistero. Saluto Gesù Bambino; con le sue braccine aperte mi mette più a mio agio: caro Dio, gli abbracci li so dare, se questo ti basta siamo a posto. Buon Anno. Domani mi aspetta la benedizione al tuo popolo: bisogna che sia in forma. Notte
1 Gennaio 2011 - Sabato - S. Maria Madre di Dio - Giornata della Pace -
Ore 8,00. La prima preghiera che chiedo "permesso" di dire è la "Preghiera del Pellegrino". Il seguito è più canonico: sequenza allo Spirito Santo; le 4 Preghiere CFD: Ascolta Israele, Padre Nostro, Invocazioni all'Altissimo di S. Francesco, Beatitudini. M'ispira aggiungere l'invocazione di Salomone, per chiedere la Sapienza: "Dio dei Padri e Signore di Misericordia ..." in vista dell'impegno pastorale, di governo ed educativo. Poi Inno Akatistos alla Vergine, essendo una festa dedicata a Maria:
" ... Ave, un pascolo ameno tu fai germogliare,
Ave, magnifica pianta che nutri i fedeli,
Ave, Tu dei pescatori riempi le reti ... "
Ufficio di Lettura, Lodi, rosario andando al cimitero a dare il Buon Anno ai defunti.
Mi chiedo quale obiettivo principale in questo 2011: l'intenzione vocazionale è troppo dettagliata; seguire la proposta Mauri per un segno di unità nel paese è troppo generico; anno dell'ordine e della pulizia - avendone bisogno - è troppo personale, ... vedrò, cammin facendo. Ieri, consideravo di collegare alla Pentecoste l'intenzione vocazionale da affidare ai giovani, così la Festa "Ogni uomo è mio fratello"; poi collegare a San Giacomo l'iniziativa di Mauri. Oggi comunque è giorno di festa, pace e preghiera: niente lavoro.
Ore 12,00. Bella Messa delle 10,00, non pienissima ma con un bel clima. Mancando Fernando, Suor Flora e Suor Emma, con Lorenza e Elsa, si costituiscono in Coro con un effetto riuscito. Saluti affettuosi alla fine con tutti, particolarmente a suor Theresa che parte per l'India. Visita all'Ospedale di Maria Rita, molto sorpresa e contenta del saluto, così le compagne di stanza: allegri gli auguri a infermieri e chiunque s'incontra. Tornando, con gas e radio a tutto volume sui walzer di Strauss - mi pare d'essere in moto - viene in mente Uggi, il giovane motociclista ... curvo l'auto, dirigendola verso la sua famiglia a San Cesario. Mamma ha le lacrime agli occhi, perchè appena tornata dal cimitero; le dico che non deve piangere, che Uggi la vuole contenta e affettuosa, con Giuseppe e Valentina. Visita anche a Lorenza e Marilena: primo capodanno senza Mauro. Passo davanti a Villa Bassi, telefono ad Adelia: "Siamo a Canazei, qui c'è un gran sole, Giovanni è fuori a sciare, grazie moltissimo degli auguri". Penso a Monica e Claudio, da tanto tempo non li vedo ... Come fare a ricordare meglio gli eventi e le persone? Idea di riprendere il Cronicon, diverso da questo diario, per maggior sobrietà e oggettiva attenzione a fatti e persone.
Alle 14,30 viene la Madre Generale delle Minime ad annunciare chi sarà la nuova Madre Superiora della Comunità di Piumazzo. A Suor Riccarda ho detto di cantare l'Alleluia, esultare per l'alleggerimento, approfittarne per vivere felice, facendo tutto quello che si sente e nel sapere di essere colonna, solo con la presenza. Grata del bene che ha potuto fare a Piumazzo: nuove occasioni non mancheranno. Il suo nuovo incarico è "tenere alta la gioia".
Suor Pavana è la nuova Madre Superiora della Comunità di Piumazzo. Tanti parrocchiani vanno a farle gli auguri. E' giovane e brava: occorre capire cosa il Signore voglia dirci con questo incarico, cosa può l'India donare a Piumazzo e viceversa.
Ore 19,00 Bella la Messa della Pace. All'inizio poca gente, poi piano piano si è riempita la chiesa. Qualità dalla presenza di Lauro e Teresa nel canto. Tuttavia le famiglie giovani, i bambini, sono assenti il primo giorno dell'anno; obiettivo pastorale: introdurli nella ricchezza di questi giorni. Leggo alla messa passaggi del Messaggio per la pace del Papa; la persecuzione è segno degli "ultimi tempi", sigillo di autenticità. Il Papa non la presenta in chiave eroica, nè vittimistica, ma sotto la luce di una ragione illuminata: la mancanza di libertà religiosa è contraria alla dignità dell'uomo; laicismo e fondamentalismo sono facce opposte della stessa medaglia.
La presenza di Fiorino all'altare è ammirevole, ma la sua età avanzata fa pensare che presto potrebbe venire meno il suo servizio; come faremo? Questo problema mi ha suggerito che una direzione del cammino, un obiettivo dell'anno, potrebbe essere la cura del culto divino, inizio e fine della vita della chiesa. Stefano ha espresso ammirazione per una liturgia curata anche nell'aspetto "scenico": movimenti, posizioni, abiti. Mi ha pure accennato al suo amore per Giovanni Guareschi, la casa a Cervia, sintonia della sua anima col miglior Santunione: valore profondo del "mondo piccolo". Stasera riprenderò in mano qualche sua pagina.
ore 22,00. Cerco in youtube qualche documento d'epoca su Giovannino Guareschi e mi imbatto in un gioiello: il film "La Rabbia" scritto a due mani, da Guareschi e Pasolini, in totale "copertura" reciproca - nessuno dei due sapeva come l'altro sviluppasse il lavoro - uniti solo dalla reciproca stima, intelligenza e sincerità. Trascrivo la finale di Guareschi: "Nel nostro cielo di uomini all'antica non navigano Sputnik e missili ma le ombre dei nostri morti. Vecchi morti, buoni tuttalpiù ad offrire spunti a film comici; morti ingombranti, morti da dimenticare. Fratelli morti! Hanno arato la terra in cui eravate sepolti e oggi sulle vostra ossa cresce il grano, ma non hanno cancellato il ricordo del vostro eroismo e del vostro martirio. E' qui, su questo vecchio pianeta il Figlio di Dio ha voluto nascere, soffrire e morire come uomo. Qui sono il nostro passato e il nostro avvenire, qui, e non sulla luna, occorre cercare la soluzione ai nostri problemi. Fratelli morti, voi ci indicate di lassù la strada giusta, che è quella del dovere e del sacrificio e ci aiuterete a risolvere il problema più urgente, ci aiuterete a ritrovare noi stessi e la fede nell'avvenire; perchè nonostante Mao, Krusciok e gli altri guai, vale ancora la pena viverci su questo pianeta. Una fiamma scalda ancora il nostro vecchio cuore di terrestri, e in noi è ancora più forte la speranza che la paura, grazie a Dio"
Questo testo - unito a quello subito precedente, che per spazio non ho trascritto, sulla angoscia che diviene frenesia - m'invita a credere al bisogno una ritrovata pratica religiosa per sanare tutto: famiglia, società, e vivere una vita felice.
2 Gennaio 2011 - Domenica - E' troppo piccolo "un progetto" per quel bisogno e quella possibilità che corrisponde alla grazia di Dio. Fare la volontà di Dio, in modo tanto piccolo, semplice, quotidiano, quanto grande, eroico, divino, con aspettative infinite. Dobbiamo vigilare che, quanto immenso può essere il desiderio, tanto più il minimo peccato può ostacolare la grazia. Sia il diavolo, o la nostra cattiva volontà, la tensione fra luce e tenebra, bene e male, combatte ogni istante, dentro e fuori di noi, in quel arcano campo di battaglia che è la nostra piccolissima vita quotidiana. Cercare di portare Dio nel mondo, attraverso una accoglienza intima e altrettanto in una opera ad extra, umilissima quanto diligente, secondo le leggi dello Spirito. Giornata questa tutta dedicata alla invocazione alla Sapienza, allo Spirito Santo, alla Purezza, nella strada della penitenza. Battezzerò Aurora e Davide: la preghiera, una celebrazione ardente, trasformi un gesto di routine in avvenimento di grazia.
La parola purezza mi ha fatto venire in mente il film, toccante e tristissimo, Au Hasard Balthazar di Bresson. Una meditazione per immagini, purissima anche nella forma. La cattiveria umana vista con gli occhi innocenti di un asinello, che passando da padrone a padrone, tutto vede, tutto subisce, tutto sopporta, fino ad una morte avvolta nel silenzio, circondata da simbolico gregge:"Agnello di Dio".
Ore 20,15. Giornata piena; consapevolezza della difficoltà a calare in una espressione semplice e comunicativa il vangelo altissimo di oggi. Improvvisamente la chiave mi è data, non senza la complicità di Giovannino Guareschi, nella frase:"la santità è famigliare". Sono particolarmente compreso alla messa delle 9,30; più stanco e ripetitivo alle 11,00. Normale per me l'incapacità a ripetere due volte, in modo intensamente uguale, una medesima intuizione. Ma sono sereno e contento lo stesso, nel condividere coi fedeli la percezione che la relazione d'amore domestica, ha le vertigini della mistica.
Pranzo con Pietro e Elisa. Battesimo alle 15,30. La sproporzione fra la grazia di Dio e la nostra corrispondenza, non la sento più uno scandalo, ma una realtà commovente. M'aspettavo un battesimo di routine, invece è bello, nei segni e nella partecipazione.
Dopo una camminata, nella suggestione del tramonto, m'assale una malinconia profonda, propria delle serate che seguono un lavoro ben riuscito, dove stanchezza fisica s'unisce a quel perenne senso d'incompiuto e voglia di lasciarsi andare, alla parte più buia del proprio corpo e anima. M'aiuta "custodire tutto nel cuore" e credere che si costruisce nonostante e nel vuoto emotivo. Volontà di trasformare le parole difficili del mattino in ali d'adorazione "nel quieto silenzio che avvolge ogni cosa".
3 gennaio 2011 - Lunedì - Dal Diario di S. Faustina: "Gesù si mise accanto a me e disse: "Ti concedo eterno amore, affinchè la tua purezza sia intatta ed a conferma che non andrai mai soggetta a tentazioni impure". Gesù si slacciò la cintura d'ora che aveva e con quella cinse i miei fianchi. Da quel momento non ho provato più alcun turbamento contrario alla virtù, nè nel cuore, nè nella mente. Compresi in seguito che questa è una delle più grandi grazie, che mi aveva ottenuta la Santissima Vergine Maria, dato che per questa grazia l'avevo pregata per molti anni. Da allora è aumentata molto la mia devozione per la Madre di Dio". (pag. 23)
Ore 14,45. Scrivo seduto per terra sull'argine, davanti a S. Maria in Strada, dalla parte opposto del Samoggia. Alla Provvidenza ho visto, presagio di primavera, gemme spuntare dai cespugli. Dopo il bar Avana di Ponte Samoggia, ai bordi della strada verso la Stazione, l'erba rasa di velluto verde e l'acqua limpida del torrente muovono desideri di sosta, ma non ci sono panchine. Leggo su iPad le letture del giorno, il brano della prima Corinzi, la Liturgia delle Ore. Mi inquieta il "troppo" che c'è su questo apparecchio. Mi va di usarlo in continuazione, perfino per una ricerca sul simbolismo dell'edera, mosso dallo stupore per le sue belle foglie: "fedeltà, vitalità, umiltà; anche simbolo trinitario, per triplice ramificazione delle sue venature". Il cielo sereno, l'aria fredda, rendono gioioso il cammino verdo le Budrie. Stamane riunione all' Asilo, serena, produttiva in vista dell' estate. Tomaso è energico, i collaboratori uniti. Camminando ispirato dal Battista invoco lo Spirito Santo:"Colui sul quale ho visto scendere lo Spirito, vi battezzerà in Spirito" . Quale è il dono dello Spirito oggi per noi ? La lettura Corinti, al cap 7, parla della purezza del corpo ... anche stamane la meditazione ha incrociato lo stesso tema. Cos'è la purezza? Perché è così importante l'offerta del nostro corpo a Gesù? I fili d erba ondeggiano di fianco a me, la luce del sole li colora di riflessi dorati, nello splendido freddo di gennaio.
Ore l5,50. davanti alla urna, col corpo di S. Clelia ho la riposta. Ecco, cosa significa purezza! Presenza di Dio in un corpo! Ancor più dopo la morte. Purezza come la più grande penitenza; ma sopratutto come amore totale, che trasfigura il corpo, non meno del cuore, rendendoli capace di una fecondità speciale, come S. Clelia.
Visita al cimitero a salutare le sorelle, schierate nel prato di croci bianche, simmetriche, ordinate. Davanti alla tomba di suor Raffaella chiedo una parola e mi dice:"Studia di più la Sacra Scrittura!". Ne chiedo una a Suor Giannina: ... "Non le dico niente; ma sono contenta mi sia venuta a trovare". Metto un sasso ai piedi di Suor Raffaella, alla maniera orientale; guardo l'altra per fare lo stesso, ma ... "No, non importa".
Se non fossi venuto a piedi, non avrei trovato il tempo per queste visite belle, che dilatano il cuore, ravvivano la memoria e i legami. Quello che oggi sto facendo non so se sia vacanza, o lavoro ... so solo che è vita! M'accompagnano da suor Annarosa in camera: ha il capo avvolto in una candida cuffia, come un ritratto fiammingo del seicento. Dopo il gioioso saluto iniziale stentiamo nella conversazione, essendo lei ormai totalmente priva di udito: "Mi piaceva molto stare a Piumazzo e lavorare ... non va bene essere troppo attaccati al lavoro, dovremmo essere più spirituali, ... ma ormai avevo questa piega" . "Cosa ha da dire, Suor Annarosa, ad un parroco?" ... "Piz par lò! ... se lo fa, vuole dire che lo vuole fare ... non è un impegno facile, ma il Signore aiuta" . E' buio quando riprendo per gli argini la via del ritorno; penso alla risposta ironica, diretta, impietosa di suor Annarosa; come quella oggi a pranzo di mio padre: "Babbo, ti dispiace se vado via una settimana?" "No!"
Le risposte secche e un pò irriverenti trasmettono la libertà di Dio.
Ore 23,00.
Bellissima finale di giornata. "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". In TV trasmettono un intenso servizio sul vescovo martire Oscar Romero; grandissimo lavoratore: "mentre noi aspettiamo, la gente muore". La serietà della vita (e della morte), la significanza del lavoro apostolico (in cui ancora troppo poco credo) portano all'azione. Amore totale, lavoro totale.
Ore 23,30. Scusami, esile foglio, se ritorno da te, a dire quel tumulto che sento "... la noia dolciastra della normalità". Colpa del racconto di Guareschi, che leggo prima di dormire: meno umoristico del solito, più malinconico del solito, più serio del solito: "i due della rotonda". Storia di una coppia, incontrata durante la guerra in una deserta rotonda sul mare, mentre ballano "leggeri come fossero fatti d'aria"; ritrovata anni dopo, in tempo di pace, mentre ancora ballano "grassi e invecchiati". Guareschi è troppo equilibrato per tradurre l'impressione, che il superamento del peggio non arrivi a qualcosa di meglio, se non in una specie di domanda. Ma nel lettore, attraverso una acre cortina di malinconia, insinua radicale ribellione alla "noia dolciastra della normalità". A quel non desiderare più niente, a quel preoccuparsi quotidianamente di futilità, a quella tristezza che dilaga, e che se non è tragedia è noia, noia, noia ... Ecco, mi ritrovo in questa visione che fa venire voglia di scappare, di dormire piuttosto sotto i ponti, di rinascere... Signore, cosa vuoi che io faccia?
Intanto vado a letto al caldo, sotto un morbido piumone, aspettando la colazione del mattino, con il caffè, le fette integrali, il succo di arancia e la marmellata casereccia di more.
4 Gennaio 2011 - Martedì - Ave Maria ... gratitudine per il letto caldo, per le parrucchiere Twings che ti mettono in ordine, per la speranza che accompagna un fedele lavoro, alla "benedettina". E' con la disciplina interiore che si vince la noia.
Ciò non toglie che il problema sia serio. La noia è la morte della vita e Cristo non è venuto a combattere la noia, ma sicuramente non vuole che la vita sia noia. E probabilmente la risposta a questo dilemma è mettere in collegamento chi, a causa del dolore, non s'annoia affatto, con chi, per assenza di dolore, s'annoia a morte. L'amore e il servizio sono la risposta. *Comunque il racconto che segue,"Il cancello", è umorismo allo stato puro.
Giorno dedicato alla programmazione, a strutturare l'agenda del 2011. Ho preparato anche lo zaino, scegliendo come filo conduttore del Cammino Inglese l'invocazione del Card. Caffarra nell'Anno di Preghiera per le Vocazioni e la lettura de l'imitazione di Cristo, libro che S. Benedetto Giuseppe Labre seguiva alla lettera, su cui si è formata S. Teresa di Lisieux, amato da Papa Giovanni XXIII, su cui è morto Papa Giovanni Paolo I.
Un anno fa iniziai questo diario. Abbiamo pregato stasera nei Vespri: "Spiegherò il mio enigma sulla cetra". E' proprio un enigma la vita e la si spiega cantando, con dolcezza.
Con l'Epifania terminerà questo viaggio di penna. Un anno è durato e ringrazio il cielo di quel piccolo torrente di parole, in cui tanti rivoli sono confluiti. "Verba volant, scripta manet". In realtà nulla è più volatile di una pagina scritta, specie su internet.
Le parole hanno un'enorme potenza, ma molto maggiore l'ha il silenzio. O meglio, le parole che nascono da amorevole silenzio.
Il cammino continuerà, spero con ancora maggiore passione. Inizia il decennio educativo: se la parola scritta ha valore, molto di più in educazione vale la presenza diretta, viso a viso, mano nella mano. Non mi illudo sui risultati, anzi probabilmente peggiorerò soltanto. Basta riuscire a pensare un pò meno a se stessi, alla vita e agli altri con maggior allegria e amore.
"Alzati, rivestiti di luce,
perchè viene a te la tua luce,
la Gloria del Signore brilla su di te.
Alza gli occhi intorno e guarda: i tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie saranno portate in braccio,
allora sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore" Is 60,1-3
5 Gennaio 2011 - Mercoledì - Senso di vuoto assoluto, eppure sono nella pace. La Parola della Epifania è più forte di ogni sconforto. Credo alla Scrittura che dice "la gloria del Signore brilla su di me". Su Gesù, e su di me in Gesù. Lo credo nonostante tutto. Oggi la mamma mi ha preparato un sacchettino di lino, per tenere addosso danaro e documenti durante il cammino. E' uguale a quello che mi confezionò da bambino, per metterci i sassi della fionda e potere "andare a caccia". E' bello ritornare bambini e risentire la mamma che fa la mamma. Mistero della vita. Il cuore della Epifania è il mistero della "grazia attrattiva". Dio salva attraendo al bene. Non occorre spostarsi, correre, sforzarsi. solo essere. "Su di te spenderà la luce: guarda intorno e guarda, i tuoi figli vengono da lontano". Mi rimetto in Cammino non per cercare qualcosa, non ne ho alcun bisogno; ma solo per chinarmi meglio sul mio cuore e considerare il Dio che è sempre dentro di me.
Ricevo dalle Suore questo testo:
"Epifania, festa dei cercatori di Dio, Natale dei lontani. Insieme con i Magi cammina l'uomo di sempre, l'uomo che come loro ha gli occhi nel cielo.
I Magi, questi misteriosi lettori di stelle sono il simbolo dell'immensa famiglia umana che per vivere ha bisogno di guardare in alto, sradicata dal paradiso terrestre ma che ne conser- va una segreta fame inappagata; ha bisogno di un'esistenza non statica, ma estatica, che è uscire da sé verso il grande giro delle stelle, dal cortile di casa verso la patria grande che è il mondo.
I Magi sono i santi più nostri. Il loro cammino è pieno di errori: giungono nella città sbagliata, perdono di vista la stella, parlano del bambino con l'uccisore di bambini, cercano un re e trovano un Dio. Ma il loro cammino è pieno dell'infinita pazienza di ricominciare, del coraggio di non arrendersi mai, di continuare a fissare gli abissi del cielo fino a bruciarsi gli occhi del cuore. E prostratisi, lo adorarono". Grazie. Buona Epifania Sorelle.
6 Gennaio 2011 - Giovedì - Epifania del Signore.
Tutto è stato bellissimo questa mattina: mi ero preparato al deserto, invece la chiesa era gremita, con grande compostezza e partecipazione. Le prime ad arrivare sono state le anziane Luigia e l'Olga, a pregare e raccontare le loro preoccupazioni, specialmente Olga: ospedale, costole rotte, solitudine. Dopo un poco le sono andato accanto: seduta al banco dormiva. Mi ha fatto pena e tenerezza. Poi arrivano le Suore, i bambini del Coro, genitori e piccoli della Scuola Materna, chierici e tutti. Messa molto ordinata, fervida, gioiosa. Stefano ha fatto l'accolito, a coronamento di un Natale con attenzione speciale al servizio liturgico. Mi ha colpito il passaggio evangelico, citazione di Osea: "Da te nascerà un capo, che pascerà il mio popolo Israele". Bello anche il seguito, in Teatro con la Befana, per sottolineare la dimensione famigiare della parrocchia: pure il ringraziamento al Cav. Ivo Galletti è stato in felice armonia col contesto. "Il sistema-parrocchia funziona" mi è venuto da pensare. Così finisce l'Epifania ... anzi inizia. Perchè quella luce che ha cominciato a splendere, non venga mai sotterrata, ma messa in alto. "Hacia la luz" era il titolo dell'Anno Santo Compostelliano.
"Hacia la paz" sia il titolo dell'anno che comincia.
Buon Cammino a tutti.