ORGANO
Era il 9 Dicembre del 2000 quando l'Arcivescovo di Bologna Card.Giacomo Biffi inaugurò il grande Organo a Canne della Chiesa Parrocchiale di San Giacomo di Piumazzo , realizzato dalla ditta Francesco Guglielmo Paccagnella di Albignasego (PD).
Un ringraziamento speciale al Sig. Ivo Galletti, alla cui generosità si deve la realizzazione del magnifico strumento.
Don Giulio Cossarini, canonico della chiesa di Piumazzo, tiene il discorso per l'inaugurazione del nuovo organo - 9 dicembre 2000
L'ORGANO e la LITURGIA
L’organo è lo strumento sacro per eccellenza, da secoli associato al culto cristiano ed utilizzato per accompagnare con la sua voce inconfondibile, ora maestosa e potente, ora grave e solenne, ora misteriosa e suadente, la celebrazione dei divini misteri.
Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione "Sacrosantum Concilium" del 1963 conferma e ribadisce quanto finora affermato dal Magistero della Chiesa. Al n. 120 così sancisce: “Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”.
E' quindi compito dell’organista adoperare lo strumento in maniera conveniente alla sua destinazione sacra in relazione ai tempi liturgici ed ai vari momenti celebrativi. Infatti, colui che lo suona per accompagnare la celebrazione dei divini misteri svolge uno specifico servizio: l’organista con il suo strumento ha il compito di pregare ed aiutare a pregare.
Il suono dell'organo, con la sua natura misteriosa e arcana, è mirabilmente adatto ad esprimere i misteri ineffabili della nostra fede, sia che accompagni il canto, sia che supplisca al silenzio delle voci e si presenti come “solista”, come guida alla preghiera personale nei momenti di contemplazione o nei momenti di preparazione e congedo dei fedeli prima e dopo la celebrazione.
CARATTERISTICHE TECNICHE
22 registri disposti su due tastiere e pedaliera.
Tastiere di 58 note: DO1 – LA5; tasti diatonici in bosso, cromatici in ebano.
Pedaliera di 30 note: DO1 – FA2; tasti diatonici in rovere, cromatici in palissandro.
DISPOSIZIONE FONICA :
COLONNA SINISTRA | COLONNA DESTRA |
IIa tastiera : Positivo – recitativo – espressivo 1) Principale 8’ 2) Ottava 4’ 3) Ripieno 3 file 1,1/3’ 4) Flauto coperto 8’ 5) Flauto a camino 4’ 6) Flauto XII 7) Terza 1, 3/5’ 8 ) Oboe 8’ Pedale 9) Fagotto 16’ 10) Tromba 8’ 11) Ottava 4’ |
Ia tastiera : Grand’Organo 12) Principale 8’ 13) Ottava 4’ 14) Decimaquinta 2’ 15) Decimasettima 1, 3/5’ 16) Decimanona 1, 1/3’ 17) Cimbalo 3 file 18) Bordone 16’ 19) Flauto cilindrico 8’ 20) Tromba 8’ Pedale 21) Subbasso 16’ 22) Principale 8’ |
Per un totale di 1368 CANNE.
I comandi dei registri sono a tirante, provvisti di pomelli in ebano con tondelli numerati in bosso, disposti su due colonne ai lati delle tastiere; la loro corsa è cm 5; i frontalini sono intagliati a chiocciola.
Accessori:
4 pedaletti ad incastro a destra (Ped+I; Ped+II; I+II; Tremolo).
4 pedaletti ad incastro a sinistra (+ Mistura; – Mistura; + Cimbalo; – Cimbalo).
La cassa ha un ingombro laterale di m 3,10, una profondità di m 2.
Facciata a tre torri e due campate di 31 canne; le tre torri hanno 21 canne corrispondenti al principale 8′ del Grand’Organo (DO1 – SOL diesis 2); le due campate hanno 10 canne del flauto cilindrico 8′ del Grand’Organo (FA1-RE2).
Tutte le lastre di metallo da cui sono state ricavate le canne sono state fuse con getto su tela dalla ditta Paccagnella; le ance sono secondo i modelli offerti da Dom Bédos de Celles (L’art du facteur d’orgues, Parigi 1766 – 1778); il fagotto di 16′ è improntato alla tradizione tedesca.
Le canne di facciata sono in lega naturale al 93% di stagno; tutte le altre canne, comprese le tube del fagotto 16′ e della tromba 8′ al Pedale, sono in lega naturale al 53% di stagno.
Console a finestra.
Rivestimento esterno della cassa in abete lamellato in noce bionda, fregi in acero bianco con medaglioni in noce.
Il cavallo (l’incastellatura dei somieri) è costituito da un traliccio metallico in acciaio; le altre parti sono in abete maschio d’Austria trattato contro il tarlo e tinteggiate a base di colla e terra rossa.
Pedaliera diritta e leggermente concava.
Trasmissioni integralmente sospese.
L’accordatura è a temperamento equabile con 440 Hertz a 20 °C.
Pressioni del vento: Grand’Organo mm. 58 colonna d’acqua; positivo – recitativo -espressivo mm. 60 di colonna d’acqua; pedale mm. 80 di colonna d’acqua.
4 somieri a tiro (G.O.; Pos – Rec – Espr.; Ped.; Principale 8’ + ottava 4’; Subbasso 16’ + Fagotto 16’ + Tromba 8’).
Le stecche sono in bachelite.
I ventilabri sono in abete con doppia guarnizione in pelle d’agnello; molle in bronzo.
Canne in legno con tavole d’abete incastrato, internamente colorite con base di colla e terra rossa, esternamente a legno naturale.
L’organo è collocato nella parte destra del transetto cioè della navata trasversale che interseca quella centrale, luogo ottimale sia da un punto di vista acustico che in ordine alla sua funzione dì “appoggio” al coro e all’assemblea; in effetti il coro potrà trovare un’adeguata collocazione ponendosi davanti all’organo tra il presbiterio e l’assemblea stessa (”La schola cantorum … sia collocata in modo da mettere chiaramente in risalto la sua natura: che essa cioè fa parte dell’assemblea dei fedeli e svolge un suo particolare ufficio; inoltre in modo che sia reso più facile il compimento del suo ministero liturgico”. “L’organo e gli altri strumenti siano collocati in un luogo adatto in modo da poter essere dì appoggio sia alla schola sia al popolo che canta e, se sono suonati da soli, possano essere comodamente ascoltati da tutti; cfr. Presentazione generale del messale romano, in Messale Romano, Roma 1973, n. 274 e 275).
Paolo Zappacosta